MotoGP 2017. Le pagelle del GP d'Australia

MotoGP 2017. Le pagelle del GP d'Australia
Giovanni Zamagni
Dieci a Marquez, imbattibile; nove a Rossi, immenso, altro che bollito e cinque a Dovizioso, un pochino meglio si poteva fare
23 ottobre 2017

MARC MARQUEZ VOTO 10

Veloce lo è sempre stato, ma questo, forse è il miglior Marquez di sempre, sicuramente il più completo. E’ vero, nelle FP3 ha collezionato la 24esima caduta stagionale, ma per il resto è stato perfetto: in prova, dopo un giro è già velocissimo e lavora al meglio per la domenica; in qualifica si permette il lusso di fare “strategia” dentro al box per ingannare Iannone e non farsi seguire; in gara non si fa prendere dalla frenesia (come faceva in passato), amministra, risponde alle sportellate quando serve, attacca nel momento giusto e fa il vuoto, il tutto con una facilità disarmante (per gli avversari). Imbattibile.


VALENTINO ROSSI 9

La Yamaha risorge e lui ritrova la velocità, per la verità mai perduta. In prova non fa niente di speciale, ma lavora bene per la distanza e in gara fa vedere di essere ancora super competitivo, di potersela giocare alla pari con chiunque. Che staccate, che entrate, che sorpassi, che carattere. Questa volta le carenate le ha prese, non le ha date, ma non si è minimamente scomposto. Immenso, altro che bollito.


MAVERICK VINALES 8,5

Pure lui non sa spiegare certi cambiamenti di prestazioni, soprattutto sul bagnato (nel warm up è stato velocissimo); in ogni caso, guida bene, è solo un po’ rinunciatario nella sfida carena contro carena. Nel finale supera Zarco di slancio preparando al meglio l’ultima curva: nel complesso, un GP sicuramente positivo. Ritrovato.
 


JOHANN ZARCO 8

E’ l’incubo di tutti i piloti in pista: non c’è un solo rivale che parli bene del francese, tutti, nessuno escluso, considerano i suoi sorpassi oltre il limite. Sicuramente è aggressivo, ma la sua attitudine fa godere gli appassionati: ci prova sempre e non ha alcun timore reverenziale. Scorretto? Non volontariamente, ma è un dato di fatto che quando c’è un contatto lui è (quasi) sempre in mezzo. Uomo nero.


CAL CRUTCHLOW 6

E’ sempre stato lì, attaccato con i primi, ma non è mai stato protagonista, spettatore privilegiato di uno spettacolo meraviglioso. Pochi metri davanti a lui è successo di tutto: sorpassi, contatti, sbandate ed entrate da brividi, ma lui non ha mai avuto la forza di inserirsi. Involuzione.


ANDREA IANNONE 7

Certi atteggiamenti in prova e in qualifica sono discutibili e non condivisibili, ma su questa pista si esalta e dà il meglio di sé. E’ un altro che se deve entrare entra, senza stare a pensarci troppo. Anche lui, come Zarco, ci prova con tutti e fa indiavolare tutti, ma 1000 volte meglio questo Iannone che quello rinunciatario di altri GP. Genio e sregolatezza.


JACK MILLER 8

E’ tornato in moto a tre settimane dalla rottura e operazione della gamba destra e fin dalle FP1 è stato velocissimo, come non lo era mai stato da “sano” in tutta la sua carriera in MotoGP (al di là della fortuita vittoria di Assen 2016). E’ stato quattro giri in testa, ha lottato, è stato nel gruppo, per poi calare leggermente solo nel finale. Da applausi.


ALEX RINS 6,5

Si è visto poco, ma, in realtà, è stato protagonista di una buonissima gara fino a una decisa di giri dalla fine. Poi, con il calo della gomma posteriore, ha rallentato vistosamente, ma la sua è stata comunque una prestazione incoraggiante. Recuperato.


POL ESPARGARO 7

Vince ancora una volta la sfida con il compagno di squadra, questa volta in volata. In crescita, come la sua moto.


BRADLEY SMITH 6,5

Fino a metà stagione era totalmente inconsistente, tanto che si ipotizzava una possibile sostituzione con il collaudatore Mika Kallio. Un po’ a sorpresa, la KTM l’ha riconfermato e lui sta ripagando la fiducia con prestazioni dignitose.


DANI PEDROSA 4

Questa non è la sua pista, non lo è mai stata, con nessuna moto, nemmeno con la 250, quando dominava alla grande. Così male, però, è troppo, anche se lui, è un dato di fatto, con il freddo non riesce a far lavorare le gomme. Ingiustificabile.


ANDREA DOVIZIOSO 5

Dopo un venerdì da grande protagonista, si era illuso di potersela giocare, invece ha disputato il peggior GP dell’anno, nel momento cruciale della stagione. Ha ragione quando dice che su questa pista emergono tutti i limiti della Ducati, ma un pochino meglio – un pochino, non tanto – si poteva fare. Phillip Island indigesta.
 


JORGE LORENZO 4

Se non è riuscito a metterci una pezza il Dovi, figurarsi se ci poteva riuscire lui che ancora non ha in mano questa moto, per dirla con le sue parole. Un (altro) GP da dimenticare. Stagione amara.


DANILO PETRUCCI 2

Troppo brutto per essere vero: in tre giorni, non è riuscito a fare nemmeno un giro dignitoso. GP da dimenticare.


ALEIX ESPARGARO 2

Un’altra caduta e un’altra grande occasione persa. Poco lucido.


HONDA RC213V VOTO 9

Le prestazioni di Crutchlow e Miller dicono che qui la Honda non ha vinto solo per merito di Marquez, come invece è successo tante volte quest’anno. Nel complesso, la più equilibrata a Phillip Island.

YAMAHA M1 VOTO 8,5

Una ritrovata competitività che ha sorpreso anche gli uomini Yamaha. Un risultato al di là delle aspettative, ma anche una conferma (se ancora ce ne fosse bisogno): la 2017 non è più competitiva della 2016, non sono stati fatti passi in avanti.


DUCATI DESMOSEDICIGP VOTO 4

E’ affondata nel momento decisivo: su una pista dove conta la fluidità e la scorrevolezza sono emerse grandi limiti. Non siete convinti? Una sola Ducati in Q2, 11esima a 21”652 la prima ducati al traguardo sono dati che dovrebbero togliere ogni dubbio.
 


SUZUKI GSX-RR VOTO 7

Sembra un’altra moto rispetto a tre gare fa, in realtà è più o meno la stessa, carenatura a parte. Carenatura, però, che qui è stata usata solo in prova (nemmeno in qualifica). Due GP consecutivi nelle prime posizioni: in Malesia ci sarà la prova del nove.


KTM RC16 VOTO 8

Due moto in Q2, meglio di Ducati e Aprilia. Poi, in gara, fa ancora un po’ di fatica, ma la crescita è evidente e da sottolineare.


APRILIA RS-GP16 VOTO 8

Per me, in Australia era da podio.

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