Yamaha MotoGP: cambiano i vertici. Via Tsuya?

Yamaha MotoGP: cambiano i vertici. Via Tsuya?
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Sembra che il project leader della MotoGP, quello che aveva clamorosamente e pubblicamente chiesto scusa l’agosto scorso, sia già stato sostituito. Lo sapremo con certezza soltanto il prossimo 4 febbraio, con la presentazione ufficiale del team 2019
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22 gennaio 2019

Quando nello scorso agosto, il sabato precedente il GP d’Austria, Koujii Tsuya chiese ufficialmente scusa ai piloti per conto della Yamaha, fu una sorpresa.

Che le M1 andassero male era lì da vedere, e in quella occasione né Rossi né Viñales si erano qualificati nei dieci, ma il project leader dei tre diapason in MotoGP quella volta andò ben oltre le consuetudini. E subito immaginammo che questa sua uscita fosse il preludio delle dimissioni, perché in Giappone non ci si scusa a vanvera. Ora la voce arriva dalla Francia, e si è sparsa in fretta in tutto il mondo. Tsuya sarebbe effettivamente già fuori e Yamaha avrebbe definito anche il successore: si tratterebbe di Takahiro Sumi, che aveva il ruolo di responsabile della divisione telai dell’azienda.

In Italia i vertici del Racing di Yamaha non confermano e nemmeno smentiscono: giustamente fanno notare che la presentazione ufficiale del team è imminente, si terrà a Jakarta il prossimo 4 febbraio, e sarà quella l’occasione per comunicare eventualmente il cambio al vertice e spiegarne tutte le motivazioni e gli obiettivi. Perché sarebbe una staffetta molto importante, ed è chiaro per tutti: a Yamaha serve una svolta, troppo grande il divario patito nelle ultime tre stagioni rispetto a Honda e Ducati. Valentino Rossi e Maverick Viñales, finita la presentazione e vista la nuova livrea della M1 con Monster Energy main sponsor, voleranno a Sepang per i primi test del 6/8 febbraio. E subito potranno misurare i miglioramenti apportati alle moto in questi ultimi mesi.

Takahiro Sumi, ammesso che sia proprio lui il nuovo project leader, avrà la competenza e la personalità necessarie per gestire il nuovo corso? Tutto il popolo di Yamaha se lo augura vivamente, perché dopo Masao Furusawa, che aveva dato un enorme impulso alla evoluzione della moto, ai vertici delle corse è indubbiamente mancata una figura di riferimento altrettanto forte.