Nico Cereghini: “Al San Marino per il Dovi”

Nico Cereghini: “Al San Marino per il Dovi”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Due colori: il giallo sulle tribune per salutare lo sfortunatissimo Valentino Rossi, che deve saltare Misano e con ogni probabilità esce dai giochi mondiali. E tanto rosso per spingere Andrea e la Ducati che sono davanti a tutti nella classifica mondiale
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
7 settembre 2017

Dopo la quarta vittoria del Dovi e della Ducati a Silverstone, è arrivata la brutta notizia dell’incidente a Valentino con la moto da enduro, proprio alla vigilia del Gran Premio di San Marino sulla riviera romagnola. Il mondo del motociclismo stenta ad accettarlo: i due italiani sono appena scesi dal podio inglese, sono i piloti che oggi occupano il primo e il quarto posto di una classifica mondiale cortissima. Andrea e Valentino, entrambi in lotta per il titolo mondiale 2017. Invece, il 10 settembre Rossi non ci sarà e chissà quando potrà rientrare.

Un enorme peccato. Sarebbe stata una festa perché gli appassionati lo sanno, dici Misano e vedi un’unica lunghissima tribuna che si snoda esterna al tracciato, da molti punti si ha una vista quasi completa e le domeniche di gara da quelle parti sono da tanti anni un evento memorabile. Sono sicuro che il giallo dei sostenitori di Valentino sarà ancora il colore più diffuso sulle tribune; questa volta sarà il saluto affettuoso del pubblico al Dottore, che a Misano è di casa e anche domenica sarà a pochi chilometri di distanza. Ma il rosso Ducati si vedrà un po’ dappertutto, con Dovizioso leader del mondiale sarebbe stato un evento comunque. Vorrà dire che adesso tiferemo tutti per Andrea.

E’ la prova numero tredici di un campionato straordinario, Ducati, Honda e Yamaha livellate da una serie di fattori imprevisti; con Rossi che era stato capace di sfidare alla pari il suo giovane compagno di team, con la rivelazione Vinales appunto, poi il solito funambolico Marquez e infine con Dovizioso esploso in questo 2017 come nessuno si aspettava. E ancora altri due grandi campioni come Pedrosa e Lorenzo, che al momento devono subire i compagni di squadra ma hanno abbastanza talento da rovesciare il tavolo da gioco anche domenica prossima. Tutto può succedere nel GP di San Marino e della Riviera di Rimini, le statistiche premiano Lorenzo con tre vittorie come Rossi, Pedrosa ne ha vinti due; ma parliamo di una storia corta: la prima edizione del GP così denominato risale soltanto al 2007, con la vittoria prepotente di Casey Stoner nella stagione del titolo mondiale con la Ducati. Dieci anni fa, e i ducatisti non aggiungono altro e toccano ferro.

Forse non sapete che quello che dal 2012 è il Misano World Circuit Marco Simoncelli, in memoria dell’indimenticabile Sic, nacque all’inizio degli anni Settanta e a volerlo fu Enzo Ferrari. Il progetto fu firmato dall’ingegner Cavazzuti, i lavori iniziarono nel 1970 e si conclusero due anni dopo. La prima gara di moto me la ricordo bene, ero presente: una corsa internazionale con sorpresa, la 500 vinta da Gianfranco Bonera (Harley Davidson bicilindrica due tempi) davanti a Giacomo Agostini sulla MV. La pista originale era corta, 3.488 metri, e si girava in senso antiorario. Io la scoprii con la 500 km di Misano dell’autunno 1973: mi garbò parecchio e in coppia con un amatore, architetto di professione, ottenemmo un bel quarto posto e il giro veloce con la magnifica Ducati SS 750. Era il primo esemplare uscito di fabbrica, curato dall’ingegner Fabio Taglioni in persona; era grigia e azzurra, col suo bel cupolino tondo. Che bella moto! Ho anche una vittoria, a Misano, per quello che vale: nella primavera del ’74 vinsi una duemmezzo bagnatissima del campionato junior, l’equivalente del CIV di oggi, con una bicilindrica Suzuki. Sul podio salii con la coppa, la corona di alloro, la sigaretta in bocca. La foto è sul sito. Terribile, lo ammetto, ma allora si usava così.

