Gli airbag intelligenti di In&motion arrivano finalmente in Italia

Gli airbag intelligenti di In&motion arrivano finalmente in Italia
L'azienda francese specializzata in sistemi di protezione attiva per motociclisti apre la filiale italiana. La stessa tecnologia testata da Zarco ed Espargarò in MotoGP ora disponibile per tutti i rider, con algoritmi che rilevano le cadute in 30 millisecondi
2 ottobre 2025

Quando si parla di sicurezza in moto, la rivoluzione passa dall'intelligenza artificiale. In&motion, azienda francese con sede ad Annecy, ha scelto proprio l'Italia per il suo terzo mercato strategico dopo Stati Uniti e Germania. Non una mossa casuale: il nostro Paese rappresenta uno dei bacini più importanti d'Europa per cultura motociclistica e numero di appassionati.

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Dalla MotoGP alla quotidianità: come funziona la tecnologia

Il sistema di In&Motion è diverso dagli altri. Al centro di tutto troviamo l'In&box, una centralina equipaggiata con accelerometri, giroscopi e GPS che esegue 1.000 analisi al secondo dei movimenti del pilota. Quando l'algoritmo predittivo rileva un'anomalia compatibile con una caduta, servono meno di 30 millisecondi per l'attivazione e altri 30 per il gonfiaggio completo del cuscino airbag. Tempi da MotoGP, appunto: non a caso la tecnologia è stata collaudata da piloti come Johann Zarco e Aleix Espargarò prima di arrivare sul mercato consumer.

L'approccio di In&motion parte dalle competizioni per un motivo facilmente comprensibile: è lì che le sollecitazioni raggiungono i livelli più estremi. "Se protegge piloti che corrono a 300 km/h, per chi va su strada è il massimo della sicurezza", sintetizza Rémi Thomas, co-founder e CEO dell'azienda. Il dato francese delle gare nazionali 2024 sembra dargli ragione: con l'80% dei piloti che usano airbag e un tasso di attivazione del 95%, l'addome è risultata la parte meno traumatizzata.

Tecnologia condivisa: quando l'utente migliora il prodotto

Un aspetto interessante del sistema In&motion è il crowdsourcing dei dati. Gli oltre 120.000 utilizzatori nel mondo possono sincronizzare in forma anonima le informazioni raccolte durante l'uso, alimentando il machine learning che affina costantemente gli algoritmi. Sono già 300 milioni i chilometri che hanno contribuito a "educare" il sistema, con una media di circa 20 interventi al giorno in caso di caduta.

Il team di ricerca e sviluppo conta una cinquantina di ingegneri, affiancati da specialisti in biomeccanica. Un investimento che si traduce in prodotti oggi integrati nei capi di 12 marchi partner internazionali – da Honda a Ixon, passando per Tucano Urbano, Klim e Furygan – e distribuiti in oltre 2.000 punti vendita tra Europa, Stati Uniti e Giappone.

Formule flessibili per ogni tipo di utilizzo

Sul fronte commerciale, In&motion propone diverse formule di attivazione dell'In&box, per adattarsi alle esigenze di chi usa la moto in pista, su strada o in offroad. Una strategia che punta sulla flessibilità d'acquisto, tema centrale per il mercato italiano dove molti motociclisti cercano soluzioni modulabili.

"Portare questa competenza in Italia significa mettere a disposizione dei motociclisti una soluzione già collaudata nelle competizioni e accessibile a tutti", spiega Giovanna Caneo, Business Manager di In&motion Italia. L'obiettivo dichiarato è replicare i numeri francesi, dove la diffusione degli airbag ha già modificato le statistiche sugli infortuni nelle gare.

Partenza con il piede giusto: roadshow ed eventi

Per presentarsi al pubblico italiano, In&motion ha programmato un calendario di eventi dove sarà possibile toccare con mano i prodotti e assistere a dimostrazioni live. Tra i primi appuntamenti ci sono stati l'Eternal City Moto Show di Roma e la Transitalia EXPO di Rimini, già a partire da settembre e moltri altri sono in arrivo.

Una mossa che rivela l'intenzione di costruire un dialogo diretto con i motociclisti, superando la diffidenza ancora presente verso i sistemi di protezione elettronici. Perché se la tecnologia c'è e funziona – e i dati sembrano confermarlo – il vero scoglio rimane spesso culturale: convincere chi guida che un airbag non è solo per i professionisti.

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