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Da Cervera, piccola cittadina di novemila abitanti nella regione nord-orientale della Catalogna, alla vetta del mondo. Averne, di fratelli così: Marc il maggiore, con tutta la sua storia vincente e complicata, e Alex il minore che sorprendentemente gli è vicino. Cinque volte sul primo e sul secondo gradino del podio in questo 2025, Ducati ufficiale per il primo, Ducati Gresini per il secondo.
L’emittente CNN Sports ha dedicato ai fratelli uno spazio interessante. Si sa che sono legatissimi tra loro, Marc e Alex. Vale la pena di capire se qualcosa è cambiato o se al contrario la loro intesa si rinforza.
Si parte dal giovane Marquez che, racconta CNN, è ben diverso dal fratello maggiore che è ferreo e concentrato come un laser. Ben dieci centimetri più alto, ma tre anni più giovane di Marc, Alex è l'immagine dell'affabilità, della pazienza e del buon umore. Sa cosa significa essere un campione del mondo, è stato il numero 1 in Moto3 e in Moto2, ma finora raramente era salito sul podio in MotoGP. Qualcosa è improvvisamente scattato: con sei podi e una vittoria nelle prime nove gare, ora è un vero contendente per il titolo.
"Questa moto è stata facile fin dal primo momento, si adatta bene al mio stile di guida, quindi non ho dovuto cambiare molto - spiega Alex e aggiunge - la moto 2024 è migliore in tutti gli aspetti, e quando ti diverti e sei veloce, tutto è facile."
Ma forse ora c’è più pressione? Vero, ammette Alex, ma è fantastico, nessuno se lo aspettava e improvvisamente è lì a lottare con il fratello. E precisa che Marc era nel team Gresini con lui, la scorsa stagione, adesso le maggiori aspettative potrebbero pesare...
"Noi non abbiamo nulla da perdere, loro nella squadra ufficiale devono vincere. Quando ho vinto un campionato del mondo, tutto è arrivato in modo abbastanza naturale: ho vinto il secondo anno, ho visto mio fratello vincere ogni anno, pensavo che la cosa normale fosse vincere. Invece la cosa normale nello sport è perdere, gli ultimi anni sono stati difficili e frustranti per me, mi hanno insegnato che lo sport è così. Un anno sei lassù; il giorno dopo sei quaggiù. Quindi quando sei lassù goditi il momento, quando sei quaggiù, lavora. Questa è la lezione che ho imparato durante gli anni difficili.”
Anni difficili, però mai quanto quelli piombati addosso al fratello dal 2020, dopo la frattura al braccio destro e gli interventi chirurgici per il rientro troppo anticipato. La sua intera carriera sembrava a rischio e Alex ha assistito a tutto questo in prima fila.
“Se vince questo campionato se lo merita di certo. Sappiamo noi quello che ha dovuto affrontare. E’ stata dura, è stato difficile anche per le persone che gli erano vicine: Marc era un'altra persona, era arrabbiato con tutti. E quando decise di sottoporsi all’ultimo intervento chirurgico al braccio, non lo fece soltanto per salvare la carriera, ma anche semplicemente per riuscire a vivere con meno dolore. Lì è tornato il vero Marc, scherzoso, gentile con le persone e tutto il resto”.
I due fratelli continuano a essere straordinariamente uniti, condividono un motorhome in pista, la casa a Madrid, si allenano insieme ogni giorno.
“Oggi siamo ancora più uniti, parliamo più che mai, condividiamo più cose che mai, stiamo insieme ogni giorno, ci alleniamo in bicicletta, in palestra e tutto il resto”.
Lo conferma Julià Marquez, il padre, una figura sempre presente alle gare. “Il loro rapporto è ancora più positivo, più forte e più stretto, e ne sono molto orgoglioso. Ho iniziato con i miei figli da zero, fin da quando erano molto piccoli: eravamo sempre insieme, ci allenavamo insieme, facevamo tutte le gare insieme. Ho preso il camper, li ho portati alle corse e mi piace restare al loro fianco senza intromettermi. Litigano mai? Certo che sì, ma i loro litigi durano cinque minuti”.
A questo punto viene coinvolto Marc: di cosa parlate tra voi nel weekend di gare?
“Parliamo delle sensazioni sulla moto - afferma - ma alla fine lui ha la sua strategia con il suo capo meccanico e io ho la mia strategia con il mio capo meccanico. Abbiamo stili di guida diversi, lui sente una cosa sulla moto, io un'altra, ma i tempi sul giro sono molto simili”.
"Sono consapevole che mi sto allenando con il mio rivale per il campionato - interviene Alex - ma io voglio batterlo, l'obiettivo quotidiano è batterlo in bicicletta, batterlo in palestra, è una bella competizione. Arriviamo entrambi ad un livello davvero alto perché questa competizione quotidiana ti fa crescere sempre di più".
Il giornalista ed ex pilota Mat Oxley sta ultimando una biografia di Marc Márquez e testimonia la sincera vicinanza tra i fratelli.
"I genitori - dice Oxley a CNN - hanno fatto davvero un ottimo lavoro: non li hanno tolti dalla scuola come fanno molti genitori. E’ una famiglia piuttosto umile, della classe operaia, ma li hanno cresciuti in un modo molto speciale e sono entrambi incredibilmente educati".
Oxley afferma che la personalità di Marc in pista è in completo contrasto con quella fuori dalla pista. "Marc è un killer, più di chiunque altro, quando è in pista; ma ho lavorato con lui per anni come giornalista, e non è mai irritabile, maleducato, distratto; è sempre presente, e non sono così molti altri piloti".
I fratelli Marquez hanno una sorta di complicità anche in gara? Ad Assen, Marc reagì con rabbia all'insinuazione che suo fratello non si stesse impegnando al massimo per batterlo. E Julià precisa.
"Siamo a metà stagione, ora stanno lottando per i punti e per il campionato. Magari verso fine stagione, in ruoli diversi rispetto ad ora, potrebbero aiutarsi a vicenda e fare un lavoro di squadra, sarebbe un lavoro di famiglia".
Ma se per ipotesi si arrivasse con il titolo in palio all'ultima curva dell'ultima gara, cosa succederebbe tra i due Marquez? Qui parla Davide Tardozzi: non ci sarebbe tregua.
"Credo che il rapporto tra i fratelli - dice a CNN- sia qualcosa di unico al mondo. Ma alla fine credo che entrambi conoscano il livello dell'altro: Marc è leggermente più veloce di Alex e Alex lo sa. Ma questo non significa che Alex non lotterà per vincere, o che Marc non proverà a sorpassare il fratello all'ultima curva. Perché alla fine le corse sono corse, e quando chiudono la visiera del casco pensano soltanto a vincere.”