FMI: abbigliamento protettivo o vessazione?

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La Federazione Motociclistica Italiana prende posizione nei confronti della discutibile scelta di rendere obbligatori il casco integrale e le protezioni
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22 aprile 2010

Punti chiave


E’ attualmente al vaglio della Commissione Lavori Pubblici del Senato una proposta di modifica all’articolo 171 del Codice della Strada che prevede, per conducenti e passeggeri di motocicli, l’obbligo di rispettare una serie prescrizioni sempre più restrittive in base al crescere della potenza del mezzo.

Si inizia con l’obbligo di utilizzare sempre e comunque un casco integrale, fino a quello di indossare un abbigliamento “integrale”, completo di  protezioni tecniche.   
Quanto sopra a fronte di norme già esistenti, che peraltro non si riesce a fare rispettare integralmente. Valga su tutti l’uso di caschi non omologati e dunque vietati (i cosiddetti modelli DGM), oppure di marcia con casco non allacciato.

La convinzione della FMI è che sia decisamente più importante insistere sull'educazione all’uso del mezzo a due ruote. Una scelta che la Federazione persegue da tempo


La proposta in essere, inoltre, sembra non tenere alcun conto della situazione geografica dell’Italia, con un amplissimo sviluppo di insediamenti abitativi in zone che godono di ottime condizioni meteorologiche.

L’eventuale approvazione degli obblighi proposti ostacolerebbe in modo drastico l’utilizzo e la diffusione dei mezzi a due ruote, con gravissime ripercussioni verso un settore produttivo estremamente importante per l’economia nazionale.
E ancora: una limitazione di fatto all’uso delle due ruote, ovvia conseguenza di un provvedimento tanto punitivo, porterebbe ad un incremento “selvaggio” della congestione da traffico nei centri urbani, causa l’aumento indiscriminato di uso delle autovetture, da parte di utenti che comunque non utilizzano il trasporto pubblico.
A meno che non si voglia assistere alla ripetizione di una storia già nota: approvazione (con clamore) di una norma apparentemente popolare, che verrebbe poi presto “dimenticata”. Non senza avere creato alcune “vittime” più o meno inconsapevoli, nella prima fase di inevitabile applicazione.

La convinzione della FMI è che sia invece decisamente più importante insistere sull'educazione all’uso del mezzo a due ruote. Una scelta che la Federazione persegue da tempo proponendo in via sperimentale, all’interno degli Istituti Scolastici sull’intero territorio nazionale, la “Prova Pratica” di guida del ciclomotore, prima di conseguire il cosiddetto “Patentino”.

I Corsi della Federazione Motociclistica Italiana prevedono infatti una concreta “informazione” dei ragazzi sull’importanza della guida consapevole, dove anche l’uso di protezioni, adeguate al mezzo e alle sue condizioni d’uso, riveste una scelta di sicurezza fondamentale.