Ducati Multistrada 2013 vs 2010, cosa cambia davvero?

Ducati Multistrada 2013 vs 2010, cosa cambia davvero?
Un nostro appassionato e esperto lettore ha provato il nuovo modello della Ducati Multistrada mettendolo a confronto con la sua Multistrada, modello precedente. Cosa cambia davvero nell'uso quotidiano?
23 ottobre 2012

Un amore a prima vista, quel feeling straordinario ed immediato che si percepisce quando si prova una moto che sembra tagliata su misura. Questo ho vissuto due anni fa quando ho usato la Multistrada 1200 S per una prova. Nel giugno 2011 e' arrivata la mia S Touring, con cui ho percorso 8000 km e che uso tutto l'anno. Ho quindi accolto con piacere e curiosita' l'invito a provare la nuova versione 2013 della mia amata rossa, direttamente dove viene prodotta, nella mitica fabbrica di Borgo Panigale.

Devo dire che varcare i cancelli della fabbrica mi ha dato un'emozione particolare, sovrapponibile a quella provata a Maranello quando andai a visitare la Ferrari. Per un ducatista appassionato e' il coronamento di un sogno, valorizzato dalla visita del museo dove sono raccolte le moto piu' significative, dagli albori della produzione alle motoGP attuali. Dovunque si va si percepisce una passione infinita per la moto e tutto quello che la circonda. Notevole il colpo d'occhio delle Multistrada schierate nel parcheggio, pronte per la prova. Dopo il briefing tecnico in cui l'ingegnere capo del progetto ci illustra le novita' e le caratteristiche del nuovo modello, il mitico Beppe Gualini ci mostra il giro che andremo a fare sui colli circostanti, strutturato su percorsi e fondi stradali diversi, in modo da poter testare la Multi con tutti i riding mode presenti.

IN SELLA

Nulla di nuovo rispetto alla mia, la posizione di guida è ottimale e rilassante, tutto e' a portata di mano. Le differenze sono nel cupolino, piu' alto e largo, dotato di un geniale sistema di regolazione, che consente di muoverlo usando una sola mano anche durante la guida, nell'interruttore rosso di accensione più grande e nel vano porta oggetti sulla plancia di destra, maggiorato e con una chiusura piu' sicura.

IL MOTORE

Si parte in configurazione Urban, fin dai primi metri si percepisce la differenza nell'erogazione e la diversità di comportamento. Non ho mai avuto sulla mia gli strappi ai bassi regimi lamentati da molti, basta aprire dolcemente il gas e si viaggia a 2000 giri come un orologio. Questo motore, tuttavia, è decisamente più rotondo e pieno fin dai regimi più bassi e invita a un uso meno frequente del cambio, potendo riprendere senza incertezze anche nelle marce alte a bassa velocità. Sembra di usare uno scooterone, facile e agile, con un motore sempre pronto.
La musica cambia nei tratti successivi della prova, quando si impostano in sequenza le configurazioni Sport, Enduro e infine Touring. La potenza esuberante c'è sempre, ma la schiena più forte ai regimi inferiori rende la guida meno faticosa, potendo riprendere senza scalare continuamente e consentendo così di concentrarsi sulle traiettorie, con indubbi vantaggi sull'efficacia della guida.

LA CICLISTICA

Una sosta durante il giro di prova
Una sosta durante il giro di prova

Le sospensioni semi attive regalano uno strano feeling sull'anteriore nei primi chilometri, tanto la mia è intuitiva e sembra di averla sempre guidata quanto questa a prima vista sembra diversa, con quella forcella che indurisce progressivamente alla pinzata sui freni, mentre la mia affonda decisamente soprattutto nelle staccate energiche, restando comunque sempre controllabile. Questo disorientamento dura pero' solo qualche curva, siamo in configurazione Sport, perchè quello che rendeva perplessi all'inizio diventa un valore aggiunto una volta capito, la moto si muove molto meno nei trasferimenti di carico sia in accelerazione che in frenata, restando molto più neutra e mantenendo l'assetto ottimale.
Ne consegue che, in abbinamento alla maggiore dolcezza del motore, la facilità e la precisione di guida ne guadagnano, consentendo di andare piu' forte ma con meno sforzo, avvertendo una importante sensazione di controllo del mezzo e sicurezza nella guida. Notevole poi la differenza nell'ingresso in curva: la mia, pur intuitiva e facile, andava inserita in traiettoria, questa ci va da sola e ti ritrovi con angoli di piega notevoli senza il minimo sforzo. La semplicità di guida è ulteriormente amplificata dal comportamento delle sospensioni, che livellano le sconnessioni del manto stradale, unitamente a un progresso sia della frenata che del comportamento dell'ABS, adesso veramente al top.

Certo, per i nostalgici delle moto "ignoranti" a carburatori, senza elettronica e altre diavolerie salire sulla MY 2013 apparirà come condurre l'astronave di Star Trek, ma per chi vuole una moto facile e decisamente appagante in tutte le situazioni, questa nuova Multistrada offre un passo nel futuro con margini di sicurezza elevati che la rendono idonea a una vasta platea, anche di motociclisti con media esperienza.


Francesco Mapelli Mozzi