MotoGP 2018. Ducati, non c'è mai pace

MotoGP 2018. Ducati, non c'è mai pace
Giovanni Zamagni
A fine gara scoppia la polemica tra Petrucci e Lorenzo. “E’ stato poco intelligente, mi ha fatto perdere un secondo e forse il podio” ha detto Danilo dopo un contatto al 25° giro. “Non capisco le sue lamentele, avrebbe dovuto sapere che dopo il lungo sarei rientrato in traiettoria”. Nel complesso, un risultato deludente
15 luglio 2018

SACHSEN – Già sabato, dopo le prove, si erano punzecchiati. Ma dopo la gara, Danilo Petrucci è entrato a gamba tesa su Jorge Lorenzo: i due, in pista si sono toccati nel 25esimo giro. «Sarebbe stato bello salire sul podio, ma Lorenzo non ha perso l’occasione per fare una manovra poco intelligente, rientrando in traiettoria dopo essere andato largo, come se fosse stato da solo in pista. Lui è così, in passato faceva cose simili anche con Rossi: mi ha fatto perdere un secondo e, probabilmente, il podio, anche se nel finale Vinales, effettivamente, ne aveva di più. Io non ho nulla contro di lui, forse è il contrario: da Le Mans ha smesso di salutarmi. Confermo che la sua manovra è stata poco intelligente: sapeva che io ero lì, ma ha chiuso lo stesso la linea. D’accordo, ognuno fa la sua gara, ma non può danneggiare quella degli altri», dice Petrucci con tono piuttosto seccato. Lorenzo, ovviamente, è di opinione differente. «Sono andato lungo, ma lui era lontano, credo almeno mezzo secondo. Come è normale che sia, sono tornato nella linea giusta con più grip, per non perdere altro tempo: ero davanti, non potevo vedere dietro di me e lui doveva capire che io, prima o poi, sarei dovuto rientrare. Non capisco proprio le sue lamentale» è la tesi di Lorenzo. Certo è che Jorge non ha vita facile con i compagni di squadra o di Marca: le “incomprensioni”, chiamiamole così, con Dovizioso e Petrucci sono sempre più numerose.

 

AL DI SOTTO DELLE ASPETTATIVE

Al di là delle (normali) scaramucce tra i piloti, rimane il fatto di un risultato ben al di sotto delle aspettative, perlomeno per quello che si è visto in prova. Andrea Dovizioso, settimo e deludente, spiega perché tecnicamente.

«E’ vero che la Ducati è forte in accelerazione, ma lo è quando puoi dare gas con la moto dritta, per esempio uscendo dall’ultima curva. Ma quando devi accelerare da piegato facciamo molta più fatica degli altri: non puoi dare gas per cercare di conservare la gomma. Così finisci per usare troppa energia: è il DNa di questa moto, anche se la DesmosediciGP quest’anno è più competitiva dell’anno scorso. Per tre quarti di gara siamo stati veloci, ci è mancato solo il finale».

 

Lorenzo spiega così il suo calo tra inizio e fine gara.

«Abbiamo cambiato assetto per guadagnare grip sull’anteriore, a discapito, però, del posteriore. E’ stato un errore, la moto si muoveva tanto sia in entrata sia in uscita di curva. Ecco perché i miei tempi si sono alzati di un secondo al giro».

 

Jorge fa il bilancio a metà stagione.

«Sono stato troppo incostante. In Qatar, senza il problema ai freni, avrei potuto fare terzo, o quarto o quinto. Poi, finché non abbiamo trovato il bilanciamento che mi ha dato fiducia è stato difficile: ero veloce, ma mi mancava la costanza. Al Mugello e a Barcellona ho trovato velocità e costanza, nelle ultime due gare abbiamo fatto nuovamente fatica. Ma arrivano piste a noi favorevoli: bisogna sfruttare l’occasione».

 

PETRUCCI, PRIMA DUCATI

Alla fine, il migliore al traguardo è stato Petrucci, che ha guidato veramente bene.

«L’ho gestita abbastanza bene, siamo andati relativamente piano. All’inizio ho temuto un'altra gara deludente per me, poi mi sono aggrappato a chi mi stava davanti e ho recuperato bene. Peccato per il podio, ma nel finale non ne avevo più».