Suzuki si ritira dalla MotoGP: non ancora ufficiale, ma praticamente certo

Suzuki si ritira dalla MotoGP: non ancora ufficiale, ma praticamente certo
Giovanni Zamagni
Molti i fattori che hanno determinato questa scelta: la crisi economica, i costi sempre più alti, la mancanza di risultati, l’incertezza sui regolamenti, il passaggio di Bautista alla Honda del team Gresini | G. Zamagni
15 novembre 2011

Punti chiave


La Suzuki si ritira dalla MotoGP: adesso, purtroppo, è praticamente certo. Molti i fattori che hanno determinato questa scelta: la crisi economica, naturalmente, e i costi sempre più alti per partecipare al più importante campionato del mondo di motociclismo; la mancanza di risultati; l’incertezza sui regolamenti; il passaggio di Alvaro Bautista alla Honda del team Gresini; la presa di posizione di Carmelo Ezpeleta, che dopo aver concesso tutto e di più alle Case negli anni passati, adesso sta facendo loro una guerra feroce.


12 MOTO UFFICIALI


Comunque sia andata, per il motomondiale è un’altra perdita importante, una emorragia di moto ufficiali sempre più imbarazzante. Nel 2012 saranno 12 i prototipi seguiti (più o meno) direttamente dalle Case: quattro Honda, quattro Yamaha e quattro Ducati. Sufficienti per un campionato di alto livello? No. Se si è arrivati a questa situazione, la colpa non è solo di Ezpeleta, che ha gestito malissimo un momento senza dubbio critico, ma anche delle stesse Case, che esigono dai team di fare sacrifici, mentre loro continuano a chiedere cifre folli per il leasing – leasing, sia chiaro: questa significa che a fine anno le squadre devono restituire le moto – delle 1000. Per una RC213V ci vogliono tre milioni di euro, ai quali vanno aggiunti 700.000 euro se si vuole anche il cambio “veloce”; le altre moto ufficiali costano un po’ meno, ma sempre cifre fuori dal mondo, specie considerando la situazione economica generale. Tornando alla Suzuki, la perdita, per la verità, incide più sull’immagine del campionato piuttosto che sulla spettacolarità, perché negli ultimi anni, purtroppo, le moto di Hamamatsu non sono mai state competitive.


AVANTI CON LE CRT


Per arrivare alle 20-22 moto auspicate – e dichiarate – da Ezpeleta, spazio quindi alle CRT, le moto con propulsore quattro cilindri derivato dalla serie, per un campionato misto dal livello deprimente, con quasi la metà dei piloti dello schieramento in sella che potrebbero essere doppiati velocemente. A Valencia, nei due giorni di test dopo l’ultimo GP stagionale, si è vista qualche CRT: la BQR con motore Kawasaki e ciclistica FTR; la Inmotec con motore Ilmor (che però dovrebbe essere un prototipo più che una CRT); qualche Suter con il quattro cilindri BMW. Tutte lentissime. Questa settimana dovrebbero debuttare, sempre a Valencia, le Aprilia: il motore sarà ovviamente quello utilizzato in SBK (ancora non è stato deciso se quello con con distribuzione a ingranaggi o a catena), il telaio subirà delle modifiche di facciata per rientrare nel regolamento, sempre che le gomme Bridgestone, totalmente differenti dalle Pirelli, non richiedano interventi importanti. Più avanti arriverà anche la CRT del team Gresini, con motore Honda e telaio ancora da decidere tra Moriwaki (come la Moto2 utilizzata dalla squadra italiana) e FTR. Per le CRT il regolamento non impone limite per i test, i motori a disposizione per i 18 GP sono 12 anziché 6 e i litri nel serbatoio 24 invece di 21, il motore deve essere messo in vendita a 20.000 euro.

Queste moto, fortemente volute dalla Dorna, sono l’arma di Ezpeleta contro lo strapotere – concesso in passato dallo stesso numero uno della società spagnolo che gestisce dal 1992 il motomondiale – delle Case ufficiali. In pratica, adesso Ezpeleta ha in mano un’alternativa, uno strumento di ricatto: o fate come dico o dal 2013, come già dichiarato a Valencia, la MotoGP sarà solo con le CRT. Ed è per questo motivo che la Dorna ha fatto e sta facendo pressioni sulle squadre satellite per lasciare i prototipi per le nuove moto: ecco quindi che il team Matinez, ha rinunciato all’accordo (per due moto) con Ducati per passare alle CRT (Aprilia) e altre squadre hanno dei vantaggi a schierare almeno una CRT.


QUALE FUTURO?

Il futuro, quindi, sarà CRT? Un momento, sono molti i problemi da risolvere: uno fra tutti che la Ducati non ha un motore adatto al regolamento. E’ chiaro, però, che la vita dei prototipi ha gli anni contati, nonostante sia appena stato cambiato il regolamento, con ingenti investimenti: anche questa è una strategia a dir poco demenziale. Il recente acquisto di Infront (la società che gestisce la SBK) fa pensare che la MotoGP si trasformerà nell’attuale SBK e la SBK nell’attuale SuperStock. Ma non sarebbe stato meglio, a suo tempo, continuare con le 500 2T? Non erano state sostituite dalle 4T perché “così sarebbero aumentate le moto sullo schieramento” secondo le dichiarazioni ufficiali? Si dice che al peggio non c’è mai fine: speriamo non sia così. Ma si fa anche fatica a essere ottimisti.