Dakar 2014, 9a tappa. Aggiornamenti e aggiustamenti

Dakar 2014, 9a tappa. Aggiornamenti e aggiustamenti
Piero Batini
  • di Piero Batini
La nona tappa ha avuto i suoi strascichi “giudiziali”, come spesso capita, con conseguenze sull’assetto della corsa delle moto. Peggio è andata a Alex Zanotti | P. Batini
  • Piero Batini
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15 gennaio 2014

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Iquique, 15 Gennaio. La riunione del “tribunale” della Dakar è sempre un evento, anche quando non succede niente, poiché qualcosa da discutere, alla Dakar, c’è sempre. Come in certi casi discussi dai tribunali tradizionali, le sedute sono rigorosamente a porte chiuse, e le sentenze vengono rese pubbliche alla chetichella, registrate in un minuscolo pizzino e rilevate spesso dal grido di dolore, o di scatenata ira, delle vittime delle sanzioni, che magari si scoprono penalizzati al mattino successivo, quando sono già pronti a partire e trovano il cambiamento, di solito una penalità, al controllo di partenza. Se fa fatica a essere giusto e infallibile il tribunale “civile”, quello della Dakar non fa fatica a non essere perfetto. Ci mancherebbe.

Ne sa qualcosa Alex Zanotti, vittima di una quasi congiura. Al sanmarinese, che correva con una TM hanno prima rotto una gomma durante la sostituzione, e non gli hanno detto niente, poi, dopo un inferno per riuscire a recuperare una ruota nuova, i commissari gli hanno vietato la partenza nella terza Speciale, mandandolo all’arrivo in trasferimento e promettendogli che lo avrebbero tenuto in gara. Al bivacco, al contrario, l’hanno messo fuori gara senza giustificazioni, se non quella di non essere partito in Speciale. Durante la notte Alex si è visto nell’ordine di partenza, e ha sperato che la notte avesse portato consiglio ai “giudici” della Dakar. L’alba successiva ha cancellato ogni illusione. Zanotti si è presentato al via, ma l’hanno rispedito a casa senza tanti complimenti.

Adesso sotto le forche caudine del giudizio della Dakar è passato, ecco la notizia, Joan Barreda, penalizzato a quanto pare per un eccesso di velocità, in un tratto dove era stato imposto un limite, naturalmente. 15 minuti, che per il giovane asso spagnolo sono senz’altro una mazzata. Non che la sua situazione fosse particolarmente favorevole, ma il margine di Marc Coma in testa alla corsa sale ora a quasi un’ora. Con quattro tappe a disposizione per raddrizzare la situazione, quella che attende ora Barreda è una vera impresa, al limite dell’impossibile.

Non ha più alcuna chance, invece, Alain Duclos, che pur salito fino al podio di questa edizione della Dakar, ha avuto tre giorni infernali, caratterizzati da un incremento del ritardo accumulato giornalmente. Durante la nona tappa il colpo di grazia. Lasciato letteralmente a piedi dalla sua moto, il franco-maliano ha tentato per oltre due ore di raddrizzare la situazione avversa. Senza successo. Il cambio del motore è una variabile importante in questa fase della gara. La tendenza pare essere quella di mantenere il motore originale, in un tentativo rischioso, e commerciale, di dimostrare l’affidabilità della moto. Al termine della nona tappa hanno ricevuto i relativi 15 minuti di penalizzazione Jordi Viladoms e Juan-Carlos Salvatierra. Con le penalizzazione di Barreda e Viladoms, scesi entrambi nella classifica finale della tappa, il “colpaccio” lo ha fatto Laia Sanz, pluri-campionessa del Mondo di Trial e Enduro, che ha chiuso la giornata con il suo risultato record, un fantastico settimo posto.

Marc Coma, nettamente il favorito per la vittoria dell'edizione 2014 della Dakar
Marc Coma, nettamente il favorito per la vittoria dell'edizione 2014 della Dakar


Il valzer delle penalizzazioni chiarisce un po’ di più la situazione relativa al successo finale in questa Dakar delle moto. Se lo giocano Coma e Barreda, con un totalizzatore nettamente a favore di Marc. Più aperta la lotta per il terzo posto, che mostra un assetto ben più equilibrato, con Viladoms, Esquerre e Pain, e magari anche Rodrigues, ancora in grado di ottenere il risultato.

Intanto la coda della corsa è “saldamente” nelle mani di Luca Viglio che, pur malmenato quotidianamente dalla gara, non si da per vinto e, con un riflesso di chiara ispirazione professionale, è commercialista, sembra voler amministrare la propria gara sfruttando tutto il tempo regolamentare a sua disposizione.
A proposito di italiani, Paolo Ceci continua con una certa tranquillità a seguire il suo “padrone”, Chavo Salvatierra, e sale progressivamente nella generale che lo vede ora al 22° posto. Camelia Liparoti, che non ostante la relativa semplicità della tappa ha sofferto la nona frazione, è al 15° posto della graduatoria dei Quad.

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