Le pagelle del GP d'Argentina

Le pagelle del GP d'Argentina
Giovanni Zamagni
Dieci a Rossi; 9,5 a Dovizioso e 9 a Crutchlow, per un podio a pieni voti. Marquez, sotto pressione porta a casa un 4, peggio anche del 5 di Lorenzo
20 aprile 2015


VALENTINO ROSSI VOTO 10

Il più forte di tutti, (forse) il più grande di tutti i tempi, capace di vincere contro qualsiasi avversario. Non serve aggiungere altro. Come Maradona: divino.

 

MARC MARQUEZ 4

D’accordo, è un grandissimo, uno che piace anche perché ci prova sempre e comunque, ma avrebbe dovuto capire che non aveva nessuna possibilità di resistere a Rossi. Il secondo errore su tre gare lo mette in una posizione scomoda per la prima volta da quando corre in MotoGP: adesso viene il difficile, ma ha qualità per uscirne alla grande. Sotto pressione.
 


ANDREA DOVIZIOSO 9,5

Solo in qualifica non è stato perfetto, ma in gara non ha sbagliato nulla, anche grazie all’ottimo lavoro fatto nelle prove. Valentino l’ha descritto come un pilota «pronto, esperto e veloce»; in Argentina ha dimostrato, una volta di più, di essere anche intelligente, di saper gestire al meglio ogni situazione. Finalmente ha una moto competitiva: la sta sfruttando al meglio. Campione.

 

CAL CRUTCHLOW 9

Il buon quarto tempo conquistato in qualifica sembrava casuale, invece il pilota britannico ha dimostrato di essere consistente, togliendosi nel finale la soddisfazione di arrivare davanti a una Ducati, lasciata probabilmente con troppa fretta. La velocità non gli manca: se riesce a diventare più regolare, può tranquillamente inserirsi tra i grandi della MotoGP. Talentuoso.

 

ANDREA IANNONE 7

Se non ci fosse Dovizioso, si potrebbe parlare di un’altra grande prestazione, ma il confronto con il compagno di squadra sminuisce i suoi risultati, per altri versi davvero buoni. Un terzo posto e due podi sfiorati dicono che non sta facendo male, tutt’altro. Manca un po’ di esperienza, soprattutto nella messa a punto della moto. Imbronciato.

 

JORGE LORENZO 5

Un’altra gara ben inferiore alle aspettative, un’altra scelta dubbia della gomma anteriore, un’altra batosta dal compagno di squadra. Ogni GP sembra quello giusto per tornare ai livelli del 2013, ma ogni volta c’è qualcosa che non funziona. Frustrato.

 

BRADLEY SMITH 6

Non ha fatto una brutta gara, ma il distacco dal primo (19”876) è troppo elevato. Ancora una volta, però, batte il più blasonato compagno di squadra: non si può rimproverargli nulla. Volenteroso.
 


ALEIX ESPARGARO 8

Sfrutta al massimo il materiale che ha a disposizione: non è colpa sua se la Suzuki, in rettilineo, è più lenta delle altre moto mediamente di 10 km/h. Dove c’è da guidare, lo fa al meglio, per il resto ci vuole un po’ di pazienza. Da giro secco.

 

POL ESPARGARO 5

L’unica scusante è che non era al meglio fisicamente, dopo la rovinosa caduta in Texas, causata da Redding (e non viceversa, come avevo erroneamente scritto dopo Austin: 3 in pagella a me per lo sbaglio commesso…). Tutto il resto è da dimenticare. In affanno.

 

DANILO PETRUCCI 6

In prova è stato un’altra volta velocissimo, ma in gara fatica più del dovuto. Per sua stessa ammissione, deve imparare tanto, ma il potenziale c’è. Ha bisogno di tempo: studente.

 

JACK MILLER 7

Prima Honda “Open” al traguardo, anzi primo pilota “Open” in assoluto: bravo Jack, certamente una bella prestazione. Scommessa vinta?

 

STEFAN BRADL 4

Ha addirittura preso paga dal debuttante compagno di squadra (Loris Baz, voto 6,5): disastroso.

 

ALVARO BAUTISTA 6

Con la moto che ha, è già qualcosa se non si deprime e Alvaro porta addirittura un po’ di buon umore dentro al box. Professionista.

 

MARCO MELANDRI 5,5

Chiude a “soli” 11 secondi dal compagno di squadra. D’accordo, uno con il suo talento dovrebbe sempre arrivargli davanti, ma è comprensibile che non si danni l’anima per arrivare a 40 secondi dal primo, anziché 56: non è lui il problema più grande dell’Aprilia. Svogliato.
 


YAMAHA M1 VOTO 9

Manca di velocità in rettilineo («siamo più lenti del 2014» segnala preoccupato Valentino), ma in tutto il resto della pista sembra molto a posto, in Argentina più precisa ed efficace della Honda. Ma come spesso accade, ancora una volta il pilota ha fatto più differenza della moto.

 

DUCATI GP15 9

Inevitabilmente si perde più tempo a trovare la messa a punto ideale, ma in gara è sempre competitiva. Manca un po’ di stabilità in frenata, ma per il resto sembra già al livello delle giapponesi. Ed è solo la terza gara della sua vita…

 

HONDA RC213V 8,5

Ha impressionato meno che in altre occasioni, anche se Marquez è comunque arrivato a un soffio dalla vittoria. Ma la sua RC213V si muoveva eccessivamente sia in entrata sia in uscita di curva, difficile da controllare. La prestazione di Crutchlow, però, dice che non era poi così male nemmeno in Argentina.

 

SUZUKI GSX-RR 8

Eccessivo? No, se si pensa alla scarsa competitività e alle rottura di Valencia 2014. Alla Suzuki hanno lavorato bene e ciclisticamente non ha niente da invidiare alle altre moto. Manca potenza, l’elettronica non è al massimo, ma adesso è più giusto sottolineare gli aspetti positivi.

 

APRILIA RS-GP 4

A Jerez dovrebbe arrivare qualcosa di nuovo. Speriamo bene.