L'età non conta: Ferrado "Fiasco" Fiasconi.

L'età non conta: Ferrado "Fiasco" Fiasconi.
Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
L'età non conta: Ferrado "Fiasco" Fiasconi. Chi è, cosa fa e come si permette di farlo il 79enne che abbiamo trovato a gas aperto alla Bucine.
  • Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
16 aprile 2019

John Fowles era uno scrittore del secolo passato, autore di uno dei romanzi più dirompenti che abbia mai letto: The French Lieutenant’s Woman (La donna del tenente francese, NdA); in mezzo alla narrazione, proprio quando il lettore è certo che i personaggi di un banale romanzo vittoriano abbiano una propria vita e coscienza reale, Fowles distrugge ogni convenzione e scaglia sulle pagine del famoso capitolo 13 la dichiarazione “la storia che sto raccontando è totalmente frutto della mia immaginazione”, lasciando il dubbio se sia il narratore o l'autore stesso a infrangere l'illusione cui spesso siamo ingenuamente legati: l'onniscenza del narratore e la verosimiglianza alla realtà.

E invece no, le storie per le quali lanciamo accese discussioni con noi stessi, spesso culminanti nell'ansia di non essere all'altezza dei loro protagonisti, sono un'invenzione del loro autore, abile nel giocare con qualche puntello autentico per sostenere un impalcato di plausibili eventi pronti a diventare le schegge scagliate sulla pelle di chi si troverà sulla traiettoria dei brandelli di verità sconquassata dall'esplosione dell'illusione.

Molto di quello che leggiamo è proiezione, un gioco di prestigio, e la bravura di chi sta da questa parte della tastiera è aprire il doppio fondo del baule davanti ai vostri occhi; tanto il trucco sta da un'altra parte. E tutti noi, oggi, siamo un po' prestigiatori, scaltri illusionisti cui i social offrono il palco e la platea, sicché il trucco è l'inquadratura stretta, il doppiaggio, il filtro, l'influencer, le storie di Instagram o i tag: tutto illusione, tutta cronaca.

Diciamocelo: dallo studente delle superiori al responsabile marketing, scoprire di avere da un giorno all'altro 1.000 follower in più fa piacere, e in un mondo della comunicazione oramai sempre più dopaminico e percorso da passioni deboli scatenate ad arte – alle quali io stesso mi sono assuefatto e con le quali condivido un monovano di tre neuroni quadrati nell'ammezzato del mio SuperIo – brilla come un evento unico già il fatto che qualcuno di voi sia arrivato fino a qui e non abbia cliccato altrove. Sono 2.079 caratteri, spazi compresi, dei quali vi sarete chiesti cosa diavolo c'entrano con le moto. Beh, una volta un signore ubriaco mi disse che la gente è il più grande spettacolo del mondo, ed è gratis: e la gente che preferisco è quella che va in moto, quelli sono lo spettacolo più grande.

Non gli artisti, non gli eroi ma i motociclisti; più li sento parlare, più mi appassiono alle loro storie, più credo che per ognuno di loro esista un “capitolo 13”, un punto della loro narrazione dove è fortissima l'esigenza di spiazzare l'interlocutore con l'ammissione di avere un po' romanzato per fare i fighi, di avere inventato qualcosa o di avere modificato la prospettiva narrativa per dare maggiore impatto alla storia, per il gusto del palcoscenico: qualcuno lo fa scrivendo, qualcun altro lo fa sui social in modo spudorato e inconscio; qualcuno ha invece non ne avrà mai bisogno.

 

Ferrado in compagnia di Claudio Domenicali e Michele Pirro
Ferrado in compagnia di Claudio Domenicali e Michele Pirro

Ferrado Fiasconi è “il Fiasco”. Quando le foto dei suoi coetanei compaiono con facile frequenza sul profilo Facebook di “chi l'ha visto”, noi invece la scoviamo sul web e lo troviamo in sella alla Panigale V4 che affronta la Bucine come se non vi fosse un domani: “mi viene ancora facile”.

Ferrado ha quasi 79 anni, abita a 800 metri dal Mugello e, fino ad oggi ha posseduto 85 motociclette. È in pensione da 22 anni, ma piuttosto che mettersi sul divano a spulciare gli annunci di moto d'epoca alla ricerca della moto della sua gioventù da risistemare per rivivere – o perlomeno illudersi di farlo – la fase giovanile della sua passione per la moto, allunga la staccata e non ha ancora frenato. Pochi giorni fa era al Mugello, qualcuno gli ha scattato la foto che vedete in apertura: ha il logo di Moto.it sul casco e ci siamo immediatamente incuriositi.

Bello l'adesivo sul casco... “...leggo spesso il sito”.

Mi dici che nome è “Ferrado”? “È un nome unico, ma tutti mi chiamano Fiasco. Ho iniziato ad andare su due ruote a sei anni, mettevo le gambe di traverso, poi i Mosquito, la Vespa, le gare in salita nel 1971 e la moto nella pausa tra un turno e l'altro del mio mestiere di camionista qui in Toscana”.

"Io sono una persona normale, come tutti, però bisogna volersi bene. Non tutto è concesso"

"Fiasco" e la sua Ducati V4 S 1100
"Fiasco" e la sua Ducati V4 S 1100

Come si fa ad andare così forte a quasi 79 anni? Io sono una persona normale, come tutti, però bisogna volersi bene. Non tutto è concesso, capisci?”

No, Ferrado, non ho capito. “Ci sono, su al Muraglione, tanti motociclisti con 25 anni in meno di me: quando mi incontrano mi dicono “io metterei la firma per arrivare così alla tua età”, ma poi li vedi... hanno delle pance, fumano, bevono... io cammino almeno 5, 6 chilometri al giorno, faccio un po' di sport – anche solo 10 minuti nel mio garage - seguo un'alimentazione sana e poi almeno 25.000 chilometri all'anno in moto con la mia Vespa o con il Kawasaki 650, oltre che con il V4, grande moto”.

Col V4 al Mugello ci vuole un gran manico... “guarda qui al Mugello ho tanta esperienza, però al primo turno mi sentivo un po' imbranato, col V4 in fondo al rettilineo quando stacchi a 260 all'ora ti avanza una vita... poi ho iniziato a slegarmi e al terzo turno mi stavo divertendo; avrei girato tutto il giorno, poi ho visto che stavo per finire la benzina, c'era un mio amico che doveva venire a mangiare da me e ho detto basta, perché era quasi mezzogiorno... mica ero stanco”.

Penso sia la risposta più sincera che io abbia mai ricevuto in un'intervista: "avevo un amico a pranzo". Solo un autentico motociclista poteva darmi una risposta che è la vera antitesi dello sboronismo da 230 cavalli; ma qui si va oltre il concetto di motociclista, e si va verso l'astrazione di quello di felicità. Felice, quello che mi piace di Fiasco è che dall'altro capo del telefono sento una persona felice.

Al Mugello vado forte, però tengo sempre un margine: ho due ragazzi di 20 e 22 anni che vengono con me in pista e mi chiedono consigli, figli di amici miei di queste parti: la prima cosa che ho detto ai loro genitori è che non appena li vedo guidare male non li porto più con me... questi ragazzi mi dicono che vado forte, che non freno mai: è vero, io la moto la lascio scorrere, e anche in pista tengo sempre un margine”.

 

Ferrado abbracciato da Claudio Domenicali
Ferrado abbracciato da Claudio Domenicali

Che età ti dai, Fiasco (lo chiedo come fosse una domanda rilevante)? “Mi diverto ancora come un ragazzo: mi sento ancora un ventisettenne o un quarantenne... io non sento l'invecchiamento o la paura di andare in moto, anzi, acquisisco sempre qualcosa; oggi ci si butta fuori dalla moto, ho attraversato cinquant'anni di stili di guida; mi rinnovo sempre e mi piace”.

Anche tu avrai degli acciacchi, dai... “per fortuna no! Ho invece avuto alcuni incidenti non disastrosi: con l'Honda 1000 sei cilindri mi ruppi il femore senza nemmeno sporcare i pantaloni, con la Vespa spalla e piatto tibiale, con la Norton – ma fu colpa mia, che non mi resi conto che il cambio era rovesciato e invece della terza misi la prima – tibia e perone”.

Questo per dare la dimensione di “non disastroso”. Tutto è relativo, in questa vita. Che rapporto hai con il rischio? “La moto non è come l'aereo, che se va qualcosa male va giù e addio... ci vuole cervello. Si può morire anche per la strada, da un momento all'altro”.

Ma è più facile andare forte oggi, con tutti gli aiuti elettronici, o trent'anni fa con le moto a carburatori? Prima si rischiava la morte per andare a passeggio... è più facile andare forte oggi ma bisogna comunque avere esperienza. Una volta si andava sulla Faentina, erano gli anni '90. Tempi diversi, meno traffico e strade migliori, ma comunque nelle curve non entravo mica a palla, altrimenti non sarei ancora vivo. Non ho una moto del cuore. Ho avuto la RSV4 Aprilia, la R1 a scoppi irregolari, l'R1M, il 1299 S, che era magnifica, ma appena ho preso il V4... un altra roba, una bomba”.

Qual è la tua moto ideale? Se uscisse una moto da 100 cavalli e 150 chili do via il V4. La moto deve essere leggera, il tempo si fa in curva non in accelerazione”.

Troppo facile dipingere Fiasco come il modello che vorremmo imitare, l'esempio per tutti noi che ci siamo buttati giù al primo capello bianco (per chi ancora li ha) e superata la crisi di mezza età decidiamo che è finalmente ora di rilassarci e che le emozioni non fanno più per noi, che le passioni sono una cosa da giovani ricchi, che la moto va guidata pensando che ci si può far male e che la famiglia ci impone rinunce.

Fiasco se ne frega. “io sono una persona normale, come tutti”.

Cosa pensa tua moglie? “Anche lì ho fatto il record... 56 anni con mia moglie. Ma anche lì, tu lo sai, bisogna tenere acceso il cervello. Mai andare d'istinto, troppo facile fare bum, bum, bum e buttare all'aria tutto”.

No, io ti chiedevo cosa pensa di te tua moglie... “mia moglie dice che sono un gran puttaniere”.

Normale. Come tutti.