MotoGP. Sono belle o sono brutte?

MotoGP. Sono belle o sono brutte?
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Sono brutte o sono belle le MotoGP di oggi? Sono più belle o più brutte delle GP 500 di una volta? Gli appassionati si dividono e la bellezza non è un valore oggettivo, ma ascoltare chi si intende di design può aiutare: ecco Fabrizio Giugiaro, Luca Borgogno, Davide Varenna
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
16 maggio 2023

E’ grande il dibattito tra gli appassionati: le MotoGP di oggi sono brutte? Intendiamoci, la bellezza non è un un valore oggettivo, “non è bello ciò che è bello ma... che bello, che bello, che bello” diceva Nino Frassica. La bellezza dipende dallo sguardo, e anche dal mestiere di quello sguardo: per gli ingegneri sono assolutamente belle, soprattutto se vincono. E a molti piacciono perché esprimono un altissimo livello tecnologico: parlano della ricerca, dell’estremo, del prototipo in continua evoluzione. Ma c’è chi rimpiange le 500 di una volta e non si rassegna.

Forse non varrebbe nemmeno la pena di scriverci sopra, ma se non si parla dei temi più discussi di cosa parliamo? Dunque da una parte le 500 di una volta: pulite, essenziali, proporzionate, moderatamente aggressive, vicine alle moto da strada. E poi le MotoGP di oggi: complesse, aggressive, piene di ali e di orpelli, prototipi in continua evoluzione, sempre più lontane dalle moto di serie.

Per fornire qualche elemento in più alla discussione, ecco dei pareri autorevoli. Parlano tre grandi designer, car designer ma pure appassionati motociclisti. Come il torinese Fabrizio Giugiaro, car designer e CEO di Gruppo Giugiaro Architettura.

“Siccome sono oggetti estremamente tecnici, è difficile dire se le MotoGP di oggi sono belle o brutte. E’ bello - afferma Giugiaro - ciò che funziona. Sono oggetti così estremi, così tecnici, che dare una valutazione estetica non sarebbe giusto. Ecco, forse negli anni che furono c’era un po’ più di umanità, c’era un tocco personale mentre oggi, se fai un raggio sbagliato nell’aerodinamica, l’auto o la moto non hanno prestazioni. E allora, bello o brutto che sia, va fatto così”.

“Le Ducati sono le più belle”

“Non do un giudizio generale, non è corretto farlo, trovo invece discutibili certe grafiche. Seguono quella che è una moda popolare e comune di ragazzini, che nulla ha a che vedere con la storia e il buon gusto… La grafica deve essere bella, deve dare lustro agli sponsor e deve essere televisivamente bella. Spesso invece le MotoGP sono oggetti molto belli dal vivo ma televisivamente un po’ deludenti”.

Trovo che le Ducati - dice Giugiaro - siano le più belle, come in F1 si stagliano le Red Bull con quella bellissima grafica, molto giovane e di buon gusto. Sulle moto vedo che spesso si segue il filone di marketing dei ragazzini che non sanno a guardare troppo il bilanciamento dei colori, sono molto on loud, e loud non sempre significa bellezza ma chiasso e farsi vedere”.

Le ali? Sull’estetica pura le giustifico, perché comunque devono funzionare e se funzionano sono automaticamente belle. Invece ho grossi dubbi sulla grafica, solo pochi team hanno delle grafiche veramente belle e apprezzabili televisivamente. Una proprio brutta? La maggior parte sono brutte. Ducati è bella perché è seria, sono contento che vinca, esteticamente le Ducati hanno quel qualcosa in più”.

La complicatezza come canone estetico

Ecco la voce di due car designer come Luca Borgogno, docente IIAD con esperienze in Pinifarina, Lamborghini, Hyundai; e Davide Varenna (ex Design Center Hyundai) con un nuovo progetto che al momento è riservato.

Varenna: “Io lavoro sulle auto, ma a livello macro posso dire che una volta le moto da corsa avevano meno raffinatezza a livello ingegneristico, superfici ben più grosse e meno sponsor. La carenatura e la grafica facevano molto, le superfici erano più semplici e più grandi, e questo permetteva una immagine più iconica. Oggi ci sono tanti sponsor e poi tanti pezzetti, appendici qui e là: è difficile ottenere una immagine pulita”.

Trasmette di più quella specie di aereo che oggi è la MotoGP o la GP 500 di ieri?

Aggunge Luca Borgogno: “Tutto dipende dalle generazioni: noi siamo cresciuti con una estetica completamente differente, fatta di semplicità e sponsor legati al marchio della moto, cose che giocavano veramente tanto. I ragazzi di oggi sono più affascinati da queste ali, le MotoGP sono diventate degli oggetti la cui caratteristica estetica è data dalla complicatezza piuttosto che dalla semplicità”.

Eleganza di un tempo, cattiveria di oggi

“Io sono anche un grande appassionato di tecnica e le trovo non belle ma estremamente affascinanti, passo le ore a guardare ogni singolo dettaglio e immaginare come potrebbe funzionare. Ed è anche molto bello il fatto che le capisci bene quando sono in azione, l’aerodinamica di oggi è fatta per le curve, gli angoli di certe ali e di certe superfici piatte le capisci solamente quando le moto sono alla massima inclinazione”.

Interviene Davide Varenna: “A livello di cattiveria esprimono di più le MotoGP di oggi, a mio parere. Una volta riuscivi a trasferire quella determinata forma anche su moto dalla funzione diversa. Oggi la MotoGP, con tutte quelle appendici, è chiaramente una moto fatta per la prestazione, solo per quello. Non riusciresti a trasformarla in una moto elegante, mentre con quella di Agostini ci potresti girare la domenica, elegantissima”.

Conclude Luca Borgogno: “Guarda la NSR 500 Honda, quella dei cinque mondiali di Doohan e poi la moto di Vale, con Nastro Azzurro. La moto alla fine dei conti era praticamente la stessa, mentre una Ducati MotoGP di cinque anni fa è un’altra moto rispetto a quella di oggi”.

La Suzuki RG 500 fotografata, anno 1978, è tra i pezzi della collezione privata di Genesio Bevilacqua (Althea Racing). Si tratta di “Moto dei Miti” il museo di Civita Castellana (VT) che tutti possono visitare. Info a www.motodeimiti.com