Filippo Preziosi: "Ci sono programmi di sviluppo per la ciclistica a breve e lungo termine"

Filippo Preziosi: "Ci sono programmi di sviluppo per la ciclistica a breve e lungo termine"
Giovanni Zamagni
L’ingegnere Filippo Preziosi, direttore tecnico Ducati, prova a fare un po' di chiarezza su cosa sta succedendo e succederà in futuro | G. Zamagni
1 settembre 2011

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MISANO ADRIATICO – Si arriva a Misano dopo un GP di Indianapolis da incubo, non solo per Valentino Rossi, ma per la Ducati in generale. In riva all’Adriatico “la situazione dovrebbe essere migliore” afferma speranzoso Valentino, ma rimane il fatto che il 2011 si sta rivelando più difficile della più disastrosa previsione. L’ingegnere Filippo Preziosi, direttore tecnico Ducati, prova a fare un po’ di chiarezza su cosa sta succedendo e succederà in futuro.

“Ogni soluzione ciclistica che stiamo sviluppando verrà confrontata con quella attuale: non è una novità, ma una prassi, anche se il punto di riferimento accusa uno svantaggio rispetto alla concorrenza. Ci sono programmi di sviluppo per la ciclistica a breve e lungo termine. A Brno, per esempio, è stato utilizzato un avantreno differente,che comunque poteva essere adattato all’attuale telaio, mentre altre soluzioni non possono essere montate sulla GP11.1. Deve essere chiaro, comunque, che tutto quello che facciamo è per essere più competitivi nel 2012”.

In una intervista a Tuttosport, Graziano Rossi, papà di Valentino, ha dichiarato che presto arriverà una soluzione ciclistica molto differente: è vero?
“Credo che la sua sia una speranza (Valentino, poi, dirà esattamente le stesse parole, nda): tutto quello che costruiremo quest’anno lo faremo in prospettiva 2012: a breve non possiamo fare miracoli. Fino adesso, le soluzioni tecniche introdotte durante la stagione, sono state provate dai piloti, approvate e poi utilizzate in gara”.

Proverete a chiedere una deroga peri test, come ha fatto per esempio la Suzuki per aumentare il numero dei motori a sua disposizione?
“E’ ovvio che chi rincorre avrebbe un vantaggio ad avere a disposizione un maggior numero di test, ma i nostri avversari, che hanno lavorato con Valentino Rossi, sanno quanto è bravo: non ci daranno mai una deroga del genere”.

Ma perché si è arrivati a questa situazione?
“Evidentemente, la nostra moto non era adeguata allo stile di guida di Valentino e degli altri piloti. Per questo abbiamo dovuto azzerare le esperienze maturate negli anni precedenti e abbiamo ricominciato tutto da capo, provando telai di rigidezza differente. A fronte di prestazioni inadeguate dei nostri piloti, abbiamo messo un punto di domanda su qualsiasi scelta. Quando è stato deciso per il telaio in carbonio, si è cercato di accontentare i piloti di quel momento, perché la struttura a traliccio in tubi provocava troppi movimenti. Si è quindi scelto il carbonio per fare un telaio particolarmente rigido ed è stato fatto provare ai piloti di allora, Stoner e Melandri. Marco stava vivendo un momento difficile, mentre Casey, quando l’ha provato, a fatto un tempo da riferimento e l’ha scelto: in quel momento, per lui era il miglior telaio che ci fosse e, di conseguenza, abbiamo fatto quella scelta. Tutte le Case del mondo, non solo la Ducati, agiscono dopo aver sentito l’opinione del pilota. Adesso Rossi e Hayden ne vogliono uno più flessibile e noi agiamo di conseguenza: quello che abbiamo fatto con Stoner, è quello che stiamo facendo con Rossi e Hayden. E’ vero che in passato tanti piloti avevano avuto dei problemi, ma credo che sia umano considerare l’opinione del tuo pilota più veloce (personalmente, sottoscrivo e condivido ogni singola parola di questa risposta di Filippo Preziosi, nda). E’ anche vero, però, che Honda e Yamaha hanno moto meno specializzate e sviluppate per piloti con esigenze più “normali”. Per quanto riguarda il carbonio, non è il materiale che fa la differenza, ma la filosofia costruttiva”.

Quanto tempo ci vuole per realizzare una ciclistica completamente differente?
“La soluzione più estrema richiede qualche mese e quando si cambia il concetto costruttivo bisogna essere pronti a tutta una serie di step evolutivi. La Honda 1000, che pure non è molto differente dalla 800, è già al terzo step di telaio, anche se costruiscono una struttura perimetrale da 30 anni. Per quanto ci riguarda, vogliamo che la Desmosedici giri bene in curva, con quale soluzione ha poco importanza”.