Mille chilometri in bicicletta per beneficenza: l'impresa di due crossisti siciliani

Mille chilometri in bicicletta per beneficenza: l'impresa di due crossisti siciliani
Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
In partenza da Palermo in bicicletta sabato 19 dicembre, faranno il periplo dell'Isola percorrendo quasi 1000 chilometri: scopo dell'iniziativa raccogliere fondi per l'organizzazione no profit N.O.E
  • Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
18 dicembre 2020

 

Sette tappe di circa 150 chilometri, buone gambe e cuore grande: Antonio Mancuso e Marco Bologna sono due crossisti che durante il periodo natalizio preferiranno le due ruote muscolari alle guizzanti moto da cross e porteranno a termine una loro – meritoria - iniziativa a sostegno delle persone meno fortunate: raccoglieranno fondi per l'organizzazione no profit N.O.E. che assiste, tra le altre cose, in modo concreto con cibo e medicinali chi è stato travolto dalle difficoltà e si trova in condizioni difficili.

Motociclisti brava gente, lo ripetiamo spesso, e nel caso di Antonio Mancuso siamo ancora più certi della validità di questo adagio perché il ventinovenne crossista messinese è una nostra conoscenza, lo incontriamo spesso durante le prove che effettuiamo con la collaborazione del centro Sperimentazione Pirelli/Metzeler di Giarre per il quale lavora ma, onestamente, non sapevamo del suo impegno sociale. Lo raggiungiamo al telefono tra un test e l'altro: “durante il primo lockdown sono diventato un volontario del N.O.E., l'esperienza mi ha colpito e quindi abbiamo pensato a questa iniziativa per cercare di dare una mano. Raccogliere una cifra anche piccola, mille o duemila euro, può essere un grande aiuto”.

 Sulla piattaforma di raccolta fondi, ancora prima di partire, sono già stati donati più di 600 euro: la voce si è sparsa tra motoclub e gruppi di ciclisti che supporteranno anche fisicamente l'impresa di Antonio e Marco perché “fare mille chilometri in bici è dura” e “in bici si va solo con le proprie forze e avere qualcuno che ti apra la scia, ti faccia riposare le gambe, è importante, fai anche metà della fatica”, anche se sei un atleta come loro e hai affrontato una preparazione fisica specifica.

Antonio Mancuso e la sua bicicletta pronti per la partenza
Antonio Mancuso e la sua bicicletta pronti per la partenza

Partiranno da Palermo, passeranno da Trapani, Mazara del Vallo, toccheranno le famosissime terre del Commissario più famoso d'Italia, un giro a Comiso poi su verso Siracusa e Catania fino a toccare lo Stretto e poi sempre dritto fino a Cefalù per fare l'ultima sgambata che li porterà un'altra volta a Palermo ma, a parte il numero di chilometri, è il periodo a fare la differenza. Sarà un Natale diverso per tutti, per Antonio e Marco ancora di più. Pensano, credono – opinione personale: forse senza sperarci troppo – di farcela in sette giorni e comunque vada passeranno il Natale fuori casa, senza compagnia se non quella di chi vorrà seguirli per strada, con un piccolo bagaglio a testa e la consapevolezza di un'iniziativa che probabilmente non avrebbe mai avuto luogo senza lo sgradito concorso di una maledetta pandemia che quando ha colpito ha colpito duro, non soltanto dal punto di vista sanitario.

“Questa emergenza non ha influito troppo sulla mia vita lavorativa, continuo a lavorare tutti i giorni come se non fosse cambiato nulla. Ovviamente siamo tutti un po' limitati nella vita sociale e questo pesa. Ma io mi reputo già molto fortunato nella possibilità di poter lavorare e di non ricevere una mazzata economica, inoltre sono un atleta – faccio i campionati nazionali - e ho la possibilità di girare in moto tutti i week end”: visti così, questi mille chilometri in bicicletta sono un po' cammino di Santiago, un po' voglia di condividere qualcosa in questo periodo dove condividere è molto difficile e, per l'ultimo terzo, un po' la speranza di sentire presto che questa storia è finita per poter ricominciare al 100%, e scusate se chi scrive non ha messo le virgolette all'ultimo periodo ma incarcerare tra segni ortografici il bel pensiero di Antonio avrebbe significato ridurlo ad una slavata citazione.

Supportiamoli (qui il link al fundirising), anche con poco o pochissimo.

 

Foto: Giuseppe Bartolotta