Il campionato mondiale approdò qui a Misano soltanto nel 1980, con il GP delle Nazioni. La concorrenza di Monza, di Imola e del Mugello era quasi imbattibile. La denominazione “GP di San Marino” fu inventata l’anno dopo, un escamotage per strappare alla Federazione Internazionale una gara italiana in più, e curiosamente l’evento esordì a Imola, con Lucchinelli vincitore della 500 e Reggiani della 125 davanti a Nieto. Negli anni successivi il San Marino sarebbe emigrato ancora più lontano dalla omonima Repubblica: lo si corse anche al Mugello… e a Misano solo saltuariamente, a partire dall’85.

Dal 1993 la pista è stata allungata in più riprese fino a misurare gli attuali 4.200 metri; è larga 14 metri, ha sei curve a sinistra e dieci a destra, è quasi completamente piatta e con soli 530 metri di rettilineo. Andrea Dovizioso nel 2015 ha toccato i 299.5 kmh. Poco superiore ai 160 la media oraria generale della MotoGP. Le curve famose come la Quercia, il Tramonto, il Curvone, il Carro sono un’eredità della parte “vecchia”. Nel dicembre del 2006, Rossi, Capirossi e Simoncelli sono stati chiamati in pista ed hanno approvato l’ultima modifica: l’inversione del senso di marcia. Adesso si gira in senso orario, e nei primi mesi è stato necessario rincorrere quei motociclisti che, per forza dell’abitudine, superato il cancello dei box si buttavano a destra invece che a sinistra…

Ho dei ricordi indelebili, legati a questa pista: gioiosi come la prima vittoria dell’Aprilia nel motomondiale esattamente trent’anni fa, firmata dal bravo Loris Reggiani nella corsa delle 250; altri molto tristi come l’ultima edizione del GP d’Italia qui disputato il 5 settembre del ’93. Wayne Rainey cadde con la sua Yamaha 500 e pareva un volo come tanti, proprio nello stesso punto era caduto senza danni anche Max Biaggi in duemmezzo. Invece il californiano tre volte campione del mondo fu terribilmente sfortunato, atterrò malamente e da allora purtroppo si muove sulla sedia a rotelle. Questi due ricordi sono connessi alla pista vecchia, mentre su quella nuova dovete sapere che il grande Michael Schumacher esordì con la moto nell’aprile 2008; con le due ruote si divertiva parecchio e si impegnò a fondo per andar forte anche tra di noi. Purtroppo, come certo ricorderete, qui ha perso la vita il giapponese Shoya Tomizawa il 5 settembre 2010, nella gara delle Moto2.

Delle ultime edizioni va senz’altro ricordata quella del 2015 con addirittura due cambi moto. La partenza con l’asciutto, ma presto arriva qualche goccia di pioggia e tutti entrano una prima volta nei box tra il sesto e il settimo giro. Lorenzo va in testa, seguito da Marquez e da Rossi; tutti gli altri staccatissimi. Ma poi smette di piovere, l’asfalto si asciuga, le rain vanno in pappa e al diciottesimo giro Marquez è il primo a fermarsi la seconda volta per ripartire con le slick. Rossi e Lorenzo aspettano troppo nella generale disperazione, Jorge si ferma al ventesimo, Valentino al ventunesimo giro, e poi Jorge clamorosamente cade ed è Marquez a trionfare con Smith e Redding sul podio. Una delle gare topiche della discussa stagione 2015. L’anno scorso Pedrosa fu l’ottavo vincitore dell’anno davanti ai due piloti Yamaha Rossi e Lorenzo. Le Ducati soffrirono: erano molto difficili da guidare e il Dovi fu sesto davanti al collaudatore Pirro. Adesso la Desmosedici è un’altra moto…

 

Per tutti i fan Ducati potete seguire le gare sui profili social corporate di UnipolSai, Twitter e Facebook, seguendo l’hashtag #forzaducati.

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