MotoGP. Flavio Briatore: “Valentino Rossi non può continuare”

MotoGP. Flavio Briatore: “Valentino Rossi non può continuare”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Valentino deve continuare o fermarsi? Alla radio, Briatore dichiara che Rossi deve smettere: “L’età conta, i riflessi calano e aumentano i rischi”. Legittima l’opinione, ma ci sono molti casi di sportivi vicini ai quarant’anni e ancora vincenti
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
17 dicembre 2020

La domanda, che si fanno in tanti, è stata posta a Flavio Briatore, 70 anni, nel corso di una diretta di ieri su Radioradio. Si parlava di politica, poi delle passioni di Briatore come la Ferrari e Ibrahimovic.

“Il mio consiglio -ha detto testualmente l’imprenditore piemontese- è di smetterla, perché dobbiamo ricordarlo come un grande campione e dunque non può più restare; anche il mezzo non è più competitivo e a un certo punto l’età conta. Basta, è stato un grande, ha vinto tutto, ma a un certo punto non puoi continuare, non hai più la motivazione di prima”.

E Ibra allora? Un interlocutore gli faceva notare la contraddizione, perché Flavio aveva appena incoraggiato il campione del Milan a continuare, a 39 anni, con il calcio.

“Ibra? Lui fa una vita tutta dedicata allo sport -ha risposto Briatore- non sgarra mai e va bene; ma un conto è prendere un calcio nelle caviglie e un conto è uscire fuori da una curva con la moto a 300 all’ora e avere un incidente: credo che l’impatto sia molto peggio. Un conto è andare in moto a 300 all’ora cinque centimetri dietro a un altro pilota: i riflessi cambiano e cambia un po’ tutto, anche Ibra oggi sbaglia dei gol che una volta avrebbe segnato”.

Flavio Briatore, 70 anni, è abituato a parlare chiaro e dire ciò che pensa, senza peli sulla lingua. E in questo è apprezzabile. Sulla materia dei motori ha pure una bella competenza, se vogliamo, dato che nella F1 ha costruito più di un team vincente, lanciato Schumacher, vinto titoli mondiali piloti e costruttori. E poi in tanti la pensano come lui. 

Trovo che un solo appunto gli si possa fare. Quando dice che “dobbiamo ricordarlo come un grande campione e dunque Rossi non può più continuare”, mi sembra eccessivamente categorico. Qualcuno, come il sottoscritto e qualche altro milione di appassionati nel mondo, è felice di vederlo ancora in pista “proprio” perché Valentino è un grande campione, e tale resterà per sempre insieme a Hailwood, Ago, Duke, Surtees, Saarinen e tanti altri.

L’età e i riflessi

C’è poi il discorso che Briatore fa sui riflessi e sul rischio, che sul piano logico non fa una grinza: Ibra al massimo sbaglia un gol e se va male prende un calcio nelle caviglie, Valentino potrebbe sbagliare una curva o una staccata a 300 all’ora con ben altre conseguenze. Tutto abbastanza scontato, ma io non sarei così sicuro che riflessi ed età anagrafica siano così strettamente collegati. Ci sono molti esempi di sportivi efficacissimi vicini ai quarant’anni. 

Max Biaggi, nato a Roma il 27 giugno 1971, ha conquistato il sesto dei suoi titoli mondiali alla fine del 2012, a quarantuno anni. L’idolo calcistico di Max, Francesco Totti, classe 1976, si è ritirato il 30 giugno del 2017, quando ancora giocava e faceva bellissime cose a quasi quarantuno anni.

E ancora Vincenzo Nibali, messinese del novembre 1984, corre in bicicletta da protagonista a trentasei anni fatti. Stessa età di James LeBron, il cestista statunitense che a smettere non pensa proprio, esattamente come Roger Federer, il tennista svizzero numero 4 del ranking mondiale ATP, che ancora gioca piuttosto bene a 39 anni. E chissà quanti altri ne trascuro.

Solo il diretto interessato, a mio avviso, sa se i suoi riflessi sono esattamente quelli di sempre, o se invece sono leggermente o decisamente rallentati. Lo sa lo sportivo e lo sanno il suo preparatore e gli specialisti della medicina sportiva. 

Credo proprio che uno come Valentino Rossi sia consapevole del suo calo fisico, che naturalmente c’è, e sia perfettamente in grado di gestirlo senza sbagliare i curvoni da 300 all’ora. Quanto agli eventuali tamponamenti ricordo che ne ha subiti e ne ha pure fatti, anche a venti o trent’anni, come tutti o quasi tutti i piloti in pista.

Detto tutto questo, resta più che lecito pensare e dire che Rossi farebbe bene a smettere, ci mancherebbe altro. C’è anche chi pensa che doveva farlo dopo il titolo 2009, da vincente, o dopo la delusione del 2015 con l’onore delle armi. A tutti gli altri continua a far piacere vederlo correre in pista.