Valentino Rossi: senza vittorie da due anni. Colpa del pilota? Che ne dicono anche Pernat e Battistella

Giovanni Zamagni
Vale non sale sul gradino più alto del podio dal 25 giugno 2017: è giusto metterlo in discussione? I numeri dicono di no: Valentino è spesso più veloce del compagno di squadra. Rispetto al passato, forse, è solo meno “cannibale”. Sentiamo anche l'opinione di due manager con differente visione
27 giugno 2019

ASSEN - 25 giugno 2017: Valentino Rossi taglia per primo il traguardo e conquista la sua 115esima vittoria in carriera, per il momento l’ultima. Da allora, due anni difficili, sempre a rincorrere; perché? Colpa del pilota o cosa? Gli appassionati non hanno dubbi: in un sondaggio che ho proposto sul mio profilo twitter, secondo il 66% di chi ha votato Rossi è ancora un pilota fortissimo, mentre solo il 18% ritiene che Valentino non sia più all’altezza, con il restante 16% che lo giudica “così così”. Al di là di quello che dicono gli appassionati, proviamo a fare un’analisi dettagliata di questi 24 mesi senza successi, tantissimi per un campionissimo come lui.

I numeri sono con Rossi

Chi ritiene che Valentin Rossi sia ancora un pilota fortissimo - per fortissimo si intende uno capace di salire sul podio in tutti i GP, o quasi - sostiene che la mancanza di risultati sia dovuta esclusivamente alla poca competitività della Yamaha M1. E’ così? I numeri sono dalla parte di Valentino Rossi, come conferma il confronto con il compagno di squadra, l’unico veramente attendibile.

Dopo il GP d’Olanda del 2017, i due sono arrivati entrambi al traguardo in 31GP, con Valentino davanti 17 volte e Maverick 14. E’ vero che Vinales ha vinto una gara - Australia 2018 - ma Rossi gli è arrivato davanti in campionato nella passata stagione e, come visto, è stato complessivamente più efficace la domenica, sfruttando al massimo il potenziale della M1. In qualifica, spesso Valentino fatica, anche a confronto con gli altri piloti Yamaha, ma quello che conta è la gara e i risultati dicono che il pilota Rossi c’è ancora, eccome. Come si è visto in tante occasioni, la velocità non gli manca, così come la capacità di affondare frenate e staccate per effettuare un sorpasso difficile.

Meno "cannibale" che in passato

Rispetto ai tempi d’oro, Valentino è stato meno “cannibale”, nel senso che, a volte, non ha sfruttato al meglio l’occasione propizia. “Dopo la vittoria di due anni fa, ho avuto 4 o 5 occasioni per tornare sul gradino più alto del podio, ma non le ho sfruttato: per esempio in Malesia nel 2018, perché ho sbagliato, o ad Austin quest’anno perché Rins mi ha fregato” dice il campionissimo.

Ecco, se si può fare un appunto a Rossi forse è proprio questo: in passato, non si sarebbe fatto scappare occasioni come quella di Sepang, o come quella di Valencia (sbagliò sotto la pioggia, vinse Dovizioso), o come quella di Austin del 2019. Difficilmente il Rossi di una volta avrebbe perso la sfida con Rins negli ultimi giri.

Qualcuno dice: "condiziona la Yamaha"

C’è poi da valutare l’aspetto tecnico, quello dello sviluppo della moto. Chi è contro Valentino Rossi sostiene che le lacune della Yamaha siano dovute al suo grande potere all’interno del box, potere che si tralucerebbe in scelte dannose soprattutto per Vinales.

Non è proprio così. Il motore 2019 - meno potente dell’altra versione disponibile - è stato punzonato per assecondare Vinales, fermamente convinto che con questa versione si sarebbe fatto un netto passo in avanti nella gestione delle gomme. Effettivamente, la M1 2019 rende meglio alla distanza, ma la mancanza di cavalli è evidente, perfino nei confronti della Suzuki, quattro cilindri in linea come la Yamaha. Le valutazioni fatte da Rossi al termine dei test di novembre degli ultimi anni, hanno poi sempre avuto riscontro nella stagione successiva: come dire, anche sotto questo aspetto, il pilota Rossi è ancora all’altezza della situazione.

Rossi: assolto, il pilota c'è ancora

Valentino ha ragione quando dice che: “Il digiuno qui non è solo mio, non è che negli ultimi due anni la Yamaha abbia vinto tanto in generale”. Giusto sottolinearlo: finché uno se la gioca alla pari con un compagno di squadra velocissimo, anche se purtroppo altalenante e poco costante nelle sue prestazioni, il pilota Rossi non può essere criticato.

Questo è la mia conclusione: voi cosa ne pensate?

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