Enduro Vintage Trophy 2021. È la Francia di Peterhansel

Enduro Vintage Trophy 2021. È la Francia di Peterhansel
Piero Batini
  • di Piero Batini
Peterhansel, Charbonnel, Viardot. Gli italiani, out dal Trofeo per il guasto a Grasso, vincono il “Vaso” e quasi tutto il resto. Vince l’Elba e vincono gli elbani. Manifestazione affascinante, concentrazione di passione e entusiasmo
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
24 ottobre 2021

Portoferraio, 23 Ottobre 2021.  L’Enduro al mare, al lago o in riva al fiume è passione e fascino. Se materializzate l’idea di un Trofeo evocativo della sei Giorni Internazionale di Enduro, della sua storia e della sua filosofia in un Enduro Vintage Trophy dovete moltiplicare l’esito per mille. Portoferraio entra nella leggenda per la seconda volta, esattamente dopo 40 anni.

La prima volta fu nel 1981 quando la Sei Giorni di Daniele Papi, per molti versi semplicemente rivoluzionaria, espresse un successo agonistico, organizzativo e di pubblico senza precedenti. Per la cronaca l’Italia vinse il Trofeo e il “Vaso d’Argento”, la coppa degli Junior, “ammazzando” una concorrenza micidiale e mondiale. Da lì è nata la leggenda, un ricordo che gonfia i cuori degli appassionati.

L’Enduro Vintage Trophy è evocazione e attualità. Infatti non è solo ritrovare e ritrovarsi, è proporre qualcosa che produce un film di passione entusiasmante e contagioso, una pandemia di esaltazione dell’amore per la “Regolarità”. 400 partecipanti ammessi al via, si dice almeno 150 in lista di attesa e poi desolatamente costretti a rinunciare.

L’Italia doveva difendere il Titolo conquistato in Portogallo da Passeri, Rinaldi e Sala, era stata la prova generale di quella che oggi possiamo considerare una tendenza consolidata, una realtà. L’Italia di Mister Mazzoleni si ripresenta all’Isola d’Elba con una nuova formazione. Ne fanno parte Enrico Tortoli, Tullio Pellegrinelli e Giorgio Grasso. La concorrenza è diventata più forte e numerosa, ma già sulla banchina soleggiata dello “Scoglio”, non si parla d’altro che della “sfida”…

E veniamo al sodo, della leggenda parleremo ancora e più avanti. Gli elbani hanno fatto un lavoro gigantesco, un percorso da capogiro e speciali “professionali”, non il solito giro per accontentare i più. Ne esce una tre giorni tecnicamente impeccabile, spettacolarmente invidiabile.

Si va al gong della tre giornate di gara, due sui percorsi dell’enduro “classico”, il terzo sul “Crossdromo del Buraccio” ricavato dal pieno per lo scontro finale. Una mini Sei Giorni, insomma, dedicata alle vecchie glorie, meccaniche e… umane. Dunque, il primo giorno si ritira Giorgio Grasso, il secondo Alessandro Gritti. La Squadra del Trofeo (over 50) è out, il mito italiano della specialità torna a casa dopo un incidente stradale. Niente di grave, ma un bel giramento… Pellegrinelli e Tortoli ce la mettono tutta per tenere alto l’onore e l’orgoglio personale, ma la questione di fondo è, ahimè, risolta. Restano due temi che mandano a fondo scala l’attenzione per l’evento. La travolgente sfida della Francia, che tira dritto verso la conquista del Titolo e del Trofeo, e il duello tra i due migliori in assoluto.

Si tratta di un confronto in qualche modo impari, due generazioni diverse e quindi non allineate dalle regole del gioco ma, chissenefrega, è il bello della gara, della sfida tra due Piloti incapaci di prenderla alla leggera.

Da una parte Stephane Peterhansel, Yamaha 250, dall’altra Matteo Rubin, KTM 250. Botta e riposta, l’italiano e il francese se le suonano dalla prima all’ultima delle 15 Speciali complessive, avanti uno avanti l’altro. Alla fine la spunta il francese, l’italiano è secondo a mezzo minuto dopo tre giorni di serrato testa a testa. A Stephane la nostra solita overdose di rispetto, a Matteo di ammirazione. Entrambi hanno interpretato la Gara senza lasciare niente al caso e senza mai demordere, dando prova di quell’agonismo che ne animava l’attività “pro” ai loro rispettivi tempi da Campioni del Mondo.

L’”Olimpiade” Vintage dell’Enduro premia la Francia, l’abbiamo detto. Thierry Viardot, Laurent Charbonnel, Stephane Peterhansel, inarrivabili dai tedeschi Weber, Von Zitzewitz e Steinel, indietro di oltre sei minuti, e dagli spagnoli Baldiri, Riera e Castey inoffensivi a altre mezz’ora dai vincitori. Ma torniamo a noi, al “resto che conta”, ai vincitori del Vaso d’Argento Vintage. Sono gli italiani del MC Pantera A Luigi Mazzoni, Maurizio Bettini e Mario Graziani, di misura sulla squadra Gilera Arcore F (Buratti, Scovolo, Pagani) e sui Sorci Verdi B (Findanno, Signorelli, Bernardi).

Parliamo ancora, di gente che ha vinto all’Elba ce n’è tanta! A partire da Bruno Birbes e la sua Muller 50!

 

© Immagini – PB - Elba Vintage Trophy