Incidenti in moto: le nostre infrastrutture colpevoli il doppio della media europea

Incidenti in moto: le nostre infrastrutture colpevoli il doppio della media europea
Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
Secondo gli ultimi dati disponibili sugli incidenti avvenuti in Italia, si nota da una parte la riduzione di vittime e di feriti su motocicli e ciclomotori, ma anche che la responsabilità attribuibile alle infrastrutture è doppia rispetto alla media europea
  • Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
12 maggio 2015

Le statistiche relative agli incidenti che hanno visto coinvolti sulle nostre strade i guidatori, e i passeggeri, di ciclomotori, moto e scooter raccontano che negli ultimi cinque anni il numero delle vittime è diminuito del 37,9%, mentre se si guarda all'ultimo decennio la riduzione è stata del 45,4%. Valori superiori alla diminuzione del parco circolante conosciuta dal 2007 a oggi e anche alla più contenuta diminuzione d'uso delle due ruote che la crisi degli ultimi anni ha provocato e che soltanto nell'ultimo anno – stando ai consumi di carburante - pare aver recuperato.

Il calo c'è stato, complici tante ragioni come la migliore sicurezza dei mezzi più recenti, la maggiore diffusione di caschi qualitativamente migliori e di protezioni omologate; ci piace pensare che sia dipeso anche da una maggiore consapevolezza e prudenza da parte di motociclisti e automobilisti ma, comenque sia, moltissimo resta da fare.
Dati statistici del 2013 alla mano, sono gli ultimi analizzati, emerge che in Italia il numero delle vittime su due ruote è di una ogni 9.400 veicoli circolanti. Nel 2013 le vittime alla guida di ciclomotori sono state 133 – nessuna variazione rispetto al 2012 – mentre i feriti sono diminuiti del 15,1% scendendo a 15.739. In Italia nel 2013 il parco circolante dei ciclomotori era di poco superiore a due milioni di unità.

Le vittime alla guida, o come passeggeri, di moto e scooter sono state invece 774, ovvero il 13,5% in meno rispetto all'anno precedente, mentre i feriti sono stati 45.519, in calo dell'8,9% rispetto al 2012. Il parco motocicli circolante nel 2013 era di poco inferiore a 6,5 milioni di unità.
Nel rapporto fra circolante e vittime siamo subito alle spalle dei Paesi europei più virtuosi. Dove invece la situazione peggiora è nella corresponsabilità attribuibile alle infrastrutture: secondo lo studio MAIDS, ovvero Motorcycles Accidents In Depth Study, le condizioni inadeguate delle infrastutture italiane sono state corresponsabili nel 25% degli incidenti. Uno su quattro, circa il doppio della media europea. Nel corso del 2013 la presenza di ostacoli accidentali o fissi sulle nostre strade ha provocato la morte di 89 utenti di due ruote (motocilisti nel 27% dei casi) e il ferimento di altri 1.811.

Un serio programma di intervento su strade, protezioni salva motociclisti e segnaletica ridurrebbe quindi significativamente le vittime alla guida delle due ruote e, come sottolinea l'ANCMA, “Un impegno della sfera pubblica comporterebbe anche un forte contenimento dei costi sociali provocati dagli incidenti stradali: quelli a carico dei motociclisti ammontano a 4,8 miliardi di euro”.

Argomenti