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Chiusa l'ultima pagina di "Vespiste e motocicliste: donne con una marcia in più" (Erga edizioni), ho avuto la stessa esatta, identica, medesima e un po' folle pulsione che l'autrice Paola Scarsi ha avuto al termine della stesura del libro: l'ennesima spinta a partire, a fare un giro lungo e riappropriarmi della mia felicità, del mio spazio nel mondo e crearmi una piccola sfida a due ruote da vincere o perlomeno struggermi nel provarci.
Poco conta che poi l'abbia fatto realmente, conta invece che chiusa l'ultima pagina ho provato quella felicità e quel senso di libertà che sono il sottobosco delle 58 storie di donne su due ruote raccontate da Paola (posso darti del tu?) dentro questo libro che a tratti è ruvido ma sempre sincero, lontano da eroine da copertina o velleitarie imprese da social. Un libro che mi ha conquistato per la sua onestà, per le voci eterogenee che vi ho trovato all'interno e per la diversità di storie e di sfide che raccoglie.
58 donne raccontano in prima persona la propria vita insieme alla Vespa o alla moto, le loro imprese e, in definitiva, le loro storie di passione autentica per le due ruote, una passione che in molte delle storie contenute in "Vespiste e motocicliste: donne con una marcia in più" è la scintilla per dare un impulso alla propria vita, che sia sentimentale, professionale o familiare. E scoprirete come la passione per la moto possa passare - anche - da una saldatrice TIG, da un viaggio in Irlanda in Vespa, dalle lezioni che impartiscono i quattro cavalieri della Passione "sacrificio, impegno, cadute, sconfitte", dalla caparbia volontà mostrata nel portare a casa il libretto della Vespa vincendo le perplessità dei genitori, da pennelli e tele, ricordi e blog, Krystall Rally in solitaria, moto da ricostruire contenute in due sacchi neri, altruismo, abnegazione, tanti altri racconti ai quali Paola Scarsi aggiunge il proprio, felicità.
Farei un torto a citare soltanto alcuni nomi e non altri, mi limito a dire che nel libro c'è un intero universo e la carrellata di vite e di storie viene chiusa dalla postfazione di Christa Solbach - la "Signora della Vespa" - un riferimento per tutti i vespisti e le vespiste del mondo che racconta il momento in cui disse "io posso!" salendo su una Vespa, mentre la prefazione è del Presidente FMI Giovanni Copioli.
Con "Vespiste e motocicliste: donne con una marcia in più" Paola Scarsi non ha scritto un manifesto ma si è messa in ascolto. Cinquantotto donne che raccontano altrettanti modi diversi di stare in equilibrio su due ruote e nel mondo. Senza filtri o slogan, senza patina celebrativa ma con tanta sincerità e consapevolezza. Interessante anche la scelta di integrare immagini e video attraverso i Vode che permettono, inquadrandoli con l’app dedicata Vesepia, di accedere direttamente a foto e video.
L'ho letto un paio di storie alla volta, forse il modo migliore per godersi questo libro che mi sento di consigliare a chi pensa che ci sia qualcosa di davvero irraggiungibile o impossibile in questo caos delle nostre vite. E se c'è, bastano due ruote per rimettere tutto a posto.