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Erfoud, 13 Ottobre. Il Mondiale Rally-Raid, sia FIA che FIM, si chiude in Marocco. Come d’abitudine, ma la routine si ferma qui. L’abitudine viene dalla formulazione dei calendari, con il Promoter che inevitabilmente ha favorito e fissato un contesto comunque favorevole, perché da anni il Rallye du Maroc è, di fatto, l’ultimo evento prima della Dakar, e dunque ne è il banco di prova “naturale” (così come una volta lo era il mitico Rally dei Faraoni). La novità fondamentale di questa 26ma edizione (ma la storia in realtà inizia negli anni ‘80) è che il Rally è passato di mano per l’ennesima volta, questa dalla società di David Castera, che lo deteneva dal 2019, al pool di Pro Dunes, Pep Vila, Manuel Arroyo, Francisco Gracias e, soprattutto, Marc Coma, che diventa il Direttore della Corsa. Dai francesi agli spagnoli, il cambio può essere considerato epocale, e già solo questo aspetto dell’edizione 2025 vale il prezzo del biglietto perché apre una finestra sul futuro dei Rally-Raid.,
È l’ultima occasione per collaudare mezzi, equipaggi e, in parte, la logistica prima della Dakar, ma è anche un momento interessante del Campionato del Mondo (che finora non ha mai brillato particolarmente per appeal). Direi addirittura avvincente, sia per quanto riguarda la gara delle Moto che quella delle Auto. Per due motivi diversi. Se il Mondiale delle Moto è ormai assegnato a Daniel Sanders, Red Bull KTM, quello delle Auto può essere considerato ancora in alto mare. Sanders tuttavia tiene tutti con il fiato sospeso, perché avendo vinto tutti i Rally della stagione Mondiale sin qui disputati, Dakar, Abu Dhabi, Sud Africa e Portogallo, corre ormai per conquistare il primo grande slam della storia dei Rally-Raid. Per quanto riguarda le 4 ruote, Al Attiya, Lucas Moraes e Hank Lategan sono in un fazzoletto di 10 punti, per cui il Principe del Qatar tri-campione dovrà guardarsi le spalle. Restando aperte le altre classi o sub-categorie, insomma, ci sarà ben poca gente a passeggio tra le dune del Marocco.
Prima del Marocco, Yazeed Al Rajhi ha vinto la Dakar, Al Attiyah l’Abu Dhabi Desert Challenge, Hank Lategan il Sud African Safari e Lucas Moraes il BP Ultimate in Portogallo. Si parla delle Auto, sul fronte delle Moto, l’abbian visto, ha vinto tutto Daniel Sanders. E si parte. Da Fez, verifiche e prologo, poi una tappa in linea per raggiungere Erfoud e quindi 4 tappe ad anello, o a “margherita”, attorno sulle piste e sulle dune più famose del Mondo Rally-Raid marocchino. Quasi 3.000 chilometri in 5 giorni, di cui quasi la metà di prove speciali, per 222 concorrenti, 116 Moto e 106 Auto. Non tutti iscritti ai rispettivi campionati del mondo, è chiaro. Il primo giorno è del Prologo, 19 chilometri e un lungo trasferimento. Niente da guadagnare, se non l’ordine di partenza, e già molto da perdere. Ricky Brabec, Honda Monster, e Nasser Al Attiyah, Dacia, sono i primi vincitori. Sul primo podio delle Moto anche Tosha Schareina, Honda, e Daniel Sanders, KTM, su quello delle Auto Joao Ferreira, Toyota, e Sébastien Loeb, Dacia.
La prima Tappa, il primo anello di Erfoud. Poco meno di 300 chilometri di Speciale per quasi 500 di trasferimenti, prima e dopo. Primi indizi, primi colpi di scena. Nella gara delle Auto Sébastien Loeb, Dacia, torna alla vittoria (che un francese non vinceva in Marocco era dal 2022), ma il compagno di Squadra e leader del Mondiale, Al Attitah lascia sulla pista una dozzina di minuti per cambiare un braccetto di sterzo. Il “Principe”, adesso 20°, ha 4 giorni per recuperare. Va meglio a Mattias Ekstrom, secondo con la Ford, e a Lucas Moraes, Toyota, che guadagna tre punti a Al Attiyah e si porta a -7. Per quel che può valere la classifica del primo giorno “vero”. Sul versante delle moto ecco la conferma. Vince Daniel sanders, un minuto e mezzo a Edgar Canet, KTM, il primo Rally2, e 4 minuti a Ross Branch, Hero, il Campione del Mondo 2024. Esce di scena Luciano Benavides, caduto poco dopo il KM 200 della speciale e ritirato. Con un SSV, invece, torna il fratello Kevin, due volte vincitore della Dakar in Moto.
Paolo Lucci, al ritorno in Africa in preparazione della Dakar 2026, è 21°, Tommaso Montanari è 31°, Gava 41°, Cabini 62°, Bernardini 78°, Rigoni 86°, Vivaldi 87°, Ghiringhelli 90°, Corradini 96°, solo per mettere in fila gli italiani della partita. Che con un numero maggiore di ruote sono gli Equipaggi Dracone-Verna, Toyota, e Bellina-Arnoletti-Gotti, Iveco. Eccellente ritorno della “nostra” Laia Sanz per il debutto di Ebro con il s800 XRR (Maurizio Gerini, navigatore della catalana, è rimasto all’ultimo momento a casa, attacco e operazione di appendicite).
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