Rossi: "Sarà tutt’altro che semplice"

Rossi: "Sarà tutt’altro che semplice"
Giovanni Zamagni
"Dobbiamo lavorare ancora molto sulla moto: nelle ultime gare abbiamo sofferto sulla gomma anteriore, speriamo che il caldo ci possa dare una mano" è il commento di Rossi. Dovizioso è demoralizzato dalla fredda reazione dei media ai suoi risultati | G. Zamagni, Mugello
30 giugno 2011

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SCARPERIA – Carico, ma realista. Valentino Rossi sa che quello del Mugello “è l’appuntamento più importante dell’anno”, ma è comunque consapevole che “sarà tutt’altro che semplice”.
“Qui ho un brutto e doloroso ricordo – ironizza sulla caduta dello scorso anno, quando si ruppe tibia e perone della gamba destra -, ma sono molti di più i momenti positivi: il Mugello è un circuito fantastico e il week end del GP è speciale, diverso da tutti gli altri. Misano è a due passi da casa mia, ma per questo rimane il GP d’Italia: qui l’atmosfera è eccitante ed esaltante. Dobbiamo lavorare ancora molto sulla moto: nelle ultime gare abbiamo sofferto sulla gomma anteriore per le basse temperature, speriamo che il caldo ci possa dare una mano. Sono quarto in campionato, ma non sono ancora abbastanza forte per lottare per la vittoria o per il podio”.


Questa è la pista della Ducati e di Rossi: ti aspetti prestazioni migliori?

“Pista Ducati mica tanto, perché qui Stoner ha sempre fatto fatica, vincendo solo una volta, nel 2008, in una gara “flag to flag”, mentre anche l’anno scorso era in difficoltà. E’ sicuramente, invece, una pista che mi piace tanto, una delle mie preferite, dove in passato ho sempre fatto bene. Qui ho fatto un test positivo con la 1000, ma bisognerà vedere domani con gli altri”.


Per la prima volta dopo 12 anni non avrai Jeremy Burgess al tuo fianco: che sensazioni provi?
“Intanto brutte sensazioni per la situazione (Burgess è tornato in Australia a causa di una grave malattia della moglie, nda): di fronte a queste cose, gli aspetti sportivi passano in terzo piano. Gli faccio un grande in bocca al lupo e cercheremo di lavorare come se lui fosse qui con noi”.


L’obiettivo, comunque, è velocizzare il lavoro in prova?
“Sicuramente: qui ci sono tanti ragazzi che conoscono bene la moto: ci possono aiutare e dare consigli. Bisogna arrivare con una buona messa a punto sabato pomeriggio, per poi essere più competitivi in gara”.


Si può dire che se non andate bene qui, non andrete bene da nessuna parte?
“No, direi piuttosto il contrario: se dovessimo essere competitivi al Mugello, non dovremo montarci la testa, perché fino adesso siamo andati male”.


Il casco “speciale” è pronto?
“Sì: secondo me è bello, è un’idea divertente, nel nostro stile. Sabato lo vedrete in anteprima sul mio sito internet”.


DOVIZIOSO: “FORSE NON SONO ITALIANO?”

Gasato dai due podi consecutivi, Andrea Dovizioso è rammaricato perché le sue prestazioni non hanno riscontro sui giornali. “Forse non sono italiano…” ironizza. Effettivamente, il Dovi non se lo fila (quasi) nessuno e Andrea ne risente psicologicamente. “Quando non vinci da tanto tempo ti diverti meno, questo è sicuro. Ma un po’ di sentimento lo perdo anche sentendo quello che viene detto in tv o viene scritto sui giornali: un risultato importante lo raggiungi per un insieme di tanti fattori, fa male quando vedi che questo non viene capito. Io ho già realizzato due sogni della mia vita, vincere un mondiale (in 125, nel 2004, nda) e correre per l’HRC, adesso ne manca uno, conquistare il titolo della MotoGP. Sto facendo grandi sforzi, sono uno molto razionale, a volte non ci credo abbastanza, ma sto lavorando moltissimo per migliorare questo aspetto del mio carattere: vedere che tutto questo non viene valutato, rende tutto più duro e pesante. In questo momento, il “personaggio” conta più dei risultati”.

 

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