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Richard Coleman non è un novellino nel mondo degli sport del motore: è ingegnere e manager aziendale nel settore delle quattro ruote. E’ nato nel 1987, ha mosso i primi passi nel motorsport da giovanissimo come apprendista ingegnere nel team Mitsubishi impegnato nel Campionato del Mondo Rally; è quindi passato alla Chevrolet, nel programma del Campionato del Mondo Turismo WTCC.
Dunque esperienze di gestione manageriale e tecnica, che gli hanno permesso di fondare la Bamboo Engineering, una struttura che si fece notare nel WTCC e collaborò con diversi team in F3, nell’Endurance e GT Asia. Poi nel 2014 arriva la Mayfield Sports Management, la sua agenzia che ha sede a Silverstone ed è specializzata nella gestione sportiva, nel marketing e nelle sponsorizzazioni. MSM ha negoziato accordi di sponsorizzazione per oltre 150 milioni di dollari nell’automobilismo, nel calcio e nel ciclismo. MSM si presenta così "Sfruttiamo la nostra rete privilegiata di scuderie, partner, promotori ed emittenti per negoziare gli accordi più vantaggiosi per i nostri clienti”.
La carriera di Coleman nel paddock e nel mondo degli affari ha interessato enti e organizzazioni sportive: Coleman ricopre occasionalmente ruoli di rappresentanza e consulenza all'interno della FIA ed è fortemente coinvolto nella F1. Ora, mentre studia la futura gestione del team Tech3, ha ottenuto dalla FIM anche la promozione mondiale dello speedway a partire dal prossimo anno.
Guenther Steiner, ex capo della Haas in Formula 1, guida il consorzio che ha rilevato Tech3 e assumerà il ruolo di CEO, mentre Richard Coleman gestirà operativamente la struttura come team principal. “Siamo qui per combattere, non solo per partecipare” ha dichiarato a Paddock GP annunciando il progetto. L'obiettivo è chiaro: mantenere il gruppo originario di Tech3 e rendere la struttura più competitiva. Nonché più attrattiva per gli sponsor, operazione non impossibile considerando che il terreno del business gli è particolarmente congeniale.
Si tratterà di capire se questa nuova generazione di figure, stimate e di successo, che provengono da un altro mondo abbiano l’umiltà e l’elasticità necessaria per approcciarsi al motociclismo: che non è più il parente povero dell’automobilismo, ha la sua storia, le sue leggi e i suoi equilibri. La recente vicenda dall’americano Rossomondo, direttore commerciale durato pochissimo in Dorna, qualcosa insegna. Anche se qui parliamo di europei.