Nico Cereghini: “La moto del 2050”

Nico Cereghini: “La moto del 2050”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Proposta semiseria: voi come la immaginate? A suo tempo, le profezie sul 2000 si rivelarono tutte sballate, tranne una di Patrignani. Però proviamoci, magari saremo più fortunati | N. Cereghini
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
13 gennaio 2015

Ciao a tutti! Nei primi anni Sessanta, quand’ero un ragazzino, gli argomenti più dibattuti sulle riviste di auto erano interessantissimi: meglio la guida a destra o quella a sinistra? Meglio il cambio al volante o quello a cloche? Lancisti e alfisti si sfidavano sulle pagine di Quattroruote attraverso la “Posta al Direttore”. Invece l’unica rivista di moto era rigorosa sì, però un po’ piatta ai miei occhi di allora. Con l’unica eccezione degli articoli di Roberto Patrignani. I meno giovani tra noi lo rimpiangeranno sempre. Ebbene, a un certo punto tutti gli opinionisti, a due e quattro ruote, si scatenarono su quello che allora ci sembrava un futuro lontanissimo: come saranno l’auto e la moto del 2000? E ricordo perfettamente la centratissima profezia di Roberto. Mentre tanti immaginavano città futuristiche dentro cupole di vetro e con mezzi volanti anche per chi doveva fare un salto in banca, Patrignani si addentrò nei dettagli e predisse che nel 2000 non saremmo stati in grado di lavorare sulla manutenzione delle nostre moto e non avremmo potuto sostituire i pezzi minori: “i piccoli ricambi non esisteranno più, l’intera strumentazione sarà in vendita in blocco, per dire, e così ogni sistema della moto. Un disastro”.
 

Dovrà avere sospensioni a lunghissima escursione per digerire le buche sempre più profonde delle nostre città; indispensabili diventeranno i sistemi per rilevare le migliaia di autovelox

Quello era un vero maestro, io cerco di seguirlo ma ho bisogno del vostro aiuto. Come sarà, lo chiedo a voi, la moto del 2050? Così, a occhio, mi verrebbe da dire che dovrà avere sospensioni a lunghissima escursione per digerire le buche sempre più profonde delle nostre disastrate città; indispensabili (se non saranno già fuorilegge) diventeranno i sistemi per rilevare le migliaia di autovelox piazzati dappertutto. Con il progressivo riscaldamento del pianeta, poi, ci vorranno pneumatici capaci di resistere senza squagliarsi alle temperature sempre più alte delle nostre roventi mezze stagioni. Per contro in inverno, soprattutto sulle statali di montagna, servirà una specie di paraurti anteriore, magari un grosso parafango che avvolga quasi tutta la ruota, per difenderci dagli orsi, e dai lupi che già lo scorso Natale ronzavano in Piemonte. E i motori saranno alimentati ancora a benzina? Con l’aria che tira, andrà ridisegnata l’intera geografia socio-politica mondiale, e forse le nostre moto saranno alimentate a gas, oppure con bio-propellenti ricavati dalle verze o dalle castagne. Le supersportive ce le dovremo proprio scordare? Si diffonderanno davvero le moto elettriche? Le Harley potranno ancora circolare liberamente con gli scarichi aperti? Sono tanti gli interrogativi che mi appassionano e mi piacerebbe leggere la vostra visione. Mi interessa in modo particolare la verifica, quella che faremo insieme nel 2050 in quanto, fatti due calcoli, conto di essere ancora qui a partecipare.

 

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