Da zero a dieci. Il GP di Catalunya 2016

Da zero a dieci. Il GP di Catalunya 2016
Giovanni Zamagni
Da zero a dieci: numeri e voti sul GP della Catalunya, un modo per ripercorrere quanto accaduto al Montmelò, non solo in pista
8 giugno 2016

SALOM: PRIMATISTA IN MOTO3

Luis Salom, nato a Palma di Maiorca il 7 agosto 1991, era salito in moto per la prima volta a due anni e mezzo, conquistando il secondo posto nel mondiale Moto3 nel 2012 (battuto nettamente da Sandro Cortese) e, soprattutto, il terzo nel 2013, quando si giocò il titolo fino all’ultimo GP con Maverick Vinales (poi campione del mondo) e Alex Rins. Nella cilindrata minore, lo spagnolo aveva trionfato nove volte: nessun pilota ha vinto di più, per il momento, in questa cilindrata. In Moto2, invece, non era mai salito sul gradino più alto del podio, mentre aveva ottenuto due secondi posti, l’ultimo in Qatar nel primo GP del 2016. «Mi sembra un sogno essere arrivato fin qui» ripeteva spesso Luis, ragazzo allegro, metodico, gran lavoratore: andava ogni settimana a girare ad Almeria.

 

FINALMENTE COMPETITIVO IN PROVA

Nella MotoGP di oggi, partire davanti è fondamentale: anche per questo, Dani Pedrosa nel 2016 ha faticato ad emergere in gara, perché in qualifica non era mai stato troppo efficace. Finalmente a Montmelò, Pedrosa è tornato in prima fila: non ci riusciva da Valencia 2015. Non a caso, ha conquistato il podio.

UNO, COME LA PRIMA FILA CONQUISTATA DA PEDROSA NEL 2016

 

 

UNA VERGOGNA SENZA GIUSTIFICAZIONE

Venerdì, dopo il tragico incidente di Luis Salom, si è saputo che un fotografo non professionista, Antonio Lopez, aveva la sequenza fotografica della caduta. In realtà, non si vede il momento esatto della scivolata del povero Luis, ma si vede nitidamente l’impatto della moto con gli air fence, il rimbalzo della moto verso destra, l’arrivo del pilota con la testa rivolta verso la pista, il tremendo impatto sulla moto con la schiena tutta arcuata all’indietro, la gamba destra in aria e la sinistra sotto la Kalex. Dopo una serie di trattative e di discussioni, la Dorna e i giornalisti della sala stampa hanno ritenuto di non pubblicare le foto ed è stato chiesto a Lopez di non diffonderle. Si può discutere se sia stato giusto o meno prendere questa decisione, ma nel momento in cui è stata presa, va rispettata: senza se e senza ma. 
Infatti, così è stato con la vergognosa eccezione del Corriere dello Sport, che tramite l’inviato Paolo Scalera, ha ricevuto chissà come – anzi si sa come: pare che qualcuno (ovviamente potete immaginare chi…) abbia fotografato il computer del fotografo con il telefonino e l’abbia inviata al giornale – la fotografia e poi l’ha pubblicata sul giornale di sabato. Al di là della mancanza di rispetto nonostante un fatto così grave, tecnicamente si può parlare di furto.

VOTO DUE: A SCALERA E AL CORRIERE DELLO SPORT

 

QUANTI DUBBI SULLA GESTIONE

Quando accade un fatto così grave, la gestione è sempre difficile. Purtroppo, però, ancora una volta la Dorna ha mostrato dei limiti, dando adito a speculazioni e polemiche, certamente sbagliate, ma che avrebbero dovuto essere previste, soprattutto dopo quanto accaduto nel 2015: Rossi, Marquez e Lorenzo rappresentano una risorsa per il motomondiale, ma devono essere gestiti al meglio, cosa che, purtroppo, non avviene. Venerdì sono stati molti gli aspetti criticabili, ma quello che ha lasciato più perplessi è stato come si è arrivati alla decisione – giusta, per quanto mi riguarda – di modificare il circuito. E’ vero che tutti i piloti, dopo quanto accaduto, avevano l’obbligo morale di partecipare alla Safety Commission, ma è anche vero, come sostengono molti diretti interessati, che di fronte a una decisione tanto importante e straordinaria gli assenti andavano “sollecitati” e, soprattutto, andavano coinvolte tutte le parti, quindi anche i team manager.

