MotoGP 2018. Rossi: "Yamaha mi deve ascoltare"

MotoGP 2018. Rossi: "Yamaha mi deve ascoltare"
Giovanni Zamagni
Valentino soddisfatto per il terzo posto, ma preoccupato per i limiti della M1: “Da febbraio dico che siamo indietro, ma poi non assecondano le mie richieste. Qui nel 2017 avevamo dominato, oggi non si poteva fare più di terzo. Dobbiamo cambiare marcia velocemente”
20 maggio 2018

LE MANS – Due sentimenti: soddisfazione per il podio; delusione per la scarsa competitività della Yamaha. Il terzo posto non cancella i problemi della M1: Valentino Rossi lo sa e non lo nasconde.


«Sono contento del risultato perché dopo le qualifiche ero pessimista: speravo di essere più avanti sulla griglia. Nella notte, però, abbiamo lavorato bene e nel warm up sono stato competitivo, avevo un buon passo. Ho preso fiducia, sono partito bene, ho fatto subito qualche sorpasso, mi sono attaccato al treno buono: ho tentato il massimo per provare a battere Petrucci, ma non ci sono riuscito. In Ogni caso è un podio importante in un momento difficile, nel quale stiamo soffrendo tanto: abbiamo finito a soli 5 secondi da Marquez. In questo momento, invece di demoralizzarsi, bisogna dare qualcosa in più, stare concentrato, provare a mettere a posto la moto cercando di limitare i danni. A Le Mans nel 2017 avevamo dominato, avremmo monopolizzato il podio se io non fossi caduto all’ultimo giro; quest’anno, nonostante un fine settimane pressoché ideale per come abbiamo potuto lavorare, ho fatto terzo e non avrei potuto fare meglio. Il problema è che i nostri rivali sono più veloci di noi».

 

Ecco, Valentino, questo è l’aspetto preoccupante: se in condizioni ideali e su una pista a voi favorevole non riuscite a lottare per la vittoria, come si può pensare di battere Honda e Ducati?

«Sarà molto difficile lottare per il primo posto: non è un caso se la Yamaha non vince da 15 GP. Gli ho detto (alla Yamaha, NDA) a febbraio che eravamo indietro: sono un pilota di esperienza, solitamente ci prendo in queste cose, ma la reazione è sempre molto lenta. Non so perché non mi ascoltano: anzi, è più giusto dire che mi ascoltano, che facciamo dei meeting lunghissimi, scrivono tutto, ma poi portano una cosa differente da quella che chiedi. Qui bisogna cambiare marcia velocemente, anche se la politica della Yamaha è sempre stata quella dei piccoli passi. Ma adesso ci vuole qualcosa di differente. Bisogna sperare in una seconda parte migliore».

 

Zarco, però, al di là della caduta sembra essere più competitivo.

«La verità è che Zarco sta guidando molto bene, è in un grande stato di forma, probabilmente è il più in palla dopo Marquez».

 

Cosa ti aspetti dal Mugello, la prossima gara?

«Prima di andare lì a fare i test ero molto ottimista, dopo aver girato con Honda e Ducati molto negativo: siamo andati veramente piano. Ma è una gara particolare, speriamo di trasformare la passione del pubblico in carica positiva».

 

Marquez ha 36 punti di vantaggio: come si può battere?

«L’aspetto peggiore, non è il suo vantaggio, quanto la sua velocità: è un problema per tutti gli altri».

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