MotoGP. Non ci sono più i circuiti di una volta - Terza puntata

MotoGP. Non ci sono più i circuiti di una volta - Terza puntata
Giovanni Zamagni
Negli ultimi 25-30 anni, sono 19 i circuiti non più in calendario, tolti perché troppo pericolosi, o per metodi economici, o perché non adatti alle moto. O per altro ancora. Alcuni tracciati hanno fatto la storia del motociclismo, è un peccato che non siano più attivi. Li vediamo, uno a uno, in un viaggio a puntate
2 gennaio 2020

Dopo la puntata d'esordio, prosegue il nostro viaggio tra le piste affascianti, piste storiche, piste appena costruite, piste poco significative: negli ultimi 25 anni sono tanti i tracciati sui quali si è corso e che poi, per diversi motivi, sono stati tolti dal calendario.

Da quando io seguo il motomondiale a tempo pieno - dal 1995, ma ho iniziato nel 1992 - sono 19 i circuiti dove non si corre più, sostituiti con altri autodromi. Più belli, più brutti, più funzionali, più moderni, o semplicemente più ricchi e più interessanti economicamente.

Proviamo a costruire un calendario alternativo a quello ufficiale: solo un gioco, un pretesto per raccontare circuiti dove da tempo non si vede più il motomondiale. Con una premessa: questo non è un pezzo storico, ma basato sui ricordi: ci potrebbero essere degli errori di memoria (anzi, ci saranno sicuramente.)… E l’ordine segue quello cronologico dei diversi anni, non è una classifica del più bello, o difficile, o chissà cos’altro.

Estoril, Portogallo

Una pista non troppo entusiasmante, ma con un punto fortemente caratteristico: la sinistra/destra in salita, una sorta di rampino di montagna da prima marcia, con una uscita dove oggi il controllo di trazione sarebbe messo a dura prova… Anche in questo caso, la fine del GP è stato dettato da questioni economiche.

Il ricordo. 2006: Dani Pedrosa azzarda un sorpasso e abbatte il compagno di squadra Nicky Hayden, in lotta per il titolo. Hayden si rialza giustamente furibondo: mai visto il povero Nicky così arrabbiato. Ma non è l’unica sorpresa della giornata: Toni Elias batte in volata, per due millesimi, Valentino Rossi. Hayden conquisterà il titolo per cinque punti…

Shangai, Cina

Una struttura pazzesca, ma un circuito poco adatto alle moto: non per questioni di sicurezza, ma per il disegno della pista. Si corre in Cina quattro anni, dal 2005 al 2008.

Il ricordo. Alla quarta gara in MotoGP, Dani Pedrosa vince il suo primo GP in questa categoria: un successo inaspettato, anche se Dani aveva ottenuto anche la pole.

Laguna Seca, Stati Uniti

Sicuramente il circuito più bello e affasciante tra quelli non più in calendario negli ultimi 25 anni, uno dei più spettacolari in assoluto. Una pista incredibile, non solo per il famosissimo “Cavatappi”, ma anche per la piega a sinistra del rettilineo dei box; la salita che porta al Cavatappi; la discesa; l’ultima curva. Tutto meraviglioso, tutto pericolosissimo: impraticabile con le MotoGP di oggi.

Il ricordo. 2008: il sorpasso. Il più bello e discusso degli ultimi 25 anni. Non serve aggiungere altro.

Istanbul, Turchia

Una delle migliori piste realizzate da Tilke, una di quelle che ti tolgono il fiato: peccato che sia sia corso lì solo tre volte, dal 2005 al 2007, con due successi di Melandri e uno di Stoner (nel 2007 con la Ducati). Nessun problema di sicurezza, direi.

Il ricordo. Per una volta non è legato al GP, ma alle prove. 2006: Casey Stoner, alla sua terza gara in MotoGP arriva in Turchia in ritardo per un volo aereo cancellato, o qualcosa del genere: di fatto, arriva in circuito poco prima delle FP1, con ancora il fuso orario australiano. Casey sale in moto e fa il miglior tempo. A vincere la gara sarà poi Marco Melandri, dopo una strepitosa volata proprio contro Stoner. Bellissimo.

 

 

Indianapolis, Stati Uniti

Una pista poco affascinante in un contesto, però, da urlo per un appassionato di motori: perfino io che non seguo così tanto le corse automobilistiche sono rimasto incantato dall’anello della 500 miglia di Indianapolis, dalla striscia di mattoncini come una volta, dalla tradizione di una pista celebrata in decine di film e documentari. Il tracciato della MotoGP, però, non era niente di che: Austin, obiettivamente, è un’altra cosa, giusto trasferire lì il motomondiale.

Il ricordo. Ancora una volta legato alle prove. Nel 2012, Stoner ha un grande vantaggio, sta andando fortissimo, ma in qualifica esagera mentre sta dominando e si rompe la caviglia destra. Nonostante tutto corre e chiude quarto, una gara che probabilmente avrebbe vinto con una mano sola. Un risultato eccezionale per le sue condizioni ma molto negativo per il campionato, che sarà poi vinto da Jorge Lorenzo.

MotoGP. Non ci sono più i circuiti di una volta - Seconda puntata
MotoGP. Non ci sono più i circuiti di una volta - Prima puntata

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