Epoca. Novegro

Moto anni ’90 che prendono la via dell’estero per pochi euro, mezzi degli anni ’70 a prezzi da capogiro. E la speranza di concludere un affare last minute. Il mercato di Novegro è questo e molto altro
4 marzo 2008



Saluto con un bacio mia moglie uscendo di casa. Lei scherzando mi dice: "Bacio di Giuda, dove stai andando?".
Rispondo mogio: "A Novegro, ma ci vado senza soldi e senza libretto degli assegni. Praticamente è come se fossi diabetico e andassi in visita alla Rinnomata Pasticceria del Corso. Una tristezza."
E lei, stampandomi un bacio sulla guancia: "Divertiti piuttosto e non mangiare troppi dolci".

Il fatto è che non ho nulla da comprare, ma lei non lo sa. Così pensa che veramente mi sto dando una regolata e la smetto di spendere soldi inutilmente. Piccola strategia del buon andamento famigliare.

La Mostra-scambio di Novegro è forse la più importante fiera in Italia (insieme ad Imola) dell'antiquariato motoristico.

Si trova di tutto: dai trattori a testa calda, alle biciclette dei postini svizzeri. Dagli strumenti musicali a oggettistica inneggiante al nazismo con piatti e stoviglie col ritratto di Zio Adolfo. Ha da venì Baffone a cena e poi ti voglio vedere a servire la minestra!

Questa edizione mi sembra in calo di visitatori. Poche code ai parcheggi, alle casse, alle piadine e pure ai caffè all'interno dei padiglioni. Si cammina tranquilli lungo i vialetti tra le piazzole espositive. Probabilmente è il segno che la mancanza di denaro superfluo è una realtà.

Ma non buttiamola in politica e torniamo ai nostri vialetti tra la ferraglia. Si è vista tanto modernariato, ovvero mezzi degli anni ‘90, soprattutto giapponesi che prendono la via dell'estero.
Qui da noi moto di dieci anni non valgono nulla, ma all'estero, dai Balcani alle Piramidi, hanno ancora i loro spazi di mercato. Poche le offerte di mezzi degli anni ‘70 e ‘80 e a prezzi da capogiro.

Molte moto invendute durante l'edizione di novembre tentano nuovamente la sorte, ma ritorneranno a casa anche questa volta col cartellino del prezzo appeso sul manubrio.

C'è qualche bel pezzo ad un prezzo corretto e questo, sicuramente fa sì che le trattative vengano concluse. Ho visto passare di mano una Jawa 360 ex americana, ho visto passare di mano qualche altra motoretta in condizioni pietose, ma a prezzi più che accettabili.

Idem per i ricambi: le cose che hanno un prezzo corretto sono vendibili. Chi spara alto al sabato mattina perché bello fresco e combattivo, arriverà stralunato alla fine del mercatino.

Chi è esperto e ha l'occhio vigile, riesce comunque a fare qualche buon affare, cercando con santa pazienza tra le scatole e i banchetti. Chi è più svogliato come me, non trova nulla di interessante e passa il tempo a chiacchierare.

Domenica pomeriggio sono tornato per verificare quanto si dice, che all'ultimo minuto tutti svendono come le pescherie il pesce al sabato sera.

Molti stand sono già stati sbaraccati e il pubblico è poco numeroso. Domando a qualche espositore com'è andata e tutti sono concordi nel fatto che c'è stato un grande calo di affluenza rispetto a novembre, però le vendite non sono andate così male come si pensava.
E io che già mi stavo preoccupando dell'economia mondiale che si rispecchiava sui mercatini.

Anche oggi non ho trovato quello che cercavo, eppure so che c'è: una leva del cambio con lo snodo a meno di 10 euro è un'utopia? Pare di sì anche all'ultimo minuto. E allora che ci vado a fare a Novegro?

Bella domanda, visto che mi sento come un diabetico in una pasticceria.


Paolo Sala

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