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Secondo l’ultima edizione della ricerca, realizzata su dati raccolti nell’arco di tre anni e basata su oltre 900 città di 36 Paesi, il primato negativo spetta a Istanbul, dove gli automobilisti perdono 118 ore annue immobilizzati nel traffico. Seguono Mexico City (108), Chicago (112), New York (102), Philadelphia (101) e Cape Town (96). La top ten globale comprende anche Londra, Parigi, Jakarta e Los Angeles, ma la curiosità arriva da Dublino, dove chi guida spreca 95 ore, peggio di molte metropoli più grandi pur non rientrando formalmente nelle prime dieci.
Il punteggio finale non tiene conto soltanto delle ore perse, ma anche della velocità media nelle ore di punta e della cosiddetta last mile speed, ossia la rapidità con cui si percorre l’ultimo tratto verso una destinazione. Un indicatore fondamentale per logistica e consegne, ma anche per capire l’efficienza complessiva di una rete urbana.
In ogni caso, è il tempo sprecato in coda il vero discriminante e, per chi usa la moto ogni giorno, basta guardarsi attorno ai semafori per capire quanto sia prezioso poter scivolare tra le corsie con un mezzo più snello.
Italia: Roma e Milano guidano la classifica… ma non è una buona notizia!
Nel nostro Paese la fotografia scattata da Inrix evidenzia una congestione in crescita, in linea con il trend globale (il 62% delle aree urbane mondiali ha visto peggioramenti). La città più bloccata d’Italia è Roma, che si piazza 17ª nel mondo e 4ª in Europa, con 76 ore annue perse nel traffico. Poco meglio Milano, 24ª a livello globale, con 67 ore, nove in meno della Capitale.
Sebbene le velocità di punta siano leggermente migliorate - 35 km/h a Roma (erano 34) e 39 km/h a Milano (contro 35 del 2024) - la congestione complessiva resta elevata. Dietro le due grandi metropoli troviamo, considerando solo le ore in coda, Brescia (72ª nel mondo), Bergamo, Varese, Firenze, Palermo, Genova, Reggio Emilia e Torino.
Sorprende invece la posizione di Napoli, spesso percepita come caotica: è solo 12ª in Italia per ore perse e 119ª nel mondo, con 43 ore annue.
In uno scenario come questo, le due ruote - dallo scooter urbano alla maxi tourer - diventa più che mai una soluzione concreta. Non è un caso se, nelle città più congestionate, le immatricolazioni delle due ruote restano alte: muoversi in moto significa recuperare tempo, ridurre le conseguenze indirette dello stress da traffico e, in molti casi, diminuire anche l’impatto ambientale grazie ai nuovi modelli a basse emissioni.
Le cifre dell’Inrix Scorecard mostrano che le infrastrutture urbane faticano a tenere il passo dei flussi di mobilità moderni. Investire in trasporto pubblico, ciclabilità e soluzioni sostenibili è fondamentale, ma allo stesso tempo il ruolo delle moto nella mobilità quotidiana - rapide, agili, meno ingombranti - merita maggiore riconoscimento nelle politiche urbane.