VOTO TRE: ALLA DORNA

 

DICHIARAZIONI FUORI LUOGO

Detto questo, le dichiarazioni di Jorge Lorenzo e Valentino Rossi nel dopo qualifiche sono state del tutto fuori luogo. Lorenzo: «Sono il campione del mondo, andavo avvertito prima di prendere una decisione così». Rossi: «Forse si è modificato il circuito per favorire una moto a danno di un’altra». Per la verità, Valentino si è subito reso conto di aver detto una frase sbagliata (dichiarazione fatta ai microfoni di SKY), perché nella successiva conferenza stampa all’interno dell’hospitality Yamaha è tornato lucido e impeccabile: «Non sono andato alla Safety Commission, quindi devo accettare la decisione presa». Poi, domenica, dopo la gara, la stretta di mano con Marquez, che rivaluta totalmente il campione italiano. In quel gesto, io ho letto questo: Rossi, nel 2015, ha subito un torto tanto evidente quanto grandissimo, impossibile da dimenticare. Ma se decidi di proseguire a correre, come ha fatto Valentino, non puoi farlo vedendo dei “complotti” dietro a ogni azione, una premeditazione anche quando è evidente che non c’è. Così facendo, ti fai solo venire il sangue amaro e ti metti al livello degli avversari che in passato giustificavano le proprie sconfitte solo attraverso dei “complotti”, in quel caso a favore di Rossi: una volta la gomma fatta su misura, una volta la moto nettamente superiore, una volta Ezpeleta, un’altra volta chissà cosa. Valentino non è così, è di un livello nettamente superiore, sotto tutti i punti di vista: non a caso, ha capito perfettamente di aver sbagliato a dire quella frase.

VOTO 4: A ROSSI E LORENZO

 

INCIDENTE DI GARA

Si stavano giocando la quarta posizione, ma Lorenzo Baldassarri è arrivato lungo e il contatto con Simone Corsi è stato inevitabile. Peccato, si poteva fare bene.

VOTO 5: A BALDASSARRI E CORSI

 

OCCASIONI PERSE

In Moto3 e in Moto2 sono tantissimi i piloti italiani che vanno forte: Fenati, Bulega, Antonelli, Bastianini, Di Giannantonio, Migno sono sempre protagonisti in Moto3; Baldassarri, Corsi, Morbidelli lo sono spesso in Moto2. Alla fine, però, per un motivo o per l’altro, raccolgono sempre meno di quanto sia nelle loro possibilità. Dai ragazzi, si può fare meglio.

VOTO 6: AI PILOTI ITALIANI DI MOTO3 E MOTO2

 

 

DOMINIO TOTALE

Al Montmelò, per la settima volta su sette GP disputati, Marc Marquez e Maverick Vinales sono stati più veloci in qualifica del compagno di squadra, rispettivamente di Dani Pedrosa e Aleix Espargarò. In gara la situazione è appena appena più equilibrata, ma il dominio all’interno del box di Marquez e Vinales è assolutamente evidente.

SETTE, COME LE VOLTE CHE MARQUEZ E VINALES HANNO BATTUTO IN PROVA IL COMPAGNO DI SQUADRA

 

GRANDE EQUILIBRIO

Ormai è una costante: in qualifica i distacchi tra i piloti della MotoGP sono molto contenuti. Al Monmelò, i primo otto – Marquez, Lorenzo, Pedrosa, Barberà, Rossi, Vinales, Crutchlow e Iannone – erano racchiusi in meno di un secondo (0”869) e senza il “tempone” di Marquez, i primi 12 sarebbero stati in 1”2. Bello e avvincente.

OTTO, COME I PILOTI IN OTTO DECIMI

 

LA VITTORIA DELLA VOLONTA’

Jorge Navarro non aveva mai vinto in Moto3: ci è riuscito con una grande gara. Johann Zarco aveva già conquistato otto successi in Moto2, ma voleva a tutti i costi questa vittoria: i loro trionfi sono anche frutto di una grande volontà, dovuta alla perdita dell’amico Salom. Navarro e Zarco erano tra i più scossi dopo quanto accaduto venerdì, si sentivano quasi in “obbligo” di dover vincere. Bello che ce l’abbiano fatta.

VOTO 9: A NAVARRO E ZARCO

 

IL MIGLIOR MODO DI RICORDARE SALOM

Contattata dalla Dorna, la famiglia di Luis Salom ha espresso il desiderio che si disputasse il GP per onorare la memoria di Luis. La stretta di mano tra Rossi e Marquez è il più bel gesto che potesse essere fatto per ricordare il povero pilota: i due, sia chiaro, non torneranno mai amici, ma in nome di Luis torneranno, forse, a rispettarsi. Il modo migliore per concludere un fine settimana tragico.

VOTO 10: A VALENTINO ROSSI (E MARC MARQUEZ)