MotoGP. Austin 2016. Rossi: "Belle le Michelin, ma non perdonano"

MotoGP. Austin 2016. Rossi: "Belle le Michelin, ma non perdonano"
Giovanni Zamagni
Valentino spiega perché è caduto: “Dalla moto non mi è sembrato di aver fatto nulla di strano: forse sono stato un po’ troppo interno e si è chiuso lo sterzo. Queste gomme sono così: la moto è divertente da guidare, ma se sbagli vai a terra”. Sulla frizione: “Bruciata in partenza, si stava riprendendo”
11 aprile 2016

AUSTIN Valentino Rossi lo dice chiaramente: «Le Michelin non perdonano: se sbagli cadi. E io ho sbagliato». Una sintesi perfetta, con un errore causato anche da quanto accaduto in partenza, con il problema alla frizione che poi Valentino si è trascinato fino alla scivolata alla seconda curva del terzo giro, mentre era in sesta posizione.
 

«Purtroppo in partenza si è bruciata la frizione e quando davo gas slittava moltissimo, in particolare in uscita dalla curva 11: ho dovuto parzializzare e mi hanno passato in tanti. Quando avviene questo, le conseguenze sono due: o si rompe definitivamente o, poco alla volta, si riprende. Per questo ho cercato di farla raffreddare e, effettivamente, la situazione stava migliorando. Già nel secondo giro stava riprendendo ed ero lì con Pedrosa e Lorenzo, non li volevo far scappare e ho attaccato. Dalla moto non mi sembra di aver fatto niente di sbagliato, ma, probabilmente ho perso un po’ concentrazione, sono stato un po’ più stretto, perché avevo Pedrosa a sinistra: ho sbagliato e sono caduto. Peccato, perché ero competitivo, mi sentivo veloce: con le Michelin se sbagli non perdonano. E io ho sbagliato».


Che cosa ha determinato il problema alla frizione?

«Per qualche motivo che ancora non abbiamo individuato, forse a causa del nuovo software, quest’anno fatichiamo di più in partenza: anche in Argentina eravamo lì lì per bruciarla, qui è accaduto».


Può essere stato causato anche dai tempi insolitamente lunghi delle operazioni al via?

«Effettivamente, l’omino con il cartello ci ha messo un bel po’ a uscire dallo schieramento di partenza, ma in quel momento sei con la frizione tirata, non credo sia stata quella la causa».


Ma cosa succede esattamente, qual è la conseguenza nella guida?

«Fino a metà gas, è tutto normale, poi la frizione comincia a slittare e, ovviamente, perdi potenza.


Insomma, un GP da dimenticare.

«Tutt’altro: direi che, caduta a parte, è stata la volta che sono stato più competitivo in assoluto ad Austin, dove in passato ho sempre avuto difficoltà. Mi piace guidare la moto con le Michelin, anche in qualifica. Certo, con le Bridgestone non si scivolava mai, nemmeno se andavi largo o sbagliavi traiettoria di un paio di metri: nel 2015 ero caduto tre volte in 18 GP, le stesse scivolate che ho già fatto nel 2016 dall’inizio dell’anno (test compresi, NDA) E anche per Lorenzo è così. Diciamo, però, che la situazione è più normale adesso, era anomalo con le Bridgestone. Non cadevo in gara da Aragon 2014: anche questo è un dato significativo».
 

Così Marquez, che sembrava in difficoltà, è già in fuga…

«E’ un campionato differente, vincerà chi non sbaglierà o farà pochi errori: Marquez fino adesso non ha sbagliato e, in più, ha vinto due GP. Ecco perché ha 33 punti di vantaggio».


La situazione è preoccupante?

«No, ma è chiaro che bisogna lavorare sulla messa a punto, migliorare il pacchetto per far lavorare correttamente le gomme».