MotoGP 2021. Il GP di Valencia. Danilo Petrucci: "La Dakar è un sogno"

MotoGP 2021. Il GP di Valencia. Danilo Petrucci: "La Dakar è un sogno"
Francesco Bagini
Il pilota della Ktm saluta il Motomondiale direzione Dakar dopo 168 GP, 10 podi e 2 vittorie: "Ho cercato di essere sempre autentico e a volte questo mi ha penalizzato"
11 novembre 2021

Oltre a quello di Valentino Rossi, c'è anche l'addio di Danilo Petrucci che lascerà la MotoGP al termine del GP di Valencia 2021.

A gennaio sarà sempre in sella a una Ktm, ma per correre la Dakar.

“Nelle ultime due gare sono stato davvero sfortunato", esordisce il 31enne di Terni.

"Qui voglio divertirmi, godermi i miei ultimi chilometri in sella a una MotoGP. E’ stato un bel viaggio, iniziato 10 anni fa. Non conoscevo le piste, la moto, le gomme. Ho avuto molti fan che mi hanno seguito.

Nell’ultimo anno ho iniziato a pensare ad altre sfide e fortunatamente, grazie anche a Ktm, è capitata la Dakar. Dovrò ricominciare da capo, ma quest’anno ho faticato troppo per cercare di essere competitivo. Anche dal punto di vista fisico non sono riuscito a trovarmi con questa moto, considerando la mia corporatura.

Nei rally invece sarò uno dei più giovani e leggeri (ride, n.d.r.). E’ stato un orgoglio dividere le piste con i tanti campioni che ho incontrato nella mia carriera”.

Qual è stato il tuo miglior momento in MotoGP?

"Le due vittorie, senza dubbio. Da piccolo sogni di salire sul primo gradino del podio di un GP. Sfortunatamente ho incrociato tanti avversari talentuosi. Nel 2019 il trionfo del Mugello è stato travolgente, troppo emozionante, da non godermelo appieno. C’era tanta attesa per quel GP. Mentre nel 2020, il primo posto di Le Mans, è stato il massimo”.

Cosa dovrai imparare alla Dakar?

"Tutto. È completamente un altro mondo. Mi sono allenato di recente e in una settimana ho superato la distanza coperta mettendo assieme tutti i GP di quest’anno. Per fortuna ho alcuni punti a mio favore per quanto riguarda la guida, ma la navigazione è qualcosa che dovrò imparare. In MotoGP si parla di millimetri, nel deserto è questione di chilometri. Per questa ragione ho deciso di affrontare tale sfida elettrizzante, completamente nuova”.

Tornerai alle corse in pista in futuro?

“Ancora non lo so. In questo momento sono contento di aver raggiunto uno dei miei sogni: correre la Dakar. Non so per quanto tempo la disputerò”.

Hai vinto 2 GP, ma forse hai dato molto di più alla MotoGP: qual è la cosa maggiore che hai trasmesso?

“Ho cercato di essere sempre il più autentico possibile. Questo a volte mi ha creato problemi, soprattutto in un ambiente come la MotoGP. Mi ha penalizzato in certe situazioni. Potevo vincere prima, vincere di più? L’importante è stato dare il meglio e non recitare mai”.

Che effetto ti fa l'addio di Valentino Rossi?

"Ricordo bene il GP di Assen 2017, giorno della sua ultima vittoria. Arrivai secondo e salimmo insieme sul podio. Abbiamo corso insieme per 10 anni, battagliato per le vittorie, per i podi e, ora, per il 16esimo posto (ride, n.d.r.). Ci conoscevamo prima che lui fosse 'Valentino'. Ricordo quando lui comprò il suo primo motorhome nel 1997 e divenne anche casa mia. Stare in pista con lui è stato un orgoglio".

Gli regaleresti il podio domenica rallentando e lasciandolo passare?

"Penso che Vale voglia fare una gara normale, senza alcun tipo d'aiuto. Domenica si merita più di tutti il giro d'onore".

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