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Nel suo Jomo Grand Prix Newspaper, Nobuatsu Aoki -l’ex pilota della classe 500 e poi collaudatore delle MotoGP con Proton KR e Suzuki- lancia una bella bomba.
Come sapete, premette il giapponese, la MotoGP richiede l'utilizzo di una centralina e di un software comuni; e la Superbike impone soltanto un tetto massimo di 12.000 euro per lo sviluppo, inclusi hardware e software. Invece il regolamento tecnico del Campionato Mondiale Endurance (EWC) non impone restrizioni allo sviluppo della centralina: tutto, dall'hardware al software, può essere sviluppato liberamente. Unico vincolo, se un pilota si classifica tra i primi sei deve vendere la centralina, se richiesta, per 704.000 yen. Poco più di 4.000 euro.
Insomma, le moto utilizzate nella 8 Ore di Suzuka (gara dell'EWC) hanno una libertà di sviluppo illimitata per le loro centraline ed è una condizione piuttosto favorevole per i costruttori giapponesi. Ebbene, conclude Aoki, la CBR1000RR-R-SP della HRC vincitrice alla 8 Ore aveva un controllo elettronico molto buono, probabilmente modificabile in quattro fasi nell'arco di uno stint: fino al settimo giro, poi fino al quindicesimo, poi fino al ventesimo e infine fino al trentesimo. Una mappatura perfezionata dalla HRC per un controllo preciso della coppia, ottenendo bassi consumi e velocità: un fattore determinante per la vittoria.
“Non posso fare a meno di pensare –conclude Aoki - che se la MotoGP avesse lo sviluppo libero della centralina… i costruttori giapponesi dominerebbero ancora questo sport. Considerando le capacità di sviluppo della centralina alla 8 Ore di Suzuka, se questa tecnologia potesse essere applicata alla MotoGP, Honda e Yamaha probabilmente continuerebbero a competere per il campionato”.
È una ipotesi fantasiosa, ammette Nobu, ed è anche vero che le restrizioni allo sviluppo sono ciò che rende la MotoGP un evento così combattuto e popolare. E però conclude:
“La MotoGP si autoproclama la migliore al mondo con prototipi realizzati esclusivamente per le corse, quindi mi piacerebbe vedere il vero apice della tecnologia. E invece, almeno per quanto riguarda la centralina, il "miglior controllo del mondo" lo abbiamo visto alla 8 Ore di Suzuka”.
In altra parte del suo blog, Aoki parla dei piloti della MotoGP visti alla 8 Ore di Suzuka del 3 agosto scorso. Di Zarco vincitore con la Honda, di Miller sulla Yamaha con Andrea Locatelli. Per il francese era la seconda volta a Suzuka, per Miller era una prima assoluta, mai salito prima sulla R1 di Locatelli. Osservarli, dice, è stato incredibile.
Jack Miller fin dalle qualifiche ha mostrato il suo vero potenziale. Forcella a pacco nelle staccate, gas spalancato senza badare alla traiettoria! Chi come Nobuatsu ha girato tanto a Suzuka tende a ripetere le stesse linee: ebbene Miller e Locatelli improvvisavano, eppure andavano fortissimo. Questa guida aggressiva è stata per Aoki il momento clou della 8 Ore di Suzuka di quest’anno.
Miller girava come un pazzo, sotto i 2 minuti e 3 secondi, poi è caduto alla chicane Astemo…
“Gli pneumatici anteriori Bridgestone – afferma Aoki, forse con un po’ di nazionalismo ma chissà - sono i migliori al mondo e credo sia giusto dire che sono persino migliori di quelli della MotoGP. Miller deve essersi fidato: i piloti della MotoGP sono incredibili, possono facilmente raggiungere i propri limiti e poi cercare di sfruttarli tutti”.