Quando la voglia di vivere supera ogni limite: la nostra giornata con i Diversamente Disabili [VIDEO E GALLERY]

Al Tazio Nuvolari di Cervesina, l'associazione Diversamente Disabili trasforma la disabilità in opportunità. Con il supporto di BMW Motorrad Italia, altri 18 motociclisti con disabilità hanno riscoperto l'emozione delle due ruote. Un progetto che va oltre lo sport: è rinascita, coraggio e soprattutto voglia di vivere!
24 settembre 2025

Cervesina (PV), 19 settembre 2025 – La pit lane del circuito Tazio Nuvolari risuona di un'energia diversa dal solito. Non è il rombo dei motori da competizione a catturare l'attenzione, ma il silenzio carico di emozione di chi sta per ritrovare una parte di sé che credeva perduta per sempre. Sono 18 i motociclisti con disabilità che oggi partecipano al corso organizzato dall'associazione Di.Di. (Diversamente Disabili), supportata da BMW Motorrad Italia attraverso il progetto SpecialMente.

Non è solo questione di tecnica o di adrenalina. Qui, tra i cordoli del Tazio, si materializza qualcosa di più profondo: la dimostrazione tangibile che i limiti spesso esistono più nella nostra mente che nella realtà. Ogni partecipante, supportato da un team di tre accompagnatori e da istruttori specializzati, ha la possibilità di riscoprire quella sensazione unica che solo chi va in moto può comprendere: libertà assoluta.

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Patenti A Speciale: grazie a Di.Di in sella 100 ragazzi con disabilità

"La moto, simbolo di comunità e avventura, riflette questo spirito: insieme, responsabilità sociale e passione condivisa guidano il percorso", spiega Alessandro Salimbeni, Direttore di BMW Motorrad Italia. Le sue parole racchiudono l'essenza di un'iniziativa che dal 2019 vede BMW Italia al fianco di Di.Di. attraverso il programma SpecialMente, un progetto di Corporate Social Responsibility che dal 2001 ha coinvolto oltre 3 milioni di persone.

Il claim "Make Life An Inclusive Ride" non è solo uno slogan pubblicitario, ma una vera filosofia d'azione. Lo si capisce osservando i volontari di BMW Italia impegnati attivamente sul campo, affiancando istruttori e partecipanti in una giornata che mescola passione e umanità. Ogni gesto, ogni parola di incoraggiamento, ogni sorriso condiviso testimonia un approccio che va ben oltre la semplice collaborazione.

Dietro l'emozione ci sono risultati concreti che parlano chiaro. L'associazione Di.Di., fondata nel gennaio 2013 da Emiliano Malagoli e Chiara Valentini, può vantare un bilancio impressionante: 500 motociclisti disabili rimessi in sella, 145 patenti speciali rilasciate, un parco di 9 moto multi-adattate e campionati paralimpici che coinvolgono 250 piloti provenienti da 12 nazioni diverse.

"Abbiamo bisogno di volontari che ci sostengano: in media ogni ragazzo disabile ha bisogno di tre accompagnatori. Servono mani amiche: insieme andiamo più lontano", racconta Emiliano Malagoli, presidente e fondatore dell'associazione, oltre che tecnico federale e pilota paralimpico di livello internazionale.

Emiliano Malagoli e la sua S1000RR
Emiliano Malagoli e la sua S1000RR

Una giornata speciale

Il corso principale, dedicato ai motociclisti con disabilità, ha visto una quindicina di partecipanti divisi in tre gruppi, ciascuno seguito da istruttori specializzati. Le moto utilizzate, tutte equipaggiate con adattamenti Handytech, permettono di sfruttare le abilità dei piloti per raggiungere risultati sorprendenti in pista.

Parallelo al corso principale, l'esperienza con le Pit Bike ha offerto l'opportunità a chi, per età o condizioni psico-fisiche, non potrebbe guidare moto più grandi. Ma l'inclusione di Di.Di. è bidirezionale: anche i motociclisti normodotati hanno trovato spazio, con corsi base per principianti e experience di avvicinamento alla pista per chi vuole vivere l'emozione dei cordoli in un ambiente rilassato e privo di competitività.

C'è stato un momento magico quel venerdì a Cervesina. Ho osservato questi ragazzi e queste ragazze mentre ritrovavano se stessi attraverso la moto, trasformando quelli che sembrerebbero limiti in possibilità concrete. La moto non fa discriminazioni: chiede solo passione autentica. E di passione, qui, ce n'è da vendere.

Perché alla fine, quando si spegne la moto, resta una verità semplice: la strada, il fango e i cordoli accolgono tutti quelli che hanno il coraggio di provare. E questi 500 motociclisti riportati in sella da Di.Di. ci ricordano che forse la forza più grande sta nella volontà di non smettere mai di crederci.

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