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Oggi l’Italia si ferma per uno sciopero generale nazionale indetto dalla CGIL contro la manovra di bilancio 2026 del governo. La mobilitazione coinvolge tutti i settori, pubblici e privati, dalla scuola alla sanità, dai trasporti alle fabbriche, con lavoratrici e lavoratori che stanno partecipando alle manifestazioni in molte città italiane.
La CGIL definisce la legge di bilancio del 2026 “ingiusta e balorda” e invita a scendere in piazza per chiedere una sua modifica sostanziale. Il segretario generale Maurizio Landini ha sottolineato come la protesta non sia di natura politica, ma nasca dall’esigenza di affrontare problemi sociali ed economici reali.
Tra le critiche principali avanzate dal sindacato ci sono la necessità di aumentare salari e pensioni, di investire maggiormente nella sanità pubblica e nella scuola e di introdurre politiche fiscali più eque. Queste posizioni sono state ribadite nei giorni precedenti alla mobilitazione in varie assemblee e interventi ufficiali della CGIL.
Le manifestazioni si stanno svolgendo in numerose piazze italiane, con concentramenti previsti nelle principali città. A Firenze è atteso lo stesso Landini, mentre a Milano e Roma altri rappresentanti sindacali guidano i cortei locali.
Oltre alla protesta nazionale, sono state organizzate manifestazioni con modalità regionali: a Napoli, ad esempio, i lavoratori e le lavoratrici si sono dati appuntamento in mattinata per un corteo da piazza del Gesù a piazza Municipio, con interventi di delegate, delegati e associazioni.
La protesta interessa tutti i comparti lavorativi, con alcune eccezioni già concordate:
Trasporto pubblico locale: bus, tram e metro sono fermi per 24 ore nel rispetto delle fasce di garanzia stabilite localmente.
Ferrovie: lo sciopero del personale è attivo dalle 00:00 alle 21:00, con treni a lunga percorrenza garantiti e servizi essenziali nelle fasce prenotate.
Trasporto aereo: non è incluso nella protesta, essendo già programmato uno sciopero per il 17 dicembre.
In alcune città e settori locali, il personale ha già aderito allo sciopero o ha mobilitazioni integrate, pur non essendo parte della protesta nazionale.
La mobilitazione ha suscitato anche forti prese di posizione da parte del governo. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha criticato la scelta di indire lo sciopero proprio di venerdì, definendola “irresponsabile” per i disagi alla popolazione e sostenendo che “su 24 scioperi nazionali, 17 si tengono di venerdì”.
Landini ha risposto sottolineando come la protesta non sia politica né gratuita e che la scelta del giorno sia pensata per facilitare la partecipazione. Ha inoltre invitato il governo a “cambiare la manovra” piuttosto che mettere in discussione la giornata di sciopero stessa.
Lo sciopero del 12 dicembre si inserisce in un clima sociale già teso attorno alla Legge di Bilancio 2026, fortemente criticata da sindacati e parti sociali per la sua impostazione fiscale e le priorità di spesa. Per la CGIL, questa mobilitazione è un passo concreto per chiedere politiche più attente al welfare, al salario reale e alla giustizia sociale.