MotoGP. Da 0 a 10, il GP d’Austria 2017

MotoGP. Da 0 a 10, il GP d’Austria 2017
Giovanni Zamagni
Da zero a dieci: numeri, statistiche e voti sul GP d’Austria, un modo per ripercorrere quanto accaduto a Zeltweg, non solo in pista e non solo in MotoGP
16 agosto 2017

Da zero a dieci: numeri, statistiche e voti sul GP d’Austria, un modo per ripercorrere quanto accaduto a Zeltweg, non solo in pista e non solo in MotoGP.


QUANDO ZARCO ARRIVA DAVANTI AGLI UFFICIALI…

Una Ducati e due Honda sul podio, nemmeno una Yamaha: è la terza volta che accade quest’anno. Curiosamente, nelle tre occasioni - Spagna, Catalunya e Austria – nelle quali Johann Zarco ha battuto i due piloti ufficiali, la Yamaha non è arrivata nei primi tre. A pensarci bene non può essere solo una casualità: significa che quando, per qualche motivo, la M1 non rende al massimo, la versione 2016 funziona un pochino meglio. O un pochino meo peggio, a seconda dei punti di vista.

ZERO, COME LE YAMAHA SUL PODIO


SOLO LUTHI CONTRO IL “DUOPOLIO”.

Undici GP disputati, per un totale di 33 gare. Fino a oggi, 32 successi italiani/spagnoli: 13 dei nostri piloti, 19 di quelli iberici. Solo lo svizzero Thomas Luthi è riuscito a interrompere questo “duopolio”, salendo sul gradino più alto del podio in Rep.Ceca, in una gara ridotta (vergognosamente) a soli sei giri.

UNO, COME LE VITTORIE NON ITALIANE/SPAGNOLE


MOTO3: UNA VERGOGNA SENZA FINE

Quanto accade in qualifica in Moto3 – in ogni GP, non solo in Austria – è vergognoso, con così tanti piloti che infrangono la regola di non rallentare lungo la pista in attesa di una scia, la “Race Direction” non può nemmeno più infliggere le tradizionali sanzioni ed è costretta a ricorrere a una multa ridicola di 500 euro. Ma la colpa non è solo dei piloti, anzi: a mio modo di vedere, la colpa è soprattutto dei team manager, che prima di scendere in pista si raccomandano con il proprio pilota di prendere un “gancio” giusto. Così si arriva a una situazione ormai insostenibile: sono i team manager per primi a dover cambiare mentalità.

VOTO DUE AI TEAM MANAGER MOTO3


DOVIZIOSO COME CAPIROSSI

Vincendo il terzo GP stagionale, Andrea Dovizioso ha eguagliato Loris Capirossi, capace di salire tre volte sul gradino più alto del podio nel 2006 con la Ducati. Nella sua carriera, Loris ha conquistato 7 successi con la Rossa a due ruote, mentre Dovizioso, per il momento, è fermo a quattro. Inoltre, era dal 2010, dai tempi di Casey Stoner, che la Ducati non vinceva tre GP nella stessa stagione. Altro dato statistico: l’ultima volta che Dovizioso conquistò tre (o più) GP in una stagione fu il 2004, quando poi divenne campione del mondo 125.

TRE, COME LE VITTORIE DI DOVIZIOSO NEL 2017


UN GRANDISSIMO TALENTO. MA DEVE CONTROLLARSI

Gesti inequivocabili, dito medio alzato, spintoni alla moto di Fabio Di Giannantonio - colpevole di averlo rallentato nel giro “tirato” – urla e grida: negli ultimi secondi delle qualifiche, è andata in onda, in diretta mondiale, tutta la frustrazione di Romano Fenati. Romano è un grandissimo talento, un pilota straordinario, sicuramente il nostro migliore in Moto3, ma quando qualcosa non va come lui vorrebbe non riesce più a controllarsi. Poi, in serata, Fenati e Di Giannantonio hanno fatto la pace, pubblicando anche una bella e significativa foto su twitter.

VOTO QUATTRO A FENATI


50 CADUTE IN TRE GIORNI

In totale, sono state 50 le cadute nei tre giorni, delle quali ben 11 in un solo turno, nelle FP1 bagnate della Moto2: se avesse piovuto sabato o domenica durante la MotoGP, i piloti avevano minacciato di non correre per la pericolosità della pista. In MotoGP pochissime le scivolate: 5 in totale, tra le quali quella di Marc Marquez nelle FP4: Marquez, in totale, è finito a terra già 15 volte, solo una in meno del primatista (tra tutte le categorie) Sam Lowes.

CINQUE, COME LE SCIVOLATE IN MOTOGP


UNA VITTORIA PER DISTACCO, MA IN RIMONTA

Alla fine del primo giro, Joan Mir era solo 12esimo a 1”227 dal primo; alla fine del secondo era decimo ma a 1”767. Poi è iniziata la sua rimonta: nono al 3° a 1”341, ottavo al 4° a 0”899, quarto al 5° a 0”236, primo al sesto giro, per un vantaggio massimo di 4”531 al termine del 19esimo passaggio. Grandissimo.

SEI, COME I GIRI IMPIEGATI DA MIR PER ANDARE AL COMANDO


MOTO3 E MOTO2: DOMINIO ASSOLUTO DI DUE PILOTI

Così Mir ha conquistato il suo settimo GP stagionale, esattamente come ha fatto Franco Morbidelli, rimanendo in testa dal primo all’ultimo giro. Per quanto riguarda la Moto3, è la prima volta che un pilota riesce a vincere sette (o più) GP in una stagione dopo 11 gare: per ritrovare un pilota capace di una impresa simile nella cilindrata minore, bisogna risalire al 1997, ai tempi di Valentino Rossi in 125. Rossi, quell’anno, conquistò anche il titolo a fine campionato.

SETTE, COME LE VITTORIE DI MIR E MORBIDELLI


UN DEBUTTANTE DA APPLAUSI

Con il quarto posto, Francesco Bagnaia rafforza la sua posizione di debuttante dell’anno: adesso è quinto in classifica generale con ben 100 punti. “Pecco” sta facendo davvero bene: è sempre velocissimo, sempre vicinissimo ai primi, sempre costante. Bravo!

VOTO OTTO A BAGNAIA


UN ESORDIO IMPRESSIONANTE

A proposito di debuttanti, è stato strepitoso quello che ha fatto Jaume Masia, sedicenne che ha corso questo GP con la KTM del team di Caponera al posto dell’infortunato Binder. Masia ha entusiasmato con sorpassi pazzeschi, senza alcun timore reverenziale, mettendo anche il suo nome nel giro veloce del GP: l’11esimo in 1’36”436, 0”400 più rapido di un certo Mir. Impressionante.

VOTO NOVE A MASIA


GRAZIE GRAZIE GRAZIE

Il meglio del GP è stata, senza ombra di dubbio, la sfida tra Andrea Dovizioso e Marc Marquez, capace di superarsi cinque volte in un solo giro (il 22esimo), di fare centinaia di metri carenatura contro carenatura a 300 km/h, di un ultimo giro che verrà ricordato a lungo, per poi abbracciarsi nel parco chiuso. Uno spettacolo indimenticabile: grazie, grazie, grazie.

VOTO 10 (E LODE) A DOVIZIOSO E MARQUEZ.

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