Rea: "MotoGP e Superbike, diversissime nell'elettronica"

Rea: "MotoGP e Superbike, diversissime nell'elettronica"
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Jonathan Rea, sostituto dell'infortunato Stoner, nell'ultimo periodo ha corso alternativamente su Superbike e MotoGP. Un interessante confronto sullo stato dell'arte dell'elettronica nelle due specialità
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4 ottobre 2012

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Difficile trovare un pilota che possa dare un opinione più informata di quella di Jonathan Rea in merito alle differenze fra l’elettronica di una MotoGP e una Superbike. Negli ultimi due mesi, a seguito dell’infortunio di Casey Stoner, l’irlandese ha infatti alternato la sua CBR1000RR Ten Kate alla RC213 del team interno. Trovandosi quindi nella posizione di poter offrire un interessantissimo insight rispetto al livello di entrambe in un'intervista pubblicata sul britannico Motomatters.


«Le strategie del controllo di trazione sono completamente diverse» ha spiegato Rea. «Nel Mondiale Superbike, nel corso della gara, tendo ad aumentare il livello d’intervento del controllo di trazione – di fatto, più ci si avvicina al finale più si cerca di risparmiare gomma. Qui sembra funzionare tutto al contrario, perché bisogna ridurre l’intervento del traction control e lasciare che la moto derapi di più, altrimenti si finisce per andare molto più lenti» Non è stato tanto il numero di opzioni disponibili – molto superiore su una MotoGP rispetto ad una Superbike – quanto l’approccio diametralmente opposto richiesto dalle due. Rea ha identificato il problema maggiore nel fatto che con la MotoGP la differenza fra i tempi che si staccano con la soluzione ottimale e una penalizzante è comunque talmente contenuta che si fatica a capire quale strategia sia quella più redditizia finché non si ha una sufficiente dose di esperienza. «Le possibilità in MotoGP sono infinite» entra nel dettaglio Rea. «Essendo piovuto durante le libere a Misano ed Aragon non potevamo certo fare un long run in qualifica per permettermi di capire come si comporta il controllo di trazione - dovevamo puntare ad una buona posizione in griglia. A Brno ho praticamente dovuto ri-imparare a guidare, quindi non conta. E’ stato qui che ho iniziato a capire cosa significhi guidare una MotoGP, ma ho ancora molto da imparare». In particolare, ha spiegato Jonathan, girando molto di più con gomme consumate e facendo simulazioni di gara per capire come cambia il comportamento della moto, e dunque come va gestito dal punto di vista dell’elettronica. Jonathan ha spiegato come in Superbike l’elettronica, pur avanzata, non è così fondamentale come in MotoGP, e il pilota possa dare un maggior contributo nella guida. Prova ne sia il fatto che la gestione elettronica della sua Honda (un pacchetto commerciale sviluppato da Cosworth), pur non all’altezza della concorrenza, non gli impedisce di essere competitivo in Superbike anche se, ovviamente, poter avere il sistema HRC sulla sua CBR non sarebbe affatto male.

 

Qui sembra funzionare tutto al contrario, bisogna ridurre l’intervento del traction control e lasciare che la moto derapi di più


Un altro aspetto per cui la derivata di serie si può permettere di fare a meno del livello di sofisticazione impiegato in MotoGP sta nella maggior guidabilità in uscita di curva. «La Superbike è più facile da gestire – quando si apre il gas sulla MotoGP non sembra di far succedere nulla direttamente, mentre sulla Superbike sento un collegamento molto più diretto fra acceleratore e gomma posteriore».

 
La connessione fra acceleratore e ruota posteriore, falsata dal ride-by-wire e da tutte le strategie elettroniche necessarie a limitare al minimo il consumo di carburante per finire la gara con soli 21 litri, è da sempre – diciamo almeno dall’avvento delle 800 – una sorta di Sacro Graal per i tecnici dei reparti corsa giapponesi. Tanti piloti hanno spesso identificato nella mancanza di feeling sulla manopola destra il fattore limitante, tanto che Honda nel 2010 ha iniziato a montare un trasduttore di coppia all’uscita pignone per monitorare le risposte della moto a fronte delle richieste del pilota. Obiettivo: affinare la propria gestione elettronica, e – incidentalmente, anzi no – tararla alla perfezione per utilizzare al meglio il cambio seamless montato nel 2011. Insomma, meglio la MotoGP o la Superbike da guidare? «Ci sono vantaggi e svantaggi. Ma mettiamola così: potremmo imparare molto da questo box…»