Simoncelli: "In condizioni di asciutto ce la possiamo giocare"

Simoncelli: "In condizioni di asciutto ce la possiamo giocare"
Giovanni Zamagni
Primo al mattino, primo al pomeriggio: Marco Simoncelli è stato il grande protagonista del venerdì del GP del Portogallo | G. Zamagni, Estoril
29 aprile 2011

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ESTORIL – Primo al mattino, primo al pomeriggio: Marco Simoncelli è stato il grande protagonista del venerdì del GP del Portogallo.

“E’ andata molto bene – commenta giustamente soddisfatto -, sono molto contento. Siamo partiti subito forte, poi abbiamo fatto qualche modifica positiva all’assetto e nel pomeriggio sono riuscito a migliorarmi. Purtroppo sono scivolato, ma sono tranquillo, perché ho capito cosa è successo”.


Questa è una pista che ti piace, dove l’anno scorso hai perso per pochi metri la volata per il podio.
“Sì, sono sempre andato bene qui: nel 2008 ho conquistato la mia prima pole in 250, l’anno dopo ho vinto, nel 2010 ho perso il podio sul traguardo. Quest’anno basterebbe migliorare di 2-3 posizioni il risultato dell’anno scorso…”.


Il podio è alla tua portata?

“In condizioni di asciutto ce la possiamo giocare. Siamo ripartiti con lo stesso assetto di Jerez e la moto è andata subito molto bene e nel pomeriggio l’abbiamo ulteriormente migliorata: sono molto contento”.


In prova sei costantemente davanti, adesso manca solo l’ultimo passettino in gara…
“Beh, non è che nelle prime due gare ero tanto indietro… A Jerez sono caduto, ma davanti non ce n’erano tanti! E’ vero però che mi manca di concretizzare il lavoro delle prove: stiamo lavorando per quello e proveremo qui a conquistare il podio”.


Quanto sei migliorato rispetto all’anno scorso, soprattutto a livello di convinzione?

“Parecchio, perché quando fin dai test sei davanti, che puoi stare con loro, poi va bene la prima gara, il secondo GP anche, prendi fiducia. Quindi sicuramente la convinzione è aumentata e poi sono migliorato io, molto dall’inizio del 2010, mentre dalla fine dell’anno scorso la Honda è diventata molto più competitiva”.
 

Sono gli stessi passi fatti in 250, o in MotoGP li hai fatti addirittura più velocemente?
“I primi due anni in 250 erano stati più difficili e solo verso la fine del secondo anno avevo iniziato ad andare più forte e non avevo concretizzato niente. Adesso siamo solo all’inizio della seconda stagione in MotoGP: speriamo di continuare così”.


La caduta di Jerez cosa ti ha insegnato?

“Che dovevo stare più attento, anche se avevo rallentato il ritmo rispetto a inizio gara. In ogni caso, nel fine settimana di Jerez sono state più le cose positive di quelle negative, perché ero stato veloce sia sull’asciutto sia sul bagnato. La prossima volta bisognerà rimanere lì fino alla fine”.