Le pagelle d'Indianapolis

Le pagelle d'Indianapolis
Giovanni Zamagni
Molte insufficienze anche a causa delle troppe cadute. Pedrosa (10 e lode) e Spies (9) primi sul podio e primi della classe. Sette per Lorenzo e per Hayden miglior risultato da quando è in Ducati | G. Zamagni, Indianapolis
30 agosto 2010

Punti chiave


DANI PEDROSA VOTO 10 E LODE
Ha vinto e guidato alla grandissima, facendo sembrare la Honda una moto perfetta. In realtà, la RC212V è fantastica in rettilineo, ma in curva è tutt’altro che semplice: la differenza l’ha veramente fatta il pilota.


BEN SPIES 9
Pole il sabato, otto giri (quasi nove) al comando la domenica, secondo posto, miglior pilota Yamaha al traguardo: serve aggiungere altro per affermare che Spies a Indy è stato bravissimo?


JORGE LORENZO 7
Se fai terzo come peggior risultato, oltretutto quando sei in difficoltà, significa che stai facendo una stagione fuori dal comune. Un sacco di piloti sognano tutte le notti di salire sul podio, Jorge si dice «contento, ma non soddisfatto» della sua gara. Vedete un po’ voi…


VALENTINO ROSSI 6
Ha raddrizzato in gara un fine settimana da incubo, con tre cadute, due il sabato («Non mi succedeva dal ’96 di scivolare due volte in un giorno») e una nel warm up. Insomma, un Valentino un po’ in difficoltà, ma non ci si può dimenticare che solamente due mesi e mezzo fa si è rotto tibia e perone. Basta e avanza come giustificazione: del resto, basta vedere cosa sta facendo il buon Randy De Puniet (ultimo a Indy) da quando è tornato in sella dopo una frattura come quella di Rossi.


ANDREA DOVIZIOSO 5,5
Buona la posizione, perché il livello della MotoGP è altissimo: oggi arrivare nei cinque è già un risultato soddisfacente. Ma il distacco dal primo, che oltre tutto è il suo compagno di squadra, è troppo elevato. Correre nelle sue condizioni, però, è tutt’altro che facile, pressato da problemi contrattuali, nonostante abbia in tasca un accordo già firmato, che la Honda però non vuole rispettare.


NICKY HAYDEN 7
Terzo in prova, miglior risultato da quando è in Ducati, solo sesto in gara, staccato di una vita. Ma Nicky dal secondo giro in poi ha corso senza la “saponetta” sinistra: è già stato bravo ad arrivare al traguardo.


MARCO SIMONCELLI 5
A fine gara Marco era soddisfatto, ma se fare settimo non è male, prendere 36”740 è un’esagerazione. Fatica con l’elettronica della Honda ricevuta due GP fa (a Laguna Seca), ma deve fare di più.


ALVARO BAUTISTA 6,5
Ci mette l’anima ed è in crescita: con la Suzuki ha lottato tutta la gara con Simoncelli.


LORIS CAPIROSSI 4
Completamente demotivato e svogliato: insomma un disastro. A breve verrà ufficializzato il suo passaggio alla Ducati-Pramac, che però ha bisogno di un Capirossi ben diverso da questo.


COLIN EDWARDS NG
Frastornato dalla tragedia di Peter Lenz, ragazzino di 13 anni morto domenica mattina nel Trofeo Moriwaki e amico di suo figlio, Edwards non era in grado di guidare. In pista, tra i piloti, era praticamente l’unico a sapere dell’incidente, perché la notizia è stata tenuta nascosta a lungo. Una vergogna. E a dir poco discutibile la scelta di far festeggiare i piloti con la champagne sul podio: in questi casi, per mille motivi, non si possono fermare le gare, ma almeno un segno di solidarietà verso una povera famiglia distrutta dal dolore sarebbe stato opportuno.


CASEY STONER 4
Un’altra caduta in gara. Obiettivamente, a Stoner non ne va bene una e questa volta, a differenza di quanto successo in Qatar e Le Mans, non stava esagerando. Purtroppo, però, il risultato finale non è cambiato.


MARCO MELANDRI 4
Festeggiava i 200 GP ma è caduto dopo due giri. Anche lui è completamente sfiduciato e pensa già al 2011.


ASFALTO INDY 2
Almeno tre tipi di asfalti differenti, buche come in un campo da golf, tombini che strappano le saponette, cordoli alti 30 cm: signori, queste sono le piste americane.

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