Alluvione in Emilia Romagna, FMI e motociclisti/1: un’Armata Pronta a Intervenire, ma Solo i Singoli Soldati Possono Farlo

Alluvione in Emilia Romagna, FMI e motociclisti/1: un’Armata Pronta a Intervenire, ma Solo i Singoli Soldati Possono Farlo
Piero Batini
  • di Piero Batini
Il quadro burocratico che si interpone al “libero” intervento. L’impegno della FMI, il “bypass” delle sue linee guida per un coordinamento indiretto. Come fare, insomma, per intervenire. L’intervista a Francesca Marozza, responsabile FMI
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
24 maggio 2023

Emilia-Romagna, 22 Maggio. Quel che è successo in Emilia, in Romagna e tutt’intorno, e tutto quel che ancora può succedere e che comunque avrà un costo elevatissimo, ha scatenato una forte sensibilizzazione. Dapprima incredula, la comunità è scattata al pensiero della solidarietà. Quando succedono cose di questa portata non esistono più colori o parti, non più fortunati e non. Non dovrebbero esistere. Sono emergenze che entrano nell’intimo di tutti, stati d’animo che corrono più forte delle possibilità e che innescano forze impensabili. Il Paese è al fianco degli emiliani, dei romagnoli, e in quel centro di fuoco della natura l’energia reattiva si è moltiplicata. Istantaneamente, più rapida delle circostanze.

Parliamo di noi, più specificamente. Non perché siamo meglio o peggio degli altri bensì, semplicemente, perché spesso l’esempio ha un carattere universale. La notizia è che i Motociclisti si sono attivati, si sono resi disponibili all’intervento, sono partiti per dare una mano. Ancora prima di decidere in che cosa può consistere quella “mano”. Anche, intanto, per avvicinarsi ai luoghi dove possono o potranno essere utili, per essere pronti all’istante all’azione.

La calamità è materia di pertinenza della Protezione Civile. Che è una macchina complessa e imponente, strutturata su più livelli, ruoli e responsabilità. Come tutte le macchine statali. Forse appena meno perché l’emergenza abbatte molti ostacoli, ma non tutti, e la macchina resta intrisa di regole di procedura e burocrazia. Una montagna di burocrazia. Leggi rallentamenti e ostacoli. All’indomani del disastro, i Motociclisti si sono attivati in varie forme, personale, di gruppo o Moto Club. Come succede in casi di questa portata, senza porsi altra questione che quella stupenda di partire, subito, rendersi disponibili, immediatamente, intervenire, istantaneamente. In questi casi lo slancio appassionato muove forze incredibili ma spesso bypassa l’organizzazione, il coordinamento, la struttura di un piano. L’anima dei Motociclisti si manifesta in questo modo, senza badare all’eventualità di un problema, è un gesto istintivo di totale generosità. Sono partiti in piccoli gruppi, per lo più enduristi, anche da soli, e si sono diretti dove hanno capito che potevano essere utili. Per raggiungere una casa o una famiglia isolate, per portare medicine e cibo, e magari conforto di presenza, per riaprire vie d’accesso tagliate fuori dalla furia degli elementi.

Con l’automatismo di coinvolgimento una cosa i Motociclisti l’hanno dimostrata, ancora una volta e subito, e cioè che non sono quei mostri sciupanatura che una iconografia di pregiudizi, diciamo la verità un po’ datata e consumata, tende a dipingere, e che per luoghi comuni si tende ad associarli a una più generale e pretestuosa ricerca del capro espiatorio di ben altri guai. Ma non è questo l’obiettivo che ha spinto il Motociclista, anche da solo, a portarsi sui luoghi delle sciagure. Salvo poi doversi rendere conto che senza un piano gran parte delle energie possono disperdersi. Un piano è utile, necessario per potersi muovere. Si pensa, allora, che la Federazione Motociclistica Italiana possa avere il ruolo di coordinamento necessario, che possa censire, regolare, distribuire le energie e farle confluire nei punti focali delle necessità. Ma non è così. Ecco che scattano le “formalità”, la burocrazia, gli ostacoli e gli impedimenti. Ne abbiamo parlato con Francesca Marozza, Responsabile FMI per i Rapporti Istituzionali e l’Attività di Protezione Civile.

