La maratona di Londra, in sedia a rotelle, con casco e tuta di pelle

La maratona di Londra, in sedia a rotelle, con casco e tuta di pelle
Marco Berti Quattrini
Una sfida per beneficenza e per dimostrare che la disabilità è anche forza di volontà
28 gennaio 2020

Condensare Claire Lomas in una definizione è impossibile: "Una donna straordinaria" non renderebbe giustizia alle tante sfaccettature del personaggio. Prima era una cavallerizza impegnata in molte competizioni equestri. Poi nel 2007, durante una gara di cross-country, il suo cavallo urtò alcuni rami bassi, lei fu sbalzata dalla sella e si schiantò contro un tronco d'albero. Rimase paralizzata dal busto in giù. Dopo 8 settimane uscì dall'ospedale, il normale decorso clinico per incidenti di questo tipo di solito è di 6 mesi. 
La forza di Claire, dopo un periodo molto difficile, le ha permesso di imboccare strade diverse: oggi tiene conferenze motivazionali e raccoglie fondi per scopi benefici. Per farlo... corre!

Nel 2012, indossando una tuta robotizzata che le ha permesso di camminare per la prima volta da quando è rimasta paralizzata, Claire ha completato la Maratona di Londra in 17 giorni. L'anno scorso ha terminato la Manchester Marathon in nove giorni.

"Al ritmo con cui sto andando - ironizza Claire in un'intervista rilasciata al Telegraph -, sono sulla buona strada per superare Mo Farah intorno al 2075".
 

Grazie ai suoi sforzi ha raccolto 750.000 sterline per la beneficenza spinale. La sua prossima sfida sarà quella di prendere parte alla London Marathon di quest'anno, questa volta sulla sua sedia a rotelle mentre indossa una tuta pelle da motociclista e un casco integrale. L'idea è nata perché ha recentemente ottenuto la patente come pilota agonista e sta pensando di partecipare al TT sull'Isola di Man.

"Quando raccogli fondi, non puoi continuare a fare la stessa cosa o andare dalle stesse persone. Devi fare qualcosa di diverso. Perché ho scelto questa sfida in particolare? Non lo so. Le persone che guidano la moto sanno quanto è difficile muoversi con la tuta di pelle. Il solo fatto di entrarci è un incubo per me. Sarebbe molto più semplice se solo potessi guidare la mia Ducati".

 

Fonte: The Telegraph

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