MotoGP 2020. Valentino Rossi: “Non ho ancora capito se la Yamaha mi ascolta”

MotoGP 2020. Valentino Rossi: “Non ho ancora capito se la Yamaha mi ascolta”
Giovanni Zamagni
Valentino ironizza sul fatto che nel 2021 non sarà più nel team ufficiale e, quindi, non più coinvolto nello sviluppo, perlomeno teoricamente: “Negli ultimi anni, le difficoltà sono sempre state le stesse: a me piace dare le indicazioni, ma non abbiamo migliorato granché. Credo che Yamaha debba adeguarsi al nuovo metodo di lavoro”
14 novembre 2020

Morbidelli primo con la 2019: bisogna tornare a quella moto per il prossimo anno?

“Il problema è che anche nel 2019 abbiamo avuto una stagione difficile, dovevamo migliorare la moto in alcuni settori: motore e grip posteriore. Ma quando guido le due versioni, il feeling è molto simile, non è che la 2019 sia meglio: non siamo riusciti a fare il passo in avanti. Morbidelli sta guidando molto bene, ma nelle ultime stagioni è successo tante volte che i piloti satelliti fossero più veloci degli ufficiali. Bisogna lavorare per migliorare”.

 

Per migliorare, Yamaha ascolterà solo i piloti ufficiali 2021 o avrai ancora voce in capitolo?

“Cerco sempre di spiegare al massimo che posso le mie sensazioni sulla moto e i problemi che ho. Ma negli ultimi anni le difficoltà sono rimaste sempre le stesse, non ho ben capito se adesso mi ascoltano: quindi, non sono molto preoccupato di non essere nel team ufficiale, non credo che cambierà più di tanto… A me piace lavorare con la Yamaha, cerco di dare la mia esperienza, sono sensibile, ma al momento non abbiamo migliorato granché”.

 

Ma con il regolamento che congela lo sviluppo dei motori, si può progredire?

“Il motore è un nostro problema, è uno dei punti deboli della M1: lo sviluppo congelato non è sicuramente una grande notizia. Ma in una MotoGP ci sono un sacco di cose da fare, anche intorno al motore senza aprirlo, e soprattutto sul telaio e sulla ciclistica per migliorare, per esempio il grip. Quindi la Yamaha può diventare più competitiva in futuro”.

 

Hai detto, settimana scorsa, che adesso la MotoGP è diventata come la F.1: cosa significa?

“E’ cambiato tanto il modo di lavorare in MotoGP: fino al 2015/2016 tutto arrivava dal Giappone. Adesso ogni squadra ha una secondo team che lavora sullo sviluppo: bisogna riuscire a mettere tutte le forze insieme per migliorare. Questo è cambiato tanto negli ultimi anni, la Yamaha si deve adeguare”.

 

Cosa pensi di Morbidelli?

“Sono stato dietro a Franco, sta guidando benissimo, è in un grande momento, ha la moto sotto controllo, entra in curva molto veloce.”.

 

E la prossima gara sarà in Portogallo.

“Ho una grande aspettativa: abbiamo fatto dei test con le moto stradali, per me è stata la prima volta lì , il circuito è fantastico e mi sono divertito. Speriamo di essere competitivi, non vedo l’ora di correre a Portimao”.