MotoGP, Aragón 2015. Rossi: "Niente scuse, Pedrosa è stato più bravo"

MotoGP, Aragón 2015. Rossi: "Niente scuse, Pedrosa è stato più bravo"
Valentino onora il rivale: “Ho provato in tutti i modi a passarlo, ho giocato anche un jolly dove non si può passare, ma non ce l’ho fatta: Dani ha guidato benissimo”. Sul campionato: “Saranno quattro gare difficilissime, perché Lorenzo è vicino alla perfezione. Ma ce la possiamo giocare”
27 settembre 2015

ARAGON – Alle spalle di Dani Pedrosa, Valentino Rossi deve aver fatto la stessa considerazione fatta da tutti quelli che guardavano il GP: «Il secondo posto non mi scappa». Invece, a sorpresa di Valentino e di tutti gli appassionati, gli è scappato, battuto da un Pedrosa mai visto in così grande forma.

«Quando perdi una battaglia così, hai sempre delle brutte sensazioni, ti rimane l’amaro in bocca. Sotto altri aspetti, però, sono contento della gara che ho fatto, mi sono divertito, sono stato veloce, ho guidato bene: è indubbiamente la migliore gara che io abbia mai disputato ad Aragon. Purtroppo non ero abbastanza forte per stare davanti a Pedrosa, facevo fatica a imporre il mio ritmo: Dani aveva un buon passo e ho cercato di stare con lui e alla fine ho giocato tutte le carte che avevo, anche un jolly all’ultima chicane prima del rettilineo, dove è praticamente impossibile passare. Ma era l’ultimissima chance che avevo, ci ho provato e ho quasi creduto di passarlo, ma non ce l’ho fatta: lui oggi è stato semplicemente più forte di me. Peccato, perché sarebbero stati quattro punti in più importanti per il campionato: ci ho provato, ma non è bastato. La sfida con Lorenzo è durissima: in questo momento lui è vicino alla perfezione. Sarà difficile batterlo, ma siamo lì: adesso si va dall’altra parte del mondo per tre GP diversi e speciali».


Ieri pomeriggio sembravi in difficoltà, cos’è cambiato oggi?

«Abbiamo fatto un errore nelle FP4 nel tentativo di migliorare la moto, perché fino alle FP3 ero stato competitivo. Ieri pomeriggio abbiamo perso tempo, nel warm up abbiamo fatto delle altre modifiche, che però non hanno funzionato e così per la gara abbiamo cambiato ancora: oggi la mia M1 era a posto e ho potuto lottare con Pedrosa. Ho fatto una buona prestazione, ma ho perso nove punti: bisogna fare meglio».


Nella sfida con Pedrosa hai pensato al mondiale?

«Di fatto sì, perché volevo quattro punti in più per il campionato. Io credo che se hai la possibilità di conquistare una posizione migliore, ci devi sempre provare».


Ma te lo aspettavi un Pedrosa così aggressivo?

«Quest’anno Dani è più combattivo, era già stata dura batterlo a Indianapolis: la sua squadra, giustamente, spinge molto perché sia più aggressivo in pista. Quando mi ha ripassato subito dopo il primo sorpasso, ho capito che avrei fatto fatica a batterlo, perché andavamo veramente in maniera simile. Ci ho provato in tutti i modi, ma non ce l’ho fatta: quando perdi una sfida così, significa che l’altro è stato più bravo, ma non mi viene in mente cos’altro avrei potuto fare. Speravo che lui calasse un po’, che la Honda avesse qualche problema in più con le gomme, specie dopo aver visto Marquez cadere, ma non è successo».


Con il senno di poi, non sarebbe stato più giusto provarci solo all’ultimo giro, tentare di sorprenderlo, invece di fargli capire che eri lì vicinissimo, pronto al sorpasso?

«Era difficile sorpassarlo, non ero così sicuro di riuscirci: per questo ho deciso di provarci prima».


Quattro gare alla fine, 14 punti da amministrare: come la vedi?

«Sarà difficilissimo, perché Lorenzo sta guidando da paura, sta facendo tutto perfetto, è velocissimo. Saranno quattro GP complicati perché 14 punti di vantaggio sono pochi: arrivano però piste che mi piacciono e si è visto che se lavoriamo bene possiamo essere competitivi anche noi».


Quanto è differente questo finale di stagione rispetto a quello dei titoli precedenti?

«Questo è sicuramente più tirato. Intanto ho un grandissimo conto aperto con Valencia, dove nel 2006 ho perso un campionato, che probabilmente mi meritavo, ma che ha vinto Hayden e conta solo quello. Questo è un mondiale punto a punto: entrano in gioco tanti fattori».


Cosa si può fare sull’asciutto per stare davanti a Lorenzo?

«Su questa pista Lorenzo è sempre andato fortissimo, però fino a sabato mattina non ero lontano, anche come passo. Poi abbiamo fatto qualche errore e ci siamo arrivati un po’ dopo: ci sono tante cose che si possono fare, anche lavorare sullo stile di guida, migliorare certi particolari. Ma in questo GP non sono sempre stato veloce, abbiamo commesso qualche errore. Arrivano piste che a me piacciono, ma dove anche lui va molto forte e a Motegi l’anno scorso lui ha vinto. Ma la cosa che cambia rispetto ad Aragon è che su quelle piste io sono più forte, me la posso giocare meglio».

 

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