MotoGP 2019. I temi del GP d'Australia

MotoGP 2019. I temi del GP d'Australia
Giovanni Zamagni
Match ball per Dalla Porta, 400° GP per Rossi, Marquez alla caccia del record del 2014
24 ottobre 2019

GP d’Australia, 17esimo GP stagionale: c’è grande attesa per il ritorno in moto di Johann Zarco (se ne parla a parte), ma ci sono anche altri spunti interessanti. Eccoli.

 

DALLA PORTA PER IL TITOLO

Per una volta, iniziamo dalla Moto3: con 47 punti di vantaggio, Lorenzo Dalla Porta può conquistare matematicamente il titolo già a Phillip Island. Facendola breve, Lorenzo diventerà campione se chiuderà il GP australiano con 4 punti in più di Aron Canet (per la matematica c’è in gioco ancora Tony Arbolino, ma di fatto è ormai fuori dalla lotta). Facendola ancora più breve, con un successo Dalla Porta diventerebbe il primo campione del mondo italiano in Moto3. Lorenzo ha tutte le possibilità per chiudere il discorso con due GP di anticipo, perché su questa pista va fortissimo ed è in grande forma, al contrario del suo rivale diretto.

 

MARQUEZ PER VINCERLE TUTTE

Dopo aver conquistato il titolo piloti in Thailandia e, praticamente da solo, quello costruttori in Giappone, Marquez ha un altro obiettivo in testa: conquistare il gradino più alto del podio in tutti i GP rimanenti. Arriverebbe così a quota 13 successi, come nel 2014.

DOVIZIOSO PER LIMITARE I DANNI

Quella di Phillip Island è una pista non tanto sfavorevole alla Ducati, quando a Dovizioso: qui si frena pochissimo, in sei curve su 12 la leva del freno viene addirittura solo sfiorata. Così Andrea non può sfruttare una delle sue qualità migliori e, presumibilmente, dovrà cercare di limitare i danni. Il secondo posto sembra in cassaforte, ma non dimentichiamo che negli ultimi tre GP Andrea potrebbe soffrire un bel po’: fare un buon risultato qui sarebbe fondamentale per la classifica. E per il morale, naturalmente.

 

ROSSI, 400 GP DA FESTEGGIARE

Valentino Rossi correrà a Phillip Island il suo 400esimo GP. Fino a oggi, nel motomondiale, sono state disputate 939 gare e Rossi ha preso parte al 42,5% degli eventi. Un dato pazzesco, che sottolinea la longevità di questo campione straordinario: Valentino ha bisogno di un buon risultato per uscire da una crisi di risultati piuttosto evidente.

 

LORENZO SEMPRE SOTTO ESAME

Jorge ha smentito qualsiasi voce di ritiro – nel paddock in Australia era circolata la voce che lo avrebbe annunciato nella tradizionale conferenza stampa, e per questo l’hospitality della HRC in circuito era stipata di giornalisti all’inverosimile - facendo intendere di non avere alcuna intenzione di mollare. Serve però un cambio di risultati, al momento difficili da ipotizzare, ma con lui non si può mai sapere. Chissà se l’arrivo di Zarco in Honda possa servire da stimolo al 5 volte campione del mondo…

 

YAMAHA (QUASI) FAVORITE

Alla vigilia, si parla di Yamaha (quasi) favorite: effettivamente, qui la M1 è sempre andata molto bene e l’ultimo podio tutto Yamaha risale al 2014, proprio su questo tracciato. Vinales vinse nel 2018 a P.I., ma ci si aspetta molto anche da Quartararo.

 

SUZUKI DI NUOVO DAVANTI

Come ci si aspetta una Suzuki nuovamente competitiva, con Rins davanti e Mir non troppo distante.

 

MARINI PER LA CONFERMA

Non c’è due senza tre, recita il proverbio: dopo i due strepitosi successi consecutivi, ci si aspetta un Luca Marini ancora competitivo e, perché no, vincente.

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