MotoStudent International: benissimo i team italiani

  • di Alfonso Rago
La competizione tra atenei universitari di tutto il mondo ha visto primeggiare i rappresentanti del nostro Paese
  • di Alfonso Rago
26 ottobre 2018

Meriterebbero la laurea honoris causa, diretta, da prendere sul campo: protagonisti assoluti dell’edizione 2018 del Motostudent International, la competizione tra università di tutto il mondo, sono stati i team italiani.

Per chi ancora non la conoscesse, la disfida si svolge ogni due anni: ci sono 18 mesi per ideare, progettare e realizzare una moto partendo da un’identica base tecnica (per la sezione Petrol, per moto con motori endotermici, quest’anno si è usato un propulsore KTM da 250 cc, oltre a parti comuni di ciclistica come freni, cerchi e pneumatici), da mettere a confronto con le altre in pista.

Un lungo weekend di passione e tensione, che nel 2018 ha avuto come scenario la pista di Aragon, in Spagna, dove finalmente c’è stata la possibilità di confrontarsi con gli altri team e venir giudicati nel proprio lavoro sia dal punto di vista industriale, con la valutazione di design, costo e aspetti innovativi del progetto, che sul piano puramente sportivo, esaminando le prestazioni delle moto in diverse condizioni.

Da regolamento, Motostudent si articola infatti in due fasi distinte, l’MS1 e l’MS2: la prima prevede la presentazione di Business Plan and Industrial production e Design and Innovation; la seconda, prove dinamiche tra cui un’impegantiva gimcana, per valutare l’agilità e la ciclistica della moto e un test di accelerazione; infine, il confronto diretto tanto atteso con gli altri team, con una vera gara di 5 giri di pista. 

L’edizione 2018 ha toccato la partecipazione record di ben 74 squadre, provenienti da tre continenti: oltre ai padroni di casa, che ovviamente facevano la parte del leone con quasi 40 team, l’Italia con  sette università partecipanti è risultato il Paese straniero più rappresentato.

E, aggiungiamo con un pizzico di orgoglio, quello che ha mietuto i successi maggiori, anzi quello che ha monopolizzato tutte le classifiche: nella categoria Petrol siamo stati i primi nella MS11 con il team “Quartodilitro" dell'Università degli Studi di Padova, ancora primi nella MS2, con il team "Polimi Motorcycle Factory" del Politecnico di Milano, sempre primi con Milano e secondi con Padova nella classifica combinata MS1+MS2, ed infine vincitori del “Best Rookie“ grazie al team SGRT (Sapienza Gladiators Racing Team) dell'Università di Roma La Sapienza, che ha portato in gara la moto ribattezzata Biga.

Soprattutto quest’ultimo riconoscimento premia l’impegno e la passione dei giovani studenti romani, che alla prima esperienza in una competizione ormai diventata molto qualificata, hanno letteralmente buttato il cuore oltre l’ostacolo, superando problemi che avrebbero spinto altri a gettare la spugna, primo tra tutti l’improvviso grippaggio del motore proprio alla vigilia delle prove in pista, dovuto con ogni probabilità a problemi di (mancato) raffreddamento.

Il dettaglio del motore della “Biga“ non più utilizzabile, che verrà sostituito giusto in tempo per la gara (foto Motostudent Italia)
Il dettaglio del motore della “Biga“ non più utilizzabile, che verrà sostituito giusto in tempo per la gara (foto Motostudent Italia)

Un inconveniente che ha costretto il team ad una notte insonne: dopo aver recuperato un nuovo motore a Barcellona, sono rientrati ad Aragon e proprio come tecnici professionisti sono riusciti a montarlo giusto in tempo per le prove.

Quasi come in un film, quando ormai tutto sembrava girare per il meglio, ecco arrivare la rottura della catena e qualche intoppo elettronico a mettere ansia al gruppo: ma con l’adrenalina a mille, anche questi ostacoli venivano superati e l’SGRT poteva festeggiare la conquista di miglior team debuttante.

Un risultato davvero notevole, che premia gli sforzi dei ragazzi guidati dai docenti Antonio Carcaterra e Gianluca Pepe.

L’appuntamento è già fissato per la prossima edizione del Motostudent International Competition, prevista per il 2020: inutile aggiungere che i ragazzi de La Sapienza punteranno in alto, almeno ad un gradino del podio.

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