MotoGP. Aleix Espargaro: “Marc Marquez il più forte della storia, Stoner incostante”

MotoGP. Aleix Espargaro: “Marc Marquez il più forte della storia, Stoner incostante”
Il collaudatore Honda in una lunga intervista video su Motorbike magazine: sui piloti della sua generazione e la sua vita attuale, il ciclismo da professionista, la famiglia, soddisfazioni e amarezze, Aprilia e Honda, Rivola e Albesiano…
29 ottobre 2025

Appeso il casco al chiodo, la vita di Aleix Espargaro è cambiata, ma non così tanto: ha più tempo per stare con la moglie Laura e i due gemelli Max e Mia (ora hanno sette anni) e, anche se si allena tanto con la bici, passa a casa più tempo di prima.

“Non ho avuto tempo di annoiarmi - sottolinea - sono in contatto continuo con Romano (Albesiano) per parlare della Honda e di come evolverla, soprattutto nella prima parte dell’anno. Poi ho dedicato tanto tempo alla mia passione che è il ciclismo e sono molto felice con mia moglie”.

Già, il ciclismo, che da passione si è trasformato in una professione. Uno sport durissimo, dice Aleix, dieta e forma fisica sono vitali, si fa molta fatica però è bellissimo. Per la sua prima stagione da professionista si è accordato con il Team Development della Lidl-Trek per alcuni eventi sia su strada sia gravel. Il debutto ufficiale a luglio nel Giro d’Austria, dove lo spagnolo si è ritirato presto, alla terza tappa; poi il Circuit de Getxo in 57ª posizione e infine la gara-esibizione Andorra Cycling Masters con i fuoriclasse del momento: Pogacar, Roglic, Del Toro e Vingegaard.

Ma parlando di moto, cosa racconta Aleix della sua carriera? Che all’inizio ha stentato, anni e anni senza risultati. L’esordio nel 2004 nel GP Catalogna (Honda 125 e 24° posto) dopo aver vinto il titolo spagnolo. Due anni di 125, quattro di 250, dal finale del 2009 in MotoGP con Pramac Ducati e rarissimamente nei primi dieci. Poi Suzuki e Aprilia. Tre vittorie e ben 343 GP disputati: la tenacia conta più del talento? La sua prima vittoria arriverà soltanto nel 2022, alla diciannovesima stagione.

“Difficile spiegare, forse sono passato troppo in fretta di categoria, 125 e poi 250, forse ho cambiato troppe squadre e anche il manager, ho sbagliato tante cose. Non ero tenace come sono adesso, ero agitato, me la prendevo per nulla, non ero così bravo a capire le situazioni. La nostra era una famiglia umile, un solo stipendio in casa, pochi mezzi, ma abbiamo insistito. Io sono testardo, quando mi metto in testa una cosa mi confido con la famiglia e poi parto, non mollo. Quando arrivai in Aprilia nel 2017 c’erano piloti più forti di me nella MotoGP, ma la moto non era così attraente, non era competitiva, era difficile crederci. Io ci ho creduto e ho insistito”.

Aleix parla dell’evoluzione della MotoGP, che negli ultimi cinque anni è stata velocissima con aerodinamica, elettronica, tanta tecnologia, tanti ingegneri in più. Uno dei motivi per cui ha lasciato Aprilia per passare alla Honda: il ruolo del pilota del test team è diventato sempre più importante e centrale, ed è molto interessante avere a che fare con la tecnologia Honda. Ha ricordato tanti passaggi importanti della sua lunga carriera, in particolare l’arrivo in Suzuki per la stagione 2015, dopo due anni di Motogp con ART e il terzo con Forward. Gli sembrò di toccare il cielo con un dito, ma fece tanta fatica al cambio delle gomme e nel 2016 “mi fanno fuori, ci rimango male e Nicola (che era mio telemetrista) mi apre la strada dell’Aprilia”.

Otto stagioni all’Aprilia e ci sono stati anni difficili, nel 2018 e 2019 non ne poteva più: la moto non cresceva, lui cadeva tanto, un inferno. Ci fu un momento in cui pensava alla SBK, o a mettersi in affari, qualsiasi cosa. “Poi è arrivato Rivola, il miglior manager che abbia mai avuto: lui ha rivoluzionato l’Aprilia”.

Parlando di talento, Aleix sembra il primo a riconoscere di non averne così tanto: il fratello minore “Pol ne ha di più, assicura, gli è mancata un po’ di fortuna e forse anche un po’ della mia tenacia”. Aleix conclude dicendo che lo sa: a molti non piace, ma perché dice sempre quello che pensa. Lui è fatto così. L’intervista chiude con la valutazione dei suoi rivali più forti di tutti questi anni. Quale il pilota più sorprendente?

“Non uno ma due: Marc Marquez per il suo talento naturale, per me è il più forte di tutti i tempi. E poi Stoner: quello che Casey faceva con la moto era incredibile, un talento enorme che lui non è riuscito a trasformare in vittorie e titoli come avrebbe potuto. Ero un fan di Valentino, ma Marquez è un’altra cosa…”.

Naviga su Moto.it senza pubblicità
1 euro al mese
Caricamento commenti...

Hot now