Test MotoGP 2018 a Valencia. Márquez chiude in testa

Test MotoGP 2018 a Valencia. Márquez chiude in testa
Giovanni Zamagni
E’ finita con il solito Marc Márquez davanti a tutti, con due Honda ai primi due posti: Dani Pedrosa ha chiuso a quattro decimi dal compagno di squadra. Ancora opinioni contrastanti in Yamaha, mentre tornano in pista i due piloti Suzuki
15 novembre 2017

VALENCIA – I test 2018 iniziano come è finito il 2017, con le Honda davanti a tutti e Marc Márquez imprendibile. Ma la sintesi di questa due giornate di test potrebbe essere queste: le prime novità 2018 non sono piaciute granché ai piloti. Poi, Casa per Casa, ci sono delle differenze. Ecco quello che è emerso a Valencia.


HONDA: PILOTI D’ACCORDO

Sia Marc Márquez che Dani Pedrosa hanno girato a lungo con il prototipo 2018, modificato nel telaio, motore e scarichi, ma i giudizi sono stati piuttosto tiepidi: non sono emersi grandi miglioramenti, anzi, in qualche caso è stato fatto un passo indietro. Ma siamo solo all’inizio, tutto va sistemato meglio, ci vogliono altre verifiche.


YAMAHA: TUTTO DA RIFARE

Al termine della seconda giornata di prove si è capito meglio un aspetto importante. Il telaio con il quale Rossi e Viñales hanno terminato la stagione non solo era il primo prototipo del 2018, come ormai era noto, ma secondo i giapponesi avrebbe dovuto costituire la base per la prossima stagione. Una frase significativa del responsabile del progetto MotoGP, Maio Meregalli, chiarisce questo aspetto. «La strada era stata individuata, ma dopo quanto emerso nelle ultime gare, bisogna cambiare». Insomma, c’è molto lavoro da fare. A parte Johann Zarco, che ha girato sempre con la 2017 («Non sono andato più forte che con la 2016, ma questa la uso da un solo giorno, il potenziale è alto: in definitiva, è più competitiva»), ecco che versioni hanno utilizzato i piloti ufficiali. Rossi: telaio 2016 motore 2017; telaio 2016 motore 2018. Viñales: telaio 2016 motore 2017; telaio 2017 motore 2017; telaio 2017 motore 2018. Per Valentino Rossi non ci sono dubbi: la 2016 va meglio della 2017 (lui lo ha sempre detto, fin da novembre 2016). «Ma non può essere questa la moto per il 2018: bisogna partire da quella base, ma fare in modo che le gomme lavorino fino al termine della gara». Dopo l’entusiasmo di ieri, Maverick è tornato in… confusione, estremamente indeciso se sia meglio il telaio 2016 o il 2017. Se non altro, entrambi i piloti hanno promosso il nuovo motore.


DUCATI: POCHE NOVITA’

In casa Ducati c’erano poche novità, ma nessuna sembra aver portato i benefici sperati. «Per far girare meglio la moto, per avere percorrenza a centro curva, sono necessarie modifiche più importanti» hanno detto d’accordo sia Andrea Dovizioso (che ha finito presto, nel primo pomeriggio) che Jorge Lorenzo, convinto di aver fatto un’ulteriore passo in avanti nello sfruttamento della DesmosediciGP: «Adesso la guido bene, ho capito una cosa che mi permette di essere più efficace». Bene Jack Miller, ottavo assoluto e apparentemente a suo agio con la Ducati. («Mi diverte molto e curva bene» ha commentato a sorpresa).


SUZUKI: IANNONE SODDISFATTO

Dopo l’indisposizione di ieri è tornato in pista Andrea Iannone (ma anche Alex Rins), girando con una Suzuki non rivoluzionata, ma migliorativa un po’ in tutti gli aspetti, anche nel motore. «In pochi avevano il nostro passo» ha commentato soddisfatto il pilota di Vasto.


APRILIA: TELAIO E FORCELLONE

Mentre Scott Redding, 19esimo, fatica a prendere il ritmo con l’Aprilia, Aleix Espargaró (decimo) si è detto soddisfatto di un telaio leggermente modificato e di un nuovo forcellone: rappresenta la base per il 2018.


KTM: AFFINAMENTI CONTINUI

Pol Espargaró ha chiuso in scia al fratello: in KTM si continua ad affinare il materiale evoluto durante la stagione.


Le Case della MotoGP torneranno in pista a Jerez dal 22 al 24 novembre, fatta eccezione per la Yamaha, che sarà il 27 e 28 a Sepang. Domani ritorneremo sull'argomento con "DopoGP speciale test", con l’ingegner Giulio Bernardelle.

 

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