Ok al Ponte sullo Stretto: pronto tra meno di 10 anni

Ok al Ponte sullo Stretto: pronto tra meno di 10 anni
Il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria si prepara finalmente a diventare realtà. Il 6 agosto 2025 il CIPESS ha approvato il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina
7 agosto 2025

Il progetto di un collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria si prepara a diventare realtà. Il 6 agosto 2025, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (CIPESS) ha approvato il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina, firmando una delle pagine più discusse, ambiziose e controverse della storia infrastrutturale italiana. I cantieri, secondo il governo, potrebbero aprirsi già tra settembre e ottobre 2025, con una data di completamento prevista intorno al 2032-2033.

Il ponte, presentato come un'opera di rilievo mondiale, sarà il ponte sospeso a campata unica più lungo del pianeta, con una lunghezza complessiva di 3.666 metri e una campata centrale di 3.300 metri. Un vero colosso d’acciaio sospeso tra isola e penisola, pensato per cambiare radicalmente la mobilità del Mezzogiorno e favorire l’integrazione economica, logistica e turistica della Sicilia con il resto d’Europa.

Il ponte sarà sorretto da due torri alte 399 metri, una sulla sponda calabrese e una su quella siciliana. L’impalcato, largo 60,4 metri, ospiterà sei corsie stradali (tre per senso di marcia, inclusa una corsia d’emergenza), due corsie ferroviarie a doppio binario e marciapiedi laterali per la manutenzione. È progettato per sostenere un flusso massimo di 6.000 veicoli all’ora e fino a 200 treni al giorno.

Dal punto di vista delle prestazioni strutturali, il ponte è concepito per resistere a venti fino a 216 km/h e a terremoti fino a magnitudo 7, senza riportare danni significativi. La durata stimata dell’opera è di 200 anni, con sistemi di monitoraggio continuo e manutenzione programmata.
Oltre al ponte vero e proprio, il progetto prevede la realizzazione di circa 40 chilometri di nuove infrastrutture stradali e ferroviarie per collegare la struttura ai principali nodi di trasporto calabresi e siciliani. Di questi 40 chilometri, l’80% sarà realizzato in galleria, per ridurre l’impatto paesaggistico e ambientale.

Una volta operativo, l’attraversamento dello Stretto di Messina sarà rivoluzionato: oggi una traversata in traghetto per le auto richiede tra i 70 e i 100 minuti (inclusi i tempi di imbarco e attesa), mentre con il ponte sarà di meno di 10 minuti. Per i treni, la riduzione sarà ancor più marcata: si passerà dagli attuali 120-180 minuti a circa 15 minuti.

Il costo totale dell’opera è stimato in 13,5 miliardi di euro, coperti in parte da stanziamenti pubblici e in parte da incrementi di capitale della società Stretto di Messina S.p.A., riattivata nel 2023 dal governo Meloni. Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha più volte definito il ponte “un’opera epocale”, non solo per l’Italia ma per l’intera Europa mediterranea.
Non a caso, il ponte è stato inserito anche in documenti strategici della difesa, come asset potenzialmente dual-use per scopi militari, di protezione civile e logistica NATO, rafforzando l’argomento della sua importanza geopolitica.

Nonostante l’enfasi governativa, il Ponte sullo Stretto continua a suscitare fortissime critiche. Organizzazioni come WWF, Legambiente, Italia Nostra, LIPU e i comitati locali "No Ponte" hanno presentato ricorsi formali alla Commissione Europea e alla Commissione VIA nazionale, sollevando dubbi sulla compatibilità ambientale dell’opera, sulla sua sostenibilità economica, sull’impatto paesaggistico e sul rischio di infiltrazioni criminali nei cantieri.

Anche sul piano tecnico, alcuni esperti indipendenti segnalano la necessità di aggiornare gli studi sul vento e sull’attività sismica dell’area, alla luce dei nuovi parametri scientifici disponibili. Altri rilievi riguardano la qualità e certificazione dei materiali, in particolare per quanto riguarda i cavi d’acciaio sospesi e le fondazioni in un’area geologicamente instabile.

Il ponte divide, forse più di ogni altra grande opera italiana. Per i suoi promotori, è il simbolo della modernità, dell’orgoglio ingegneristico e della volontà politica di riscatto del Sud. Per i suoi detrattori, è una cattedrale nel deserto, un investimento ad altissimo rischio che distoglie risorse da priorità ben più urgenti: trasporti locali, sanità, istruzione, tutela del territorio.

Eppure, con l'approvazione del progetto definitivo e l'imminente apertura dei cantieri, il Ponte sullo Stretto smette per la prima volta di essere solo una promessa. 

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