Guida a Kawasaki Z750

Ha fatto centro tra le naked con una ricetta rivoluzionaria: motore maxi, dimensioni mini e prezzo da media. Nel 2008 si conferma best seller. Quotazioni, pregi e difetti
14 ottobre 2008


La più amata dagli italiani
Nel 2008 Kawasaki Z750 è in testa alle vendite di moto in Italia, forte di 6.384 unità immatricolate nei primi 9 mesi dell'anno. La sua storica rivale, Honda Hornet 600, si trova distanziata da oltre 1.500 moto e difficilmente riuscirà a ricucire il distacco negli ultimi mesi dell'anno.
Z750, dalla commercializzazione datata 2004, ha portato scompiglio nell'agguerrito segmento delle naked sportive di media cilindrata, sino ad allora terreno di conquista di Honda Hornet, Yamaha Fazer  e Ducati Monster.
La moto di Akashi ha fatto leva su due argomenti molto convincenti, che in breve hanno conquistato i motociclisti europei.
In primo luogo il prezzo (7.250 Euro), che posiziona la settemezzo Kawa al di sotto delle rivali dirette.
In secondo luogo il motore di 748 centimetri cubici che sfodera 110 cavalli a 11.000 giri/min e, soprattutto, mostra una schiena ai medi regimi sconosciuta alle concorrenti a 4 cilindri di soli 600 cc.
Kawasaki Z750 non punta su soluzioni tecniche avveniristiche o su materiali particolarmente pregiati, ma fa della solidità e dell'immagine aggressiva le sue armi più affilate.
Motore quattro cilindri in linea raffreddato a liquido, telaio in acciaio, sospensioni tradizionali e freni a disco di grande diametro sposano linee taglienti. La vista laterale è dominata dal codino appuntito e, sul lato destro, dal voluminoso terminale di scarico di chiara matrice sportiva.
Vi descriviamo l'evoluzione di Z750 a partire dal primo modello del 2004 sino alla versione che vedremo sulle strade nel 2009, aggiornata nella grintosa livrea bicolore.
Forniamo ai lettori, unitamente alla storia del modello, le quotazioni di QMOTO (la pubblicazione periodica di Moto.it che riporta i valori reali dell'usato dei motocicli, ottenuti sulla base di elaborazioni statistiche della banca dati di Moto.it).

Kawasaki Z750 (2004 - 2006) 
Debutta e va subito a segno. Potente, aggressiva e forte di un prezzo low cost che spiazza molte concorrenti.
Spinta da un 4 cilindri a 16 valvole da 748 cc raffreddato a liquido, sfrutta un moderno impianto di iniezione elettronica che permette alla moto di rispettare i parametri antinquinamento Euro2 di sviluppare ben 110 cavalli a 11.000 giri/min.
La strumentazione è presa in prestito dalle cattivissime Ninja e comprende il contagiri a cristalli liquidi, il tachimetro a cristalli liquidi digitale e gli indicatori digitali del livello carburante e della temperatura.  All'immagine racing contribuiscono i panciuti pneumatici montati sui cerchi in lega a 6 razze.
Infine il silenziatore di scarico, a sezione ovale, è realizzato in acciaio inox.
Tre i colori disponibili: blu, rosso e nero.
Nel 2005 arriva l'elegante colorazione argento, mentre nel 2006 è la volta della poco diffusa versione arancione (oltre al nero e all'argento che restano in listino).
Omologazione: Euro 2 (mezzi immatricolati dal 01/01/2003 e riportanti la dicitura 2002/51 Fase A).
Prezzo Nuovo (2003 - 2006):  da 7.250 €
Quotazione ritiro da concessionario: 3.400 € (2003); 3.570 € (2004); 3.730 € (2005); 3.900 € (2006).
Quotazione vendita: 4.260 € (2003); 4.460 € (2004); 4.660 € (2005); 4.870 € (2006).

Kawasaki Z750 (2007-2008)
New look. Lo spirito non cambia, l'immagine sì.
La Zeta acquista linee ancor più taglienti e gonfia i muscoli. Appaiono infatti due rinforzi in alluminio pressofuso che fanno da sostegno al motore, permettendone un posizionamento più vicino al baricentro della moto. Calano anche le vibrazioni, presenti sui modelli degli anni precedenti.
L'impianto d'iniezione elettronica migliora e riceve iniettori ultrafini che, in abbinamento coi corpi farfallati di minore diametro, migliorano la risposta ai bassi regimi.
Si perdono 4 cavalli (ora 106), ma scende il regime in cui questi vengono erogati (10.500 giri/min contro 11.000 giri/min). La moto rispetta inoltre i parametri antinquinamento Euro3.
Arrivano le margherite. I freni a disco hanno dal 2007 il disegno a margherita, una soluzione che riduce il peso, migliora il raffreddamento e appaga la vista. La nuova forcella rovesciata da 41 mm diametro sostituisce la precedente a steli convenzionali, mentre la sospensione posteriore Uni-Trak è dotata di un ammortizzatore con serbatoio separato.
Il nuovo serbatoio da 18,5 litri ha una forma più stretta nella zona di contatto con le gambe e garantisce una posizione in sella meno affaticante.
Cambia anche la strumentazione, dal disegno più ricercato ed elegante.
Inedito è infine il silenziatore a sezione triangolare in cui viene inserito un dispositivo utile a regolare i flussi di pressione in modo da migliorare la risposta ai bassi regimi.  Nel 2007 sono disponibili le colorazioni verde, nero e argento. Nel 2008 al nero si affiancano l'arancione e il blu scuro.
Omologazione: Euro 3 (mezzi immatricolati dal 01/01/2006 e riportanti la dicitura 2002/51 Fase B).
Prezzo Nuovo: 7.450 €
Quotazione ritiro da concessionario: 4.310 € (2006); 4.490 € (2007).
Quotazione vendita: 5.390 € (2006); 5.610 € (2007).

Kawasaki Z750 (2009)
Rivoluzione grafica. La Zeta è presentata in una spettacolare livrea bicolore che accosta il verde al nero. Viene introdotto anche il blu imperiale e resta invariato il classico nero.
Omologazione: Euro 3.
Prezzo Nuovo: 7.450 € (versione base); 7.950 € (versione ABS).

Clicca qui per leggere la prova di Moto.it

COSA DICE L'ESPERTO

Ci siamo rivolti a Riccardo Buffa, responsabile tecnico del Centro Moto Lodi, per scoprire le virtù, le pecche, i richiami e tutto quanto è utile sapere della naked di Akashi.

Quali sono i pregi principali di Z750 e delle due versioni che si sono succedute negli anni?
Riccardo Buffa: "Sicuramente il motore, per come è stato concepito dalla stessa Kawasaki, è la colonna portante del progetto Z750. A differenza delle altre naked di 600 cc, non deriva dai propulsori supersport, in genere carenti di coppia ai medi regimi. È frutto di uno specifico progetto, che regala alla moto doti di elasticità e di ripresa uniche nel segmento delle moto nude di media cilindrata. Anche il telaio fa la sua parte, grazie a quote ciclistiche che rendono la moto molto comunicativa. Fai 100 km e ti sembra di averla guidata da sempre".

Ci sono dei model year da preferire rispetto ad altri?
Riccardo Buffa: "I modelli sono due, ma presentano lo stesso propulsore, solo leggermente rivisto. Con la seconda serie del 2007 la Zeta ha perso un po' di verve per poter rientrare nei parametri Euro3, ma dall'altra parte ha guadagnato la forcella a steli rovesciati, che migliora molto la guida quando il ritmo si fa più brillante. Consiglio sicuramente la seconda versione, anche in virtù degli aggiornamenti telaistici che hanno ridotto il tasso di vibrazioni".

Chi le cerca?

Riccardo Buffa: "Piace soprattutto ai giovani, a chi va dai 20 ai 35 anni. Un plus importante è rappresentato dal fatto che tutti i modelli Kawasaki, esclusa la ZX10R, possono essere depotenziati dagli acquirenti neopatentati con una spesa molto contenuta (circa 100 Euro sulle moto nuove, poco di più se di seconda mano). Così anche il neopatentato può acquistare una Z750 e convertirla a potenza piena quando ne avrà i requisiti. Kawasaki è infatti l'unica azienda che consente questa operazione in un senso e nell'altro".

La moto ha subito dei richiami?
Riccardo Buffa: "La prima versione non ha subito alcun richiamo. I modelli del 2007 sono stati oggetto di un richiamo al cavo della frizione. Ma mai nulla di serio, la moto nasce davvero bene".

Difetti ricorrenti?
Riccardo Buffa: "Sul modello 2007 qualche utente aveva lamentato il fatto che la moto tirasse leggermente a destra quando si toglievano le mani dal manubrio. Abbiamo fatto tutte le verifiche del caso, ma la moto non presenta alcuna anomalia. Tutte le moto - chi più, chi meno -  con uno scarico singolo tendono in minima parte nella direzione della marmitta. Infatti il difetto non si presenta mai sulle moto dotate di doppio silenziatore".

Cosa consigli di guardare in particolare, prima di staccare l'assegno?
Riccardo Buffa: "E' una moto a prova di bomba. Consiglio di guardare lo stato di usura generale, perché i ricambi costano e la cattiva manutenzione fatta dal precedente proprietario può incidere parecchio. Guardate con attenzione anche le verniciature dei carter motore. Erano un po' deboli sui primi modelli e i lavaggi con i getti ad alta pressione potevano danneggiarle ".

Qual è la cadenza degli interventi di manutenzione programmata?

Riccardo Buffa: "Il primo tagliano è a 1000 km, il secondo a 6000 km. In seguito i controlli vanno eseguiti ogni 6000 km".

Andrea Perfetti

Argomenti