MotoGP 2019. Il GP di Francia da 0 a 10

MotoGP 2019. Il GP di Francia da 0 a 10
Giovanni Zamagni
Da zero a dieci: numeri, statistiche e voti sul GP di Francia, un modo per ripercorrere quanto accaduto a Le Mans, non solo in pista e non solo in MotoGP
22 maggio 2019

GIA’ LA SECONDA VOLTA QUEST’ANNO

Mentre un pilota spagnolo torna alla vittoria in Moto2 dopo 25 GP (GP Giappone 2017, anche allora vinse Alex Marquez), nessun italiano sale sul podio: è la seconda volta che accade quest’anno. In tutto il 2018, era successo quattro volte: in Catalunya, ad Assen, a Phillip Island e a Valencia. Un o’ preoccupante, specie considerando che Lorenzo Baldassarri ha sì vinto tre GP, ma è anche l’unito nostro pilota ad essere salito sul podio.

ZERO, COME I PILOTI ITALIANI SUL PODIO IN MOTO2

 

FUORI DI TESTA

Jaume Masia è un pilota aggressivo e veloce, ma, purtroppo, poco lucido. Soprattutto nei confronti del compagno di squadra, che prende a sportellate un GP sì e l’altro pure. Lo ha fatto anche nell’ultimo giro a Le Mans, impedendo ad Andrea Migno di giocarsi quanto meno il podio fino alla bandiera scacchi: l’aspetto più incredibile è che Masia era già stato penalizzato di 2”2 -  e lo sapeva - quindi non si stava giocando nulla di importante. Inconcepibile.

VOTO UNO, A MASIA

 

DOMINIO ASSOLUTO

Un dato conferma - ulteriormente - il dominio di Marc Marquez: dal GP di Argentina, Marquez è stato in testa per 62 giri consecutivi (25 a Termas; 8 ad Austin; 25 a Jerez; 4 a Le Mans) prima di essere superato per due passaggi da Jack Miller. Poi, Marquez, ha ripreso il comando, facendo altri 21 giri in prima posizione, per un totale di 83 nelle ultime quattro gare. Marquez aveva percorso un giro al comando anche in Qatar, per un totale di 84 giri; fino adesso, in 5 GP, sono stati effettuati 119 giri: quindi, Marquez ha percorso al comando il 70,58% dei giri. Impressionante.

DUE, COME IN GIRI IN TESTA DI MILLER

 

RAGGIUNTO LORENZO

Con il terzo successo stagionale, Marc Marquez ha raggiunto Jorge Lorenzo a quota 47 vittorie in MotoGP. Davanti a sé - a soli 26 anni, è bene ricordarlo - ha solo Mick Dooha (54), Giacomo Agostini (68) e Valentino Rossi (89). In totale, Marquez è salito 73 volte sul grandino più alto del podio in tutte le categorie; davanti ha solo Mike Hailwood (76), Angel Nieto (90), Rossi (115) e Agostini (122).

TRE, COME LE VITTORIE DI MARQUEZ

 

PERCHE’ NON L’ALLUNGATOIA?

Ha stupito che durante la Moto3 - ma anche nelle altre categorie - il taglio della variante sia stato sanzionato con una penalizzazione in secondi e non facendo percorrere “l’allungatoia”, il “long lap run” introdotto quest’anno. In realtà, è stato corretto dal punto di vista regolamentare, perché il “long lap run” viene inflitto soltanto se si va fuori più volte dalla riga bianca. Non si capisce, però, perché non si faccia percorrere l’allungatoia anche per altre scorrettezze: Masia, per esempio, non sarebbe stato lì e non avrebbe danneggiato Migno se avesse per corso la corsia lunga all’esterno di una curva.

VOTO QUATTRO, AL REGOLAMENTO

 

CLIMA SURREALE

La Ducati è stata buona protagonista in Francia, ma da un paio di GP il clima all’interno del box non è così sereno, come si è anche capito dalle dichiarazioni del dopo corsa del direttore generale Gigi Dall’Igna («E’ un bel risultato di squadra, ma il secondo posto non ci serve a tanto»). Da una parte, è normale - anzi: doveroso - che non si sia felici per un secondo posto se si vuole conquistare il titolo, ma la sensazione è che si sia tornati a prima che arrivasse Lorenzo, quando c’era poca fiducia nei piloti del team ufficiale. Speriamo sia solo una sensazione sbagliata.

VOTO CINQUE, ALLA DUCATI

 

A CACCIA DI PRIMATI

Nel dopo corso, rispondendo a una interessante domanda di Vera Spadini, conduttrice dei programmi di approfondimento a SKY, Marc Marquez ha detto, scherzando, che: «Mi piacerebbe battere il primato di cadute. Per il momento sono in linea con il 2018…». Marquez a Le Mans è caduto in Q2 (dopo un salvataggio pazzesco nelle FP1…), per un totale di sei scivolate dall’inizio della stagione. Nel 2018, in totale, era finito a terra 23 volte.

SEI, COME LE CADUTE DI MARQUEZ

 

PRIMO STAGIONALE

Con il terzo posto ottenuto a Le Mans, Danilo Petrucci è salito per la prima volta sul podio in questa stagione: curiosamente, anche nel 2018 aveva ottenuto il suo primo - e unico - podio stagionale in Francia. Danilo ha più o meno anche gli stessi punti dell’anno scorso: 57 contro 54. Per Danilo è il settimo podio in MotoGP su 122 gare disputate.

SETTE, COME I PODI DI PETRUCCI

 

BRAVO E SINCERO

Dopo Jerez, Stefan Pierer ha avuto parole di fuoco contro Johann Zarco, che dopo una caduta il venerdì nel GP di Spagna era stato piuttosto duro con la KTM. Un normale sfogo di un pilota arrabbiato che avrebbe dovuto rimanere all’interno del box, ma che è diventato poi di dominio pubblico. Da qui, la reazione di Pierer, che Zarco ha capito perfettamente. Il pilota francese non si è nascosto, si è preso le sue responsabilità e ha chiesto scusa, facendolo con eleganza e sincerità. Bravo.

VOTO OTTO, A ZARCO

 

PILOTA, ALTRO CHE TELECRONISTA

Mattia Pasini ha cambiato la terza squadra e la seconda moto negli ultimi tre GP, dopo che nei due precedenti era stato costretto a guardare i rivali da bordo pista, anzi dalla cabina di commento di SKY. Un ruolo che Pasini ha svolto in maniera impeccabile, ma il suo posto è ancora in sella a una moto, non davanti a un microfono: anche a Le Mans, al di là dell’incidente in gara nel quale è stato coinvolto senza colpe, ha dimostrato di essere ancora super veloce.

VOTO NOVE, A PASINI

 

DAVVERO UN BEL GESTO

Venerdì, un commissario di pista è morto mentre svolgeva il suo lavoro, colpito da un infarto. Domenica mattina, dopo il warm up, è stato osservato un minuto di silenzio, con tutti i commissari abbracciati a bordo pista. A fine GP, Alex Rins ha voluto regalare il suo casco ai commissari, proprio in ricordo dell’amico scomparso. Davvero un bel gesto.

VOTO DIECI, A RINS

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