La Superbike in mano alla Dorna. Cosa cambierà?

La Superbike in mano alla Dorna. Cosa cambierà?
Carlo Baldi
Bridgepoint vuole ottimizzare le spese e incrementare i profitti e affida alla società spagnola la gestione dei due maggiori campionati mondiali. Cerchiamo di capire i perché di questa scelta e le sue possibili conseguenze | C. Baldi
10 ottobre 2012

Punti chiave

 

Domenica mattina nella sala Senna del circuito di Magny Cours si è tenuta una breve conferenza stampa nel corso della quale Paolo Flammini, CEO di Infront Motor Sports, ha incontrato i giornalisti per fare un poco di chiarezza, necessaria dopo il comunicato stampa diramato il 2 Ottobre da Bridgepoint.
In quel comunicato Bridgepoint, importante gruppo internazionale di private equity focalizzato sugli investimenti in aziende leader di mercato, ha annunciato che Dorna Sports e Infront Sports & Media hanno raggiunto un accordo in base al quale sia il campionato mondiale MotoGP che il mondiale eni FIM Superbike verranno gestiti dalla Dorna Sports group. I due campionati resteranno separati, ma l’obiettivo delle società coinvolte resta quello di proseguire nello sviluppo e nella diffusione di entrambe le manifestazioni sportive, consolidando la loro leadership nell’ambito delle competizioni motociclistiche. La Superbike manterrà la sua prerogativa di gare per moto derivate dalla serie, mentre in MotoGP resteranno protagonisti i prototipi. Nello stesso tempo però entrambi potranno trarre beneficio dalle sinergie di marketing e strategie commerciali.

Una decisione epocale che va a modificare radicalmente lo scenario delle due maggiori competizioni motociclistiche mondiali. Salta subito all’occhio come nel comunicato non venga fatto nessun riferimento alla famiglia Flammini che ha creato dal nulla il fenomeno Superbike. A seguito del comunicato era logico attendersi chiarimenti sia da parte della Dorna che da parte di Infront Motorsports. Nessun commento ufficiale da parte della società chiamata a gestire in futuro i mondiali delle derivate dalla serie, mentre nell’incontro con la stampa Paolo Flammini ha debuttato dicendo che è ferma intenzione di Infront Motorsports e della famiglia Flammini continuare a lavorare per il bene della Superbike.

Paolo Flammini
Paolo Flammini


«Per la breve scadenza – ha proseguito Flammini – non sono previsti cambiamenti. La FIM proprio ieri ha divulgato il calendario provvisorio della prossima stagione ed appare quindi chiaro che il mondiale proseguirà nel suo regolare svolgimento, mantenendo impegni e contratti. Il gruppo Infront Motorsports è pronto a collaborare con chi sarà chiamato a gestire la Superbike, che manterrà quindi invariata la propria identità. La famiglia Flammini negli anni ha aperto la propria società ad investitori esterni ed è chiaro che in questo modo si corre il rischio di perdere forza all’interno del gruppo che si viene a creare. Ma di questo eravamo e siamo consapevoli – ha commentato il CEO di Infront Motorsports – e non rappresenta un problema».



Cosa succederà alla SBK?


Cercando di andare oltre i comunicati e le dichiarazioni ufficiali risulta chiaro che, come in ogni cambiamento importante, nelle sue fasi iniziali è difficile sia commentare che fare delle previsioni. Ma attenendoci a quanto è stato scritto e dichiarato, possiamo fare alcune considerazioni.

I due campionati resteranno distinti e non cambieranno la loro identità.

Se questo appare scontato per la MotoGP non lo è altrettanto per la Superbike. Dorna intende mantenere quello spirito “genuino” e quell’apertura verso il pubblico e verso gli appassionati che ha caratterizzato sino ad ora la Superbike?

I prototipi in MotoGP e le derivate dalla serie in Superbike.

Le strade di GP e SBK sembrano convergere e spetterà a Dorna, nell’interesse di entrambi i campionati, tenerle invece separate

E’ una mezza bugia. Il futuro della GP sono le CRT - per stessa ammissione di Ezpeleta – che utilizzano motori (e telai?) derivati dalla serie. Per quanto riguarda questo aspetto le strade di GP e SBK sembrano convergere e spetterà a Dorna, nell’interesse di entrambi i campionati, tenerle invece separate. Bridgepoint non è una società votata al bene del motociclismo, ma ha il compito di mettere a profitto gli investimenti dei suoi azionisti e di conseguenza non ha nessun interesse ad unire i due campionati, in quanto perderebbe sponsor e diritti televisivi. A Dorna il difficile compito di mantenerli separati e distinti pur se sotto lo stesso ombrello.

Perché Dorna ?
La nomina di Dorna quale gestore unico dei due campionati rientra nella filosofia della minore spesa con un maggiore profitto. E’ ovvio che tra i due campionati quello storicamente più importante e con un maggior peso economico sia la GP, gestita appunto dalla società spagnola. Dovendo sceglierne uno solo tra Infront Motorsports e Dorna la scelta è stata quasi obbligata.

Entrambi i campionati trarranno beneficio dalle sinergie di marketing e dalle strategie commerciali.
E’ caduto un muro ed è terminata la guerra fredda che da anni caratterizzava i rapporti tra Dorna e Infront (o sarebbe meglio dire tra Ezpeleta e Flammini). La guerra non porta mai nulla di positivo, mentre la pace consente il progresso ed il benessere. Creare un solo interlocutore per gli sponsor, i media e le case motociclistiche consentirà a Bridgepoint di gestire in modo più semplice e favorevole il proprio business. Non è un caso che a pochi mesi dall’acquisto di Infront da parte di Bridgepoint il campionato mondiale Superbike sia passato da La7 a Mediaset e che in Spagna ed in Germania si parli di trasmetterle non più su Eurosport, bensì gratuitamente su canali pubblici. Da anni si discuteva sul fatto che la Superbike necessiti di una maggiore visibilità televisiva ed è proprio in questo settore che Bridgepoint ed Infront stanno operando. Maggiore visibilità, diritti televisivi, più sponsor, più profitto. Non dimentichiamoci poi che la Superbike è stata la prima ad approdare in Russia e che il prossimo anno correrà in India. Questo aumenta la visibilità internazionale di questo campionato ed apre scenari economici molto interessanti che Bridgepoint intende ovviamente sfruttare.

Le case motociclitiche.
L’interlocutore unico limita il campo di azione delle case che ora sono state “accerchiate” e non possono più giocare sulla rivalità SBK-GP. La Dorna però dovrà creare regolamenti chiari e duraturi nel tempo, perché la crisi economica impone progetti a lunga scadenza che consentano di ottimizzare gli interventi e le spese.

La Superbike diventerà Stock?
Questo è il punto più critico della questione. Sono in molti ad auspicare che finalmente la Superbike ritorni alle origini e che a correre siano moto strettamente derivate dalla serie. In pratica le attuali Stock 1000. Le prestazioni delle varie moto sarebbero simili e questo aumenterebbe la competitività dei piloti e lo spettacolo in pista. Ma su questo punto le case non possono essere d’accordo. La Superbike ha sempre consentito ai produttori di sviluppare in pista le proprie moto, di migliorarne le prestazioni grazie alle competizioni ed all’apporto dei piloti e dei tecnici dei vari team. Se dalla Superbike si passasse alla Stock questo non sarebbe più possibile. Sarebbe un ritorno alle origini che di fatto farebbe fare un grosso passo indietro alla classe regina delle derivate dalla serie e la renderebbe molto meno appetibile non solo per le case, ma anche per i piloti più famosi, per i quali invece attualmente la Superbike rappresenta un’alternativa alla GP.
I Flammini negli anni hanno avuto il merito di mantenere in perfetto equilibrio lo spettacolo con l’interesse della case per la Superbike. Dorna riuscirà a fare altrettanto?

E la FIM?
Il compito di mantenere il rispetto delle regole nell’interesse dello sport motociclistico sarebbe a carico della Federazione Motociclistica Internazionale che però ancora una volta latita ed appare solo come spettatrice più o meno interessata.


A questo punto non ci resta che attendere le dichiarazioni di Ezpeleta (che dovrebbero essere rilasciate a Motegi) per comprendere come la Dorna intenda gestire entrambi i campionati senza danneggiare nessuno dei due, ma anzi aumentandone il valore, che è quello che le viene richiesto da Bridgepoint.
Non sarà certamente facile e quindi : buen trabajo Dorna.

 

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