Francesca Marozza: “La questione è questa: noi siamo inseriti all’interno del dipartimento della Protezione Civile nazionale. Quindi soggetti a un determinato modus operandi che comporta delle regole. Nel momento in cui abbiamo capito quale era l’emergenza, è arrivata la richiesta di attivazione da parte della Protezione Civile. Sulla base delle risposte che ha, la Protezione Civile mette in campo le sue forze. I primi giorni dell’emergenza non ci sono state chieste cose che potevamo dare. Poi sono iniziate a emergere esigenze di tipo diverso, per esempio l’isolamento di alcuni paesi. Noi inizialmente avevamo dato la nostra disponibilità per le ricognizioni degli argini. Ci hanno ringraziato e detto: no. Successivamente abbiamo proposto di fornire un collegamento con quei luoghi isolati per portare, per esempio, medicinali, alimenti, un medico. La questione è che non siamo stati attivati ufficialmente, cosicché per intervenire dobbiamo attendere che arrivi questa attivazione da parte della Protezione Civile. In questo momento un intervento di FMI coordinato dalla Protezione Civile non c’è, non può esserci.”

I Motociclisti fremono, non sono facili alle attese…

FMI:“Naturalmente i “nostri” premono. Dicono: noi siamo pronti ad andare, cosa aspettiamo? Ma una delle prime regole della Protezione Civile è quella di non muoversi in maniera scoordinata perché si rischia di fare danno. Questa è la risposta ufficiale che possiamo dare. Dopodiché succede che alcuni si sono mossi, potremmo dire anche con il nostro “benestare”, però si tratta perlopiù di persone che vivono in quelle aree, che quindi si sono mosse non a titolo federale ma come Motociclisti volontari desiderosi di dare una mano. Ecco le storie degli enduristi, del farmacista di Imola che dorme in farmacia ed è disponibile 24/24. Si tratta dunque di iniziative individuali, di gente del posto che conosce perfettamente la situazione, e che è stata attivata a livello locale più o meno ufficialmente.”

Burocrazia?

FM. “Tanta burocrazia e tante regole. Che vengono percepite come legami ma che finiscono per creare delle situazioni di stallo. Ci sono solo, quindi, delle situazioni puntuali di cui siamo venuti a conoscenza, sulle quali abbiamo chiesto l’intervento, che si devono ritenere quasi private. C’è bisogno lì di questo o di quest’altro? Pronti, ecco i nostri che si muovono, motociclisti insieme alla gente, motociclisti che magari usano la macchina perché devono portare attrezzature, generatori, idrovore, materiale da lavoro.”

Ma i Motociclisti, i Moto Club, si rivolgono a voi per chiedere di essere coordinati, organizzati o inviati, indirizzati verso un’azione di sostegno, di soccorso, oppure c’è molta libertà d’azione?

FM. “Il Moto Club è un’associazione che si può muovere liberamente, e qualcuno così fa. Un Moto Club può essere associato al terzo settore in una Protezione Civile, e quindi si può muovere in questo senso a prescindere. A noi spetta l’operazione di coordinamento dei Moto Club, cosicché la prima cosa che abbiamo fatto, immediatamente, è stata quella di contattare il Presidente del Comitato Regionale Emilia Romagna sollecitando una ricognizione tra i suoi Moto Club per individuare quei volontari motociclisti da impiegare. Sapendo quanti e quali possono essere utili, pensiamo agli enduristi, facciamo quel che possiamo per essere pronti nel momento in cui arriverà la famosa attivazione da parte della Protezione Civile. Di buono c’è che con la Protezione Civile abbiamo aggiornamenti costanti e alla frequenza massima di 6 ore.”

Però questa attivazione non arriva… questo vi fa sentire frustrati, con le mani legate? Oppure, si deve aver pazienza?

FM. “Una delle prime cose che si imparano nell’istruzione alla Protezione Civile è che c’è una gerarchia, quindi chi fa il volontario sa che la prima regola è quella di non muoversi in autonomia. Qualcuno si sente frustrato, sì, certo. Poi, certamente, bisogna stare attenti all’emotività. Si è scossi, si vorrebbe dare una mano, subito, in ogni modo e in ogni caso, però far parte di una struttura nazionale vuol dire anche accettarne e regole.”

Essere entrati nel novero delle entità che possono intervenire è già una conquista… il gioco vale la candela, insomma?

FM. “Sì. I più “interventisti” son lì che scalpitano, ma bisogna capire che nel momento in cui saremo attivati ci presenteremo comunque dall’autorità operativa del luogo, tipicamente i Vigili del Fuoco, e per prima cosa ci metteremo a disposizione. L’intervento vero e proprio sarà ancora rimandato, magari di poche ore, minuti. Dopodiché è chiaro che se ho il vicino di casa con la casa sott’acqua non aspetterò certo l’ordine o l’attivazione: sarò già al lavoro! Ma questa è una questione personale che prescinde dal contesto “burocratico”.

Facciamo il punto. La Protezione Civile sa quel che potete, che possiamo fare? Suggerite loro?

FM. “Costantemente. Spingiamo e siamo pronti. Ma non è finita. Bisogna comprendere e accettare che quando scoppia una calamità del genere, noi siamo connessi con la Protezione Civile nazionale. Entra in gioco l’ansia dell’attesa, che la FMI venga attivata, un passaggio che al momento limita molto la nostra possibilità di intervento. Molte carte, qui parliamo di burocrazia pura. Ecco l’aspetto frustrante. In questo momento si può intervenire solo a livello personale. Allora parte il tam-tam dei Moto Club e i Motociclisti si attivano. Paradossalmente è più snella la possibilità di un Moto Club che si è iscritto come Protezione Civile in un Comune. In quel caso può essere attivato immediatamente.”

Esiste, avete fatto una mappatura degli uomini in campo? Abbiamo una fotografia dell’impegno dei Motociclisti?

FM. “Sì cerchiamo di tenerla aggiornata anche nelle dinamiche di relazione attraverso cui si sono attivati e per il ruolo che sono chiamati a svolgere. Per esempio, il Moto Club Valle Idice è impegnato nella supervisione della viabilità secondaria, nel monitoraggio delle frane e nella consegna di materiali in zone non raggiungibili con altri mezzi diversi dalle Moto da Enduro. Il Moto Club I Laudi (Enduro Motor Valley), Consegna Medicinali (Alessandro Magnani è il farmacista della zona), monitoraggio frane e consegna materiali (vedi sopra). Il Moto Club Alta Valle Reno - in accordo con gruppo enduristi di Modigliana su richiesta del Sindaco di Modigliana (stessa attività).

Esiste, poi, una grande attività svolta dai motociclisti su base spontanea e volontari, i quai si sono portati nelle zone alluvionate senza moto ma semplicemente per spalare fango. Vedi i Moto Club Vigolzone, Moto Club Trial David Fornaroli, Moto Club Valceno, Moto Club AMX ed altri che si aggiungono o devono essere contati.

Insomma, cosa possiamo fare per accelerare i tempi?

FM. “Proprio in queste ore la Federazione Italiana ha stilato un documento che possiamo definire come una serie di linee guida per favorire l’intervento dei singoli individualmente, ma anche dei gruppi e, chiaro, dei Moto Club…

Un bypass o una benedizione?

FM. “No, non è un espediente, piuttosto una guida per muoversi correttamente. L’emergenza non è certamente finita, ora si sovrappone l’urgenza di ripristinare i servizi e i Motociclisti possono essere ancora più utili e, soprattutto, tempestivi. Bisogna che abbiano la “pazienza” di coordinarsi con le struttura locali e con le associazioni già operanti a livello locale. In questo caso la FMI si fa carico di promuovere l’iniziativa indicando semplicemente la via più diretta e correttamente applicabile.

Naturalmente non è tutto e non è finita. Sarebbe troppo bello poter risolvere all’istante problemi che, invece, rimarranno a lungo o irrisolti. Un amico, casualmente coordinatore federale di una specialità del Fuoristrada, vive nell’occhio del ciclone. La sua casa, le sue Moto, i mobili ma anche i computer dell’azienda e di 40 anni di attività e passione per lo Sport sono sott’acqua. Sono dati che non esistono più, informazioni e storia che non si potranno asciugare al sole. In un certo senso l’amico ha perso tutto, in un altro si sente forte perché da quando è al centro della tragedia, in prima persona, è circondato dai “suoi” Motociclisti. Quelli attorno e quelli lontani, anch’essi vicini. È forte perché dice: “A volte basta una telefonata, sentire che non si è soli con la propria sventura!” e i Motociclisti non si fanno pregare, sono gente